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Ad Altamura un immenso archivio privato dedicato a Mercadante

Vito Ventricelli racconta la sua passione

Non bastano poche ore per compiere un viaggio lungo 216 anni. Ci vuole pazienza, impegno e tanta passione. Il lavoro di ricerca è fatto di minuziose e costanti attenzioni perché ogni piccolo frammento può contribuire a costruire quel quadro ancora incompleto che è la nostra Storia. Apprezzare la bellezza significa non fermarsi alle apparenze, ma imparare a conoscerla. La superficie mostra un unico lato della medaglia, quello più visibile ma sicuramente meno affascinante. I tesori che riguardano Altamura non sono custoditi solo in città. Si scoprono camminando per strade e piazze, frequentando musei, archivi e biblioteche locali. Molti rimangono a lungo nascosti in altre nazioni finché non capitano nelle mani di qualche appassionato cultore della propria terra. Alla luce di tali ritrovamenti, acquistano nuova vita, valorizzando la città o il paese da cui hanno avuto origine.

Saverio Mercadante viaggiò tantissimo. Seppe dare alle sue opere la soavità della Poesia, l'armonia della Musica, la drammaticità delle emozioni più profonde. Fu battezzato ad Altamura il 17 settembre 1795. Trascorse gran parte dell'esistenza nei principali Teatri d'Italia e d'Europa. In seguito fu nominato a Napoli - con decreto del 18 giugno 1840 del Re Ferdinando II - direttore del Conservatorio di San Pietro a Majella. La produzione del grande musicista altamurano cominciò nel 1813 con apprezzata musica strumentale, poi continuò con la composizione melodrammatica. Nel 1819 compose, infatti, l'Apoteosi d'Ercole. Proseguì nella sua attività di compositore fino al 1870, quando, da tempo cieco, continuava a dettare agli allievi musica strumentale. Con la morte, avvenuta il 17 dicembre 1870, resta incompiuta l'ultima sua opera, L'orfana di Brono. L'argomento è tratto da un romanzo di Achille Mauri (1806-1883). L'avvocato Filippo Cicconetti, per l'occasione, così piange: «…Quanta sapienza ha egli condotto seco nel sepolcro e quanta mestizia la sua fatale dipartita lascia in tutti coloro a' quali torna soave la dolcezza della sua armonia!».

Vito Ventricelli, medico pediatra, appassionato cultore della vita di Mercadante e della storia della Scuola Napoletana, si dedica da sempre all'approfondimento e alla ricerca di questo fondamentale periodo della Musica. Studi e notizie lo hanno condotto in altre città, dove era possibile rinvenire frammenti necessari a ricostruire, almeno in parte, il quadro. Da questo sentimento è scaturito uno scrigno prezioso di informazioni e di cimeli altrimenti dispersi.

Avvisi teatrali, scenografie, litografie, ritratti, libretti, lettere, balli, spartiti autografi e non di Saverio Mercadante, oltre che di tutta la Scuola Napoletana, danno corpo ad un poderoso archivio privato, un unicum nel panorama culturale cittadino. Tesori che possono sicuramente contribuire a rendere più forte il legame fra gli altamurani e la storia del compositore che onorò l'Italia, oltre che la sua città. E non si tratta di una semplice raccolta, né di una collezione lasciata fra scaffali di antiche librerie. Ogni pagina non è un immobile pezzo da museo, ma rivive nell'aggiornamento continuo. L'archivio è consultato da studiosi e da giovani laureandi. Spesso costituisce la materia per incisione di preziosi inediti, rappresentati in diverse località, anche fuori Europa. Visitarlo significa compiere un vero e proprio viaggio indietro nel tempo.

Fra gli avvisi teatrali c'è quello su seta dell'opera I Normanni a Parigi, rappresentata presso il Teatro Eretenio di Vicenza nel 1836. Ad interpretarla fu Marianna Brighenti, intima amica di Paolina Leopardi, sorella di Giacomo. Testimonianza di questa lunga amicizia sono le lettere che le due donne si scambiarono dal 1829 al 1865. Nell'archivio, anche le stampe di numerose scenografie legate alle opere di Mercadante e alla Scuola Napoletana. Non passano inosservate quelle della Didone Abbandonata e dell'Elisa e Claudio di Alessandro Sanquirico, per citarne solo alcune.

