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La storia di Giuseppe Bruscella, partito da Altamura 50 anni fa
Figlio di Domenico “Pirotecnico”, ha salvato l’archivio storico della società Breda
lunedì 18 luglio 2011
Una storia che sicuramente farà onore alla città di Altamura. Una di quelle storie in cui ci si imbatte per caso. Quando un uomo cerca le proprie radici - e le cerca a distanza di anni - è perché ha bisogno di rimettere insieme i pezzi di un passato non troppo lontano. O semplicemente perché prova nostalgia per la terra che gli ha dato i natali. Giuseppe Bruscella nacque ad Altamura nel 1943. Aveva appena 18 anni quando, per lavoro, fu costretto a partire per Milano. Da allora è tornato nella sua città originaria pochissime volte. Eppure il cognome Bruscella era noto non solo ad Altamura. Maestri dell'arte pirotecnica, allietarono le feste patronali cittadine per tanti anni. Spesso quel cognome si ritrovava sui manifesti. Molti sicuramente lo ricorderanno.
Domenico Bruscella, detto "Pirotecnico", morì nel 1953, vittima di un incidente avvenuto nella sua fabbrica, ad Altamura. Nello stesso incidente persero la vita anche due operai. La passione per i fuochi pirotecnici gli fu trasmessa dal padre Giuseppe, nonno di quel Giuseppe Bruscella partito per Milano a soli 18 anni. «Era il 23 agosto del 1961 quando salii su quel treno, il giorno del mio compleanno. Il 23 agosto di quest'anno compio esattamente 50 anni di lontananza da Altamura». Le parole di Giuseppe Bruscella vibrano nel telefono. Quasi si riesce a percepire, nel filo di voce, il filo sottile che lo lega alla sua città natale. «Dovendo imparare un mestiere, ho frequentato la scuola professionale a Bitetto. Lì fui avviato alla professione di falegname. Mi piace, certo, poi ho capito che la mia strada era un'altra».
Giuseppe Bruscella ha frequentato la scuola d'arte "Cova" a Milano, conseguendo il diploma di grafico pubblicitario. Nella capitale della Lombardia ha vissuto fino a poco tempo fa. Ora risiede a Varedo, nella provincia di Monza e della Brianza. Nel 1996 è tornato a far visita ad Altamura, fermandosi qui per una settimana. «In quell'occasione mi sono appassionato alla storia della mia città, al personaggio di Federico II di Svevia. Ho portato con me in Lombardia tanti libri».
Il nome di Giuseppe Bruscella merita di essere conosciuto ad Altamura per l'impegno profuso e per le azioni compiute nella capitale lombarda. Ora è in pensione, ma ha lavorato a lungo per la Società Breda. «Quando la Breda è confluita nel gruppo Ansaldo Breda - racconta Bruscella - dal momento che doveva essere messo tutto a nuovo, l'archivio storico della Breda sarebbe stato bruciato. Erano 100 anni di storia, in quell'archivio si conservavano persino alcune lettere di Gabriele D'Annunzio. Non era solo uno scrittore, ma anche un aviatore e la Breda in passato costruiva aerei». Giuseppe Bruscella lavorava per la Breda già da 27 anni. Ha contattato la Soprintendenza Archivistica per la Lombardia, salvando quel patrimonio. Il riconoscimento della Soprintendenza è racchiuso in una frase: «Lei ha salvato un pezzo di storia dell'Italia». Dell'archivio storico della Breda si occupò il Comune di Sesto San Giovanni, che ne ha fatto un Museo ricco di testimonianze e di cimeli. «Quell'archivio - continua Bruscella - è servito per la stesura di tesi di laurea. Insieme a due volontari, abbiamo anche recuperato una locomotiva a vapore del 1906. Si muove da ferma, nel senso che non può compiere viaggi, ma i meccanismi funzionano». Con decreto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel 2010 Giuseppe Bruscella è stato inserito nel registro dei Cavalieri. Nel 1994 ha ricevuto la Stella al Merito del Lavoro, con il titolo di "Maestro del Lavoro della Repubblica".
Giuseppe Bruscella dipinge. Ha frequentato corsi liberi di disegno e di pittura presso la scuola Faruffini di Sesto San Giovanni sotto la guida del maestro Antonio Fumagalli e presso l'Atelier del Bottegone con il pittore Gianni Varesi. Nel 1994 si è aggiudicato l'Ambrogino d'Oro dal Comune di Milano. È inserito nel catalogo d'arte "L'Elite - Selezione arte italiana 1996". Ha partecipato a collettive e rassegne d'arte in diverse località italiane.
