Ospedale e sanità
Sanità, al Consiglio comunale presenti precari e Comitati
Le richieste di "Sanitari Precari Altamurani" e di "Salviamo la sanità murgiana". Prevista la presenza dell'assessore Tommaso Fiore
Altamura - sabato 27 novembre 2010
11.30
Anche i diversi Comitati costituitisi a livello locale "in difesa della Sanità" saranno presenti al Consiglio comunale di lunedì, convocato per discutere di sanità e di problemi e prospettive delle strutture ospedaliere del territorio. È prevista, infatti, la presenza dell'assessore regionale alle Politiche della Salute Tommaso Fiore. Già qualche giorno fa, Domenico Cirasole, presidente del Comitato S.p.A (Sanitari Precari Altamurani), aveva ribadito, in una nota, la volontà di incontrare il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. La decisione di Cirasole, come è sottolineato nel comunicato, scaturisce dalla lettura dell'Ordine del Giorno del Consiglio comunale monotematico del 29 novembre, in cui "si precisa che lo stesso sarà aperto solo a tutti i rappresentanti regionali del territorio, oltre, ovviamente, alla partecipazione dell'assessore regionale Tommaso Fiore". Per Cirasole "si nega ai diretti interessati, riuniti in un Comitato, di poter far sapere alla popolazione altamurana - che tra l'altro ha aderito allo stesso in massa - come realmente stanno le cose nell'ospedale di Altamura".
Il Presidente di S.p.A., in un'altra nota datata 27 novembre, annuncia che "la vicenda dei sanitari precari altamurani e pugliesi - medici, infermieri, tecnici - è veramente finita. La parola fine - continua - è stata scritta dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 333 del 24 novembre 2010. Dunque per i precari non vi è più nessuna speranza!".
La Corte costituzionale, con sentenza n. 333 depositata il 24 novembre 2010, dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 1, commi 1, 2, 3 e 4, della legge della Regione Puglia 27 novembre 2009, n. 27 Servizio sanitario regionale – Assunzione e dotazioni organiche. Questo perché l'art. 1, commi 1, 2, 3 e 4, destinano l'intero ammontare dei minori costi derivanti da cessazioni del servizio negli anni 2009 e 2010 a nuove assunzioni e ciò non rispetta i principi fondamentali stabiliti dalla legislazione statale in materia di coordinamento della finanza pubblica e viola, quindi, l'art. 117, terzo comma, Cost..
"In pochi istanti - aggiunge Cirasole - il diritto alla stabilità lavorativa, stabilizzazione del personale precario, diventa superato, anche se quasi del tutto maturato. Infatti noi precari della sanità da molti anni abbiamo consentito l'apertura e la vita di reparti d'urgenza (Utic-cardiologia, rianimazione, 118, Pronto Soccorso), in attesa di concorsi che non sono mai arrivati. Abbiamo aspettato anche la stabilizzazione, e questa oggi ci è negata. La sentenza della Corte costituzionale ha fatto chiarezza e giustizia, ma causerà, a breve, danni irreparabili per l'ospedale di Altamura e per quelli di tutta la Puglia. Il sottoscritto, in nome del Comitato S.p.A., di tutti i precari della Puglia e di tutta la popolazione altamurana e pugliese, rivolge un appello alle forze politiche ed istituzionali, a tutti i livelli, per discutere, e, in breve tempo, risolvere la grave situazione dei sanitari precari e delle conseguenze, ovvero ricadute, che la popolazione subirà".
Al Consiglio comunale sarà presente, insieme ad alcuni rappresentanti del gruppo di Facebook-Comitato Salviamo la Sanità murgiana, anche Rifondazione Comunista. Verrà distribuito un comunicato, a firma dello stesso Comitato, in cui si chiede di "impegnare la Regione Puglia e la Direzione Generale della Asl/Ba a reperire i 10 milioni di euro per le attrezzature per il nuovo ospedale di cui parlava nell'agosto scorso l'assessore Fiore, senza aspettare i lunghi tempi dell'art. 20. E' paradossale che si destinino 60 milioni di euro come prima trance per il San Raffaele del Mediterraneo a Taranto e si trovi difficoltà a reperire 10 milioni di euro per un ospedale la cui comunità aspetta da 13 anni e 4 mesi". Nella nota si chiedono, inoltre, "tempi certi, molto certi, per la sua apertura, tenendo conto che giusto un anno fa (il 10 settembre 2009) c'era stato un impegno come da capitolato a consegnare la struttura a fine maggio-giugno. Ad oggi i lavori sono fermi e non si ha notizia dell'apertura". E si chiede che "quella struttura sia dotata di specialistiche come la neonatologia, l'oncologia, la pneumologia, la neurologia, l'ORL e l'oculistica. Se diventa la sommatoria dell'esistente, non sarà concorrenziale a strutture vicine e continuerà a registrare mobilità passiva e deficit di bilancio". Necessaria l'attivazione di "apparecchiature elettromedicali attualmente abbandonate da più di 5 anni. Il poligrafo costato 200.000 euro, il cineangiografo costato 500.000 euro e l'elettromiografo costato 200.000 euro. Ad oggi non c'è un piano cardiologico nella Asl/Ba che permette l'utilizzo delle prime due apparecchiature".
"Prendiamo atto - si legge ancora nel documento - dell'impegno assunto dall'assessore Fiore in seguito ad incontro dopo lo sciopero (di lunedì 15 novembre, ndr) e relativa manifestazione indetta dalla Unione Sindacale di Base (USB), che gli assunti a tempo nel 2009 saranno prorogati, ma è necessario che ci sia un piano assunzioni finalizzato all'apertura di quella struttura, che non può essere a costo zero, come lui ha dichiarato".