Infinito il numero di ritratti, oltre che di foto, in cui Mercadante compare non solo in età avanzata, ma anche da giovane. E fra gli oltre mille libretti, l'unico contenente Il cespuglio delle rose, un'azione teatrale con intermezzi di danza musicata, espressamente commissionato dal Re Carlo Felice al compositore altamurano. Il libretto, datato 25 dicembre 1827, con legatura in piena pelle rosso vivo alle armi, fu donato a Carlo Felice di Savoia, re di Sardegna dal 1821 al 1831. In aggiunta, sculture raffiguranti putti - allegoria dei cespugli di rose - che alcuni artisti produssero per l'occasione. Si contano anche Canzoni napoletane, sempre di Mercadante, fra cui due eseguite presso il Teatro Pagliano di Firenze nel 1861, in occasione dell'Unità d'Italia. Riscossero grande successo.

Di straordinaria rarità, La danza augurale, eseguita il 24, 25, 26 luglio 1859 per la successione al trono di Francesco II e di Maria Sofia Amalia su poesia del lucano Nicola Sole e musicata da Mercadante. Prezioso uno spartito ornato del 1857, sempre di Mercadante, che riporta sul retro anche la firma di Francesco Florimo, bibliotecario del Conservatorio di Napoli. O anche l'organino a manovella ottocentesco arricchito, all'interno, da foto di Mercadante e di Rossini e riproducente la melodia dell'Elisa e Claudio. Da citare Il lamento dell'Usignolo (1841) e La madre (1841), poesia composta da Giuseppe Regaldi - e musicata dallo stesso Mercadante - per la tragica ed immatura morte dell'unico erede della duchessa di Miranda.

Fra i cimeli, il ventaglio donato alla cantante Emma Carelli, prima donna ne La Vestale, opera di Mercadante rappresentata ad Altamura nel 1895, data d'inaugurazione del Teatro Mercadante. Al centro riporta la fotografia in bianco e nero dello stesso Teatro. Emma Carelli esordì ad Altamura e proseguì la sua brillante carriera in numerosi teatri, addirittura in Argentina ed in Brasile. Il padre, Beniamino (1833-1921), compositore, è stato sempre grato ad Altamura, che ha dato l'incipit di ineguagliabile successo alla figlia Emma. La discografia del celebre compositore altamurano è completa.

Si tratta della minima parte di un immenso archivio conservato con cura, che crea competenza e conoscenza e che confluirà nella prossima pubblicazione, ad opera di Ventricelli, di un corposo lavoro, Mercadante: Opera omnia. Troppo poco lo spazio di un articolo per descrivere tutto. Ma, come sosteneva il poeta tedesco Heinrich Heine, «dove le parole finiscono, inizia la musica».

L'idea di Ventricelli è di fondare La Casa di Mercadante, un Centro di studio e un movimento culturale e turistico aperto non solo ai Conservatori, ma anche a tutte le scuole. Ritiene inammissibile «che negli studi si dia conoscenza di scrittori, poeti, pittori anche secondari e nessuna informazione di Musica e di musicisti, di trionfali periodi come quello della gloriosa storia del Melodramma italiano. E' inammissibile insomma - continua Ventricelli - che i giovani non abbiano nella formazione culturale le minime conoscenze della storia della Musica».

Per Ventricelli «un sito di incontro e di visita guidata è capace di informare, crea entusiasmo e movimento, recluta personale e nuovi impieghi e, cosa ancora più importante, forma nuovi artisti. Attualmente, pur nella crisi globale, si segnala un notevole fermento nel campo musicale e si procede nella scoperta di nuovi talenti in campo giovanile. Il merito di questo coraggioso percorso è specie dei maestri Sergio Segalini, Riccardo Muti e Alberto Triola. Il primo, come passato Direttore artistico a Martina Franca, ha rilanciato Mercadante, tra l'altro, con la rappresentazione della Donna Caritea e con il Pelagio. Il maestro Muti con la trionfale rappresentazione de I Due Figaro a Salisburgo e a Ravenna. Da pochi giorni si apprende del rinvenimento della Francesca da Rimini di Mercadante di cui si erano perse le tracce e della volontà del maestro Alberto Triola, subentrato al maestro Segalini a Martina Franca, di volerlo rappresentare nella cittadina pugliese il prossimo anno. Il coraggio di questi Direttori - conclude Ventricelli - è di uscire dall'usuale rappresentazione mirante solo a fare cassa, proponendo opere senz'altro belle, ma mille volte ripetute. Finalmente si è mirato alla scoperta e alla formazione di nuove Voci e Orchestre giovanili, con la ricerca di nuovi repertori nell'ambito dei capolavori di un passato non più riproposto».
3 fotoDall'archivio privato di Vito Ventricelli
I Normanni a ParigiSaverio Mercadante da giovaneEmma Carelli, 1902
  • Francesco Saverio Mercadante
  • Teatro Mercadante Altamura
  • Vito Ventricelli
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