Le zone umide "minori" dell'Alta Murgia

La nostra Murgia, per sua stessa natura, è certamente povera di corpi idrici perenni, ma è anche inaspettatamente ricca di laghetti, stagni effimeri e pascoli inondati, come suggerito dalla presenza di diversi toponimi sulle carte quali "lago", "pescara", "piscina" ed i vari derivati dialettali.

I Laghi carsici occupano le depressioni erose dall'azione carsica, che scioglie le rocce calcaree; si rinvengono spesso sul fondo di doline o di più ampie depressioni, visibili rispetto al paesaggio circostante per il più o meno brusco approfondimento e per la presenza più o meno costante di acqua. Il fondo di questi bacini di regola è tappezzato e reso impermeabile da "terra rossa", che rappresenta proprio il residuo insolubile delle rocce carbonatiche. Uno specchio d'acqua carsico praticamente "dietro l'angolo" è il laghetto di S. Giuseppe, a carattere perenne, facilmente accessibile dalla SP 35.

In realtà, molti bacini murgiani più che veri laghi sono stagni temporanei e appaiono solamente nei periodi in cui le piogge sono abbondanti; il ciclo di inondamento è invernale e primaverile, mentre in estate si presentano secchi e riconoscibili solo dalla vegetazione erbacea, nettamente differente rispetto a quella delle zone circostanti.

Nei secoli scorsi, quando si viveva nelle campagne, gli ambienti di ristagno idrico hanno rappresentato una risorsa da sfruttare aguzzando l'ingegno, data la mancanza di acquedotti ed acque correnti da adoperare. Così al centro dei bacini carsici spesso sorgevano "votani", costruzioni in pietra o tufo a forma di cilindro, aperte in superficie e profondamente interrate, che trattenevano l'acqua in via di deflusso nel bacino, con lo scopo di servirsene per l'irrigazione dei campi e l'abbeveraggio degli animali. Un esempio si trova sul fondo del bacino di Gurlamanna, in agro di Altamura e visibile dalla provinciale SP 238, di fronte al Pulicchio di Gravina; molti altri votani sono poco visibili, perché circondati da alberi, collocati lì a rallentare l'evaporazione dell'acqua.

In altre zone di impaludamento sono state poste vasche, chiamati "bagni", atte alla pulitura delle pecore prima della tosatura, per poter vendere la lana a prezzi più alti; questa operazione consisteva nel "lavaggio a mano" delle bestie da parte dei pastori, che si immergevano anch'essi nelle vasche, costringendo le pecore ad un percorso obbligato nell'acqua e spazzolandole energicamente. Significativa, a questo proposito, è la vasca situata in località S. Magno, in agro di Corato, al centro di una delle zone "umide" più estese dell'intera Murgia.

Le zone umide cosiddette "minori" sono tutelate dalla Direttiva "Habitat" Europea (92/43/CEE) e sono particolarmente importanti nell'ambito del nostro altopiano: in un ambiente monotono, arido, pietroso ed apparentemente "povero" di acqua superficiale, esse diversificano il paesaggio e fungono da oasi di biodiversità, sostenendo popolazioni di anfibi, invertebrati e piante acquatiche, che altrimenti non sarebbero presenti. Inoltre, considerando che la nostra regione si trova al centro di molte rotte migratorie di uccelli, queste zone umide minori fungono da area di sosta e di alimentazione durante i lunghi viaggi. Talvolta, infatti, è possibile osservare, specialmente nella stagione invernale e primaverile, pavoncelle, gru, chiurli, pivieri dorati, marzaiole ed altri uccelli migratori che si alimentano e sostano nei pascoli inondati.

Attualmente tali delicatissimi e preziosi ambienti rischiano la scomparsa a causa dei cambiamenti climatici, dei mutamenti di destinazione d'uso dei suoli, dell'abbandono delle pratiche tradizionali di gestione del territorio e delle strutture antropiche e dell'invasione di specie esotiche o sostanze inquinanti.