Natura Murgiana

Le orchidee ed i loro “inganni amorosi”

In aprile il picco di fioritura di questi particolarissimi fiori

Tra i tanti fiori che vestono i campi di aprile, spiccano per bellezza le orchidee spontanee, totalmente differenti dalle più famose parenti commerciali, vendute nei vivai e provenienti da latitudini tropicali o incroci in serra.

La famiglia delle Orchidaceae è tra le più ricche di specie vegetali - oltre 20 mila - a distribuzione prevalentemente tropicale; anche da noi, però, c'è quanto basta per attrarre un numero crescente di studiosi ed appassionati: in Puglia si contano poco meno di un centinaio di specie, di cui oltre il 90% presenti nel Gargano.

Nell'area murgiana proprio in questo periodo si registra il "picco" di fioritura, per cui allenando un po' la vista si riesce ad ammirare le diverse forme di orchidee, sebbene talvolta nascoste dai più appariscenti asfodeli; esse appartengono prevalentemente ai generi Ophrys, Anacamptis, Neotinea e Serapias.

Il primato in termini di peculiarità va certamente alle ofridi (genere Ophrys), i cui fiori hanno un aspetto estremamente insolito, frutto di adattamenti finissimi per l'impollinazione: essi imitano forme, colori ed odori degli insetti, per realizzare un cosiddetto "inganno sessuale". Ad esempio, capita abitualmente che un imenottero maschio del genere Eucera – una specie di ape - venga attirato irresistibilmente dall'ofride fior di bombo (Ophrys bombyliflora), la quale imita la fisionomia del "corpo femminile" dell'insetto con il suo labello e produce persino ferormoni, le stesse molecole odorose emanate da una femmina in cerca di un compagno. L'ignaro maschietto viene così "usato" dall'ofride come veicolo del polline, che raccoglie su di sé durante la "pseudo-copulazione" e deposita su un'altra piantina nel corso di un successivo incontro fintamente amoroso.

Lo stesso meccanismo riguarda tutte le ofridi, che solitamente hanno impollinatori specifici, ma non "infallibili"; quando sbagliano "bersaglio" e convogliano il polline dall'Ofride fior di bombo sull'ofride fior di vespa (Ophrys tenthredinifera), può succedere che nasca un "pargolo" che somiglia un po' alla mamma ed un po' al papà. Questa eventualità è detta, in termini specialistici, ibridazione, ed è un fenomeno abbastanza diffuso tra le ofridi, tanto da rendere labili i confini tassonomici tra una specie e l'altra. L'ibridazione fa "ammattire" gli studiosi ed incuriosire gli appassionati, risultando espediente vincente nella logica dell'evoluzione: il continuo rimescolamento del materiale ereditario e la conseguente comparsa di nuovi "tipi", può rendere alcuni di essi più adatti all'ambiente rispetto alle specie iniziali e dunque, potenzialmente, più "diffondibili".

Tanto grande è la singolarità delle Orchidaceae in tutto il mondo, che l'intera famiglia è protetta a livello internazionale dalla Convenzione di Washington (CITES); nessuna piantina può, pertanto, essere raccolta o danneggiata in natura. Del resto sarebbe totalmente inutile, in quanto tali fiori, con una ecologia particolare in natura, molto difficilmente attecchiscono in vaso.

Foto 1: Anacamptis papilionacea (L.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase 1997
Foto 2: Ibrido tra Ophrys Bombilyflora ed Op. tenthredinifera
Foto 3: Ophrys bombyliflora Link (1799) 1800, uno dei genitori dell'ibrido
Foto 4: Ophrys sipontensis R. Lorenz & Gembardt 1987 (per alcuni Ophrys murgiana Cillo, Medagli & Margherita)
Foto 5: Ophrys tenthredinifera Willd. 1805, l'altro genitore dell'ibrido
5 fotoLe orchidee ed i loro “inganni amorosi”
Anacamptis-papilionaceaIbrido tenthredinifera-bombilyfloraOphrys bombilyflora (l'altro genitore)Ophrys sipontensis (murgiana)Ophrys tenthredinifera (un genitore)
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