«Quando ho letto il nome della tipografia Portoghese - spiega - mi sono sentito uno di loro. Ho qualche parente ad Altamura, ma chi si allontana dal proprio paese, quando vi ritorna spesso si sente un estraneo. Vorrei dire ad Altamura e al Primo cittadino che non mi sento di Varedo, perché sono orgoglioso di essere altamurano».
Giuseppe Bruscella sta raccogliendo i manifesti in cui compaiono i nomi del padre e del nonno. Se qualcuno dei nostri lettori ne ha notizia, può scrivere ad info@altamuralife.it.
Domenico Bruscella, detto "Pirotecnico", morì nel 1953, vittima di un incidente avvenuto nella sua fabbrica, ad Altamura. Nello stesso incidente persero la vita anche due operai. La passione per i fuochi pirotecnici gli fu trasmessa dal padre Giuseppe, nonno di quel Giuseppe Bruscella partito per Milano a soli 18 anni. «Era il 23 agosto del 1961 quando salii su quel treno, il giorno del mio compleanno. Il 23 agosto di quest'anno compio esattamente 50 anni di lontananza da Altamura». Le parole di Giuseppe Bruscella vibrano nel telefono. Quasi si riesce a percepire, nel filo di voce, il filo sottile che lo lega alla sua città natale. «Dovendo imparare un mestiere, ho frequentato la scuola professionale a Bitetto. Lì fui avviato alla professione di falegname. Mi piace, certo, poi ho capito che la mia strada era un'altra».
Giuseppe Bruscella ha frequentato la scuola d'arte "Cova" a Milano, conseguendo il diploma di grafico pubblicitario. Nella capitale della Lombardia ha vissuto fino a poco tempo fa. Ora risiede a Varedo, nella provincia di Monza e della Brianza. Nel 1996 è tornato a far visita ad Altamura, fermandosi qui per una settimana. «In quell'occasione mi sono appassionato alla storia della mia città, al personaggio di Federico II di Svevia. Ho portato con me in Lombardia tanti libri».
Il nome di Giuseppe Bruscella merita di essere conosciuto ad Altamura per l'impegno profuso e per le azioni compiute nella capitale lombarda. Ora è in pensione, ma ha lavorato a lungo per la Società Breda. «Quando la Breda è confluita nel gruppo Ansaldo Breda - racconta Bruscella - dal momento che doveva essere messo tutto a nuovo, l'archivio storico della Breda sarebbe stato bruciato. Erano 100 anni di storia, in quell'archivio si conservavano persino alcune lettere di Gabriele D'Annunzio. Non era solo uno scrittore, ma anche un aviatore e la Breda in passato costruiva aerei». Giuseppe Bruscella lavorava per la Breda già da 27 anni. Ha contattato la Soprintendenza Archivistica per la Lombardia, salvando quel patrimonio. Il riconoscimento della Soprintendenza è racchiuso in una frase: «Lei ha salvato un pezzo di storia dell'Italia». Dell'archivio storico della Breda si occupò il Comune di Sesto San Giovanni, che ne ha fatto un Museo ricco di testimonianze e di cimeli. «Quell'archivio - continua Bruscella - è servito per la stesura di tesi di laurea. Insieme a due volontari, abbiamo anche recuperato una locomotiva a vapore del 1906. Si muove da ferma, nel senso che non può compiere viaggi, ma i meccanismi funzionano». Con decreto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel 2010 Giuseppe Bruscella è stato inserito nel registro dei Cavalieri. Nel 1994 ha ricevuto la Stella al Merito del Lavoro, con il titolo di "Maestro del Lavoro della Repubblica".
Giuseppe Bruscella dipinge. Ha frequentato corsi liberi di disegno e di pittura presso la scuola Faruffini di Sesto San Giovanni sotto la guida del maestro Antonio Fumagalli e presso l'Atelier del Bottegone con il pittore Gianni Varesi. Nel 1994 si è aggiudicato l'Ambrogino d'Oro dal Comune di Milano. È inserito nel catalogo d'arte "L'Elite - Selezione arte italiana 1996". Ha partecipato a collettive e rassegne d'arte in diverse località italiane.
«Quando ho letto il nome della tipografia Portoghese - spiega - mi sono sentito uno di loro. Ho qualche parente ad Altamura, ma chi si allontana dal proprio paese, quando vi ritorna spesso si sente un estraneo. Vorrei dire ad Altamura e al Primo cittadino che non mi sento di Varedo, perché sono orgoglioso di essere altamurano».
Giuseppe Bruscella sta raccogliendo i manifesti in cui compaiono i nomi del padre e del nonno. Se qualcuno dei nostri lettori ne ha notizia, può scrivere ad info@altamuralife.it.