Ospedale e sanità
I Sanitari Precari Altamurani organizzano un sit-in alla Regione
Chiedono l'«immediato processo di stabilizzazione del personale ed il blocco della mobilità in entrata». Il Comitato scrive al presidente Napolitano
Altamura - lunedì 27 dicembre 2010
15.37
Ancora una volta il comitato S.p.A. (Sanitari Precari Altamurani) si mobilita e, a partire da domani mattina, per tre giorni consecutivi, organizza un sit-in a Bari, presso il Palazzo della Regione. La protesta pacifica mira a «sensibilizzare» il Consiglio regionale, con la richiesta di «attuare in tempi brevi un immediato processo di stabilizzazione del personale ed il blocco immediato di tutte le procedure di mobilità in entrata (da altre Regioni) del personale sanitario, già intraprese da alcune Asl».
«I sanitari precari pugliesi – scrive Domenico Cirasole, presidente del Comitato - hanno visto nei loro confronti un accanimento di leggi, sentenze, comportamenti ingiusti ed incomprensibili. Da ultimo vi è l'accordo sul federalismo fiscale regionale raggiunto tra Governo e Regioni che comporterà una riduzione dei servizi per i cittadini della Puglia, perché interessata dal blocco delle assunzioni. Sì - aggiunge - perché si parla di assunzioni e non di blocco del turnover, in quanto noi copriamo da molti anni, con continuità, vacanze organiche di sanitari che da tempo sono in pensione. Non si tiene conto in alcun modo nell'accordo Stato-Regione della riduzione quantitativa e qualitativa delle prestazioni sanitarie, della lesione del diritto alla salute per i pugliesi causata dalla prevedibile ed inevitabile interruzione di pubblico servizio che si verificherà».
Per i sanitari precari «un ulteriore atto d'ingiustizia è la scelta di sostituirci con altro personale attraverso altre procedure (mobilità, avvisi pubblici), con contratti di collaborazione e con l'uso indiscriminato di cooperative e società interinali». Il Comitato chiede il rinnovo dei contratti dei sanitari ed una programmazione della stabilizzazione in tempi brevi, «come imposto dalle direttive europee, dalle norme nazionali di pubblico impiego e confermato di recente dalla Corte di Cassazione Civile. Questo per non disperdere preziose competenze professionali, la cui formazione ha avuto un costo non indifferente per la collettività, e per permettere di rispondere alla crescente domanda di salute dei cittadini pugliesi».
Negli scorsi giorni, il Comitato ha scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere «di intervenire in difesa del diritto alla stabilità dei professionisti sanitari precari».
«Non può esservi democrazia quando manca il dialogo, la partecipazione politica e la formazione culturale», si legge nella lettera. «Solo la formazione culturale è il seme della democrazia, e questa oggi è fortemente lesa, assieme al futuro dei giovani e meno giovani. Su loro cade la responsabilità della politica che, abrogando lentamente e silenziosamente i diritti dei lavoratori, ha creato terreno fertile alla crisi economica-sociale-ideale-morale».
«I sanitari precari pugliesi – scrive Domenico Cirasole, presidente del Comitato - hanno visto nei loro confronti un accanimento di leggi, sentenze, comportamenti ingiusti ed incomprensibili. Da ultimo vi è l'accordo sul federalismo fiscale regionale raggiunto tra Governo e Regioni che comporterà una riduzione dei servizi per i cittadini della Puglia, perché interessata dal blocco delle assunzioni. Sì - aggiunge - perché si parla di assunzioni e non di blocco del turnover, in quanto noi copriamo da molti anni, con continuità, vacanze organiche di sanitari che da tempo sono in pensione. Non si tiene conto in alcun modo nell'accordo Stato-Regione della riduzione quantitativa e qualitativa delle prestazioni sanitarie, della lesione del diritto alla salute per i pugliesi causata dalla prevedibile ed inevitabile interruzione di pubblico servizio che si verificherà».
Per i sanitari precari «un ulteriore atto d'ingiustizia è la scelta di sostituirci con altro personale attraverso altre procedure (mobilità, avvisi pubblici), con contratti di collaborazione e con l'uso indiscriminato di cooperative e società interinali». Il Comitato chiede il rinnovo dei contratti dei sanitari ed una programmazione della stabilizzazione in tempi brevi, «come imposto dalle direttive europee, dalle norme nazionali di pubblico impiego e confermato di recente dalla Corte di Cassazione Civile. Questo per non disperdere preziose competenze professionali, la cui formazione ha avuto un costo non indifferente per la collettività, e per permettere di rispondere alla crescente domanda di salute dei cittadini pugliesi».
Negli scorsi giorni, il Comitato ha scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere «di intervenire in difesa del diritto alla stabilità dei professionisti sanitari precari».
«Non può esservi democrazia quando manca il dialogo, la partecipazione politica e la formazione culturale», si legge nella lettera. «Solo la formazione culturale è il seme della democrazia, e questa oggi è fortemente lesa, assieme al futuro dei giovani e meno giovani. Su loro cade la responsabilità della politica che, abrogando lentamente e silenziosamente i diritti dei lavoratori, ha creato terreno fertile alla crisi economica-sociale-ideale-morale».