Salviamo la sanità murgiana propone "la nomina, con un atto deliberativo, di una task-force finalizzata all'organizzazione del trasferimento dei vecchi presidi verso il nuovo ospedale" e chiede di centralizzare "l'assistenza domiciliare e territoriale, in una regione dove il ricorso al Pronto Soccorso si traduce in ricovero in una percentuale del 34%, la più alta d'Italia. Il che dimostra la quasi inesistenza delle strutture territoriali, che non fanno filtro".
Il Presidente di S.p.A., in un'altra nota datata 27 novembre, annuncia che "la vicenda dei sanitari precari altamurani e pugliesi - medici, infermieri, tecnici - è veramente finita. La parola fine - continua - è stata scritta dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 333 del 24 novembre 2010. Dunque per i precari non vi è più nessuna speranza!".
La Corte costituzionale, con sentenza n. 333 depositata il 24 novembre 2010, dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 1, commi 1, 2, 3 e 4, della legge della Regione Puglia 27 novembre 2009, n. 27 Servizio sanitario regionale – Assunzione e dotazioni organiche. Questo perché l'art. 1, commi 1, 2, 3 e 4, destinano l'intero ammontare dei minori costi derivanti da cessazioni del servizio negli anni 2009 e 2010 a nuove assunzioni e ciò non rispetta i principi fondamentali stabiliti dalla legislazione statale in materia di coordinamento della finanza pubblica e viola, quindi, l'art. 117, terzo comma, Cost..
"In pochi istanti - aggiunge Cirasole - il diritto alla stabilità lavorativa, stabilizzazione del personale precario, diventa superato, anche se quasi del tutto maturato. Infatti noi precari della sanità da molti anni abbiamo consentito l'apertura e la vita di reparti d'urgenza (Utic-cardiologia, rianimazione, 118, Pronto Soccorso), in attesa di concorsi che non sono mai arrivati. Abbiamo aspettato anche la stabilizzazione, e questa oggi ci è negata. La sentenza della Corte costituzionale ha fatto chiarezza e giustizia, ma causerà, a breve, danni irreparabili per l'ospedale di Altamura e per quelli di tutta la Puglia. Il sottoscritto, in nome del Comitato S.p.A., di tutti i precari della Puglia e di tutta la popolazione altamurana e pugliese, rivolge un appello alle forze politiche ed istituzionali, a tutti i livelli, per discutere, e, in breve tempo, risolvere la grave situazione dei sanitari precari e delle conseguenze, ovvero ricadute, che la popolazione subirà".
Al Consiglio comunale sarà presente, insieme ad alcuni rappresentanti del gruppo di Facebook-Comitato Salviamo la Sanità murgiana, anche Rifondazione Comunista. Verrà distribuito un comunicato, a firma dello stesso Comitato, in cui si chiede di "impegnare la Regione Puglia e la Direzione Generale della Asl/Ba a reperire i 10 milioni di euro per le attrezzature per il nuovo ospedale di cui parlava nell'agosto scorso l'assessore Fiore, senza aspettare i lunghi tempi dell'art. 20. E' paradossale che si destinino 60 milioni di euro come prima trance per il San Raffaele del Mediterraneo a Taranto e si trovi difficoltà a reperire 10 milioni di euro per un ospedale la cui comunità aspetta da 13 anni e 4 mesi". Nella nota si chiedono, inoltre, "tempi certi, molto certi, per la sua apertura, tenendo conto che giusto un anno fa (il 10 settembre 2009) c'era stato un impegno come da capitolato a consegnare la struttura a fine maggio-giugno. Ad oggi i lavori sono fermi e non si ha notizia dell'apertura". E si chiede che "quella struttura sia dotata di specialistiche come la neonatologia, l'oncologia, la pneumologia, la neurologia, l'ORL e l'oculistica. Se diventa la sommatoria dell'esistente, non sarà concorrenziale a strutture vicine e continuerà a registrare mobilità passiva e deficit di bilancio". Necessaria l'attivazione di "apparecchiature elettromedicali attualmente abbandonate da più di 5 anni. Il poligrafo costato 200.000 euro, il cineangiografo costato 500.000 euro e l'elettromiografo costato 200.000 euro. Ad oggi non c'è un piano cardiologico nella Asl/Ba che permette l'utilizzo delle prime due apparecchiature".
"Prendiamo atto - si legge ancora nel documento - dell'impegno assunto dall'assessore Fiore in seguito ad incontro dopo lo sciopero (di lunedì 15 novembre, ndr) e relativa manifestazione indetta dalla Unione Sindacale di Base (USB), che gli assunti a tempo nel 2009 saranno prorogati, ma è necessario che ci sia un piano assunzioni finalizzato all'apertura di quella struttura, che non può essere a costo zero, come lui ha dichiarato".
Salviamo la sanità murgiana propone "la nomina, con un atto deliberativo, di una task-force finalizzata all'organizzazione del trasferimento dei vecchi presidi verso il nuovo ospedale" e chiede di centralizzare "l'assistenza domiciliare e territoriale, in una regione dove il ricorso al Pronto Soccorso si traduce in ricovero in una percentuale del 34%, la più alta d'Italia. Il che dimostra la quasi inesistenza delle strutture territoriali, che non fanno filtro".