Natura Murgiana
La Cetonia, un coleottero color metallo
Lo si può sorprendere mentre si “ingozza” di nettare, totalmente immerso nelle corolle dei fiori
lunedì 9 maggio 2011
Tra gli insetti più diffusi e facilmente osservabili in natura spicca la Cetonia dorata (Cetonia aurata), un coleottero appartenente alla famiglia degli Scarabeidi. La sua colorazione lucente e metallica, di solito verde-ramata, e le sue dimensioni intorno al centimetro e mezzo lo rendono riconoscibile, soprattutto in primavera inoltrata, quando, complici i tepori primaverili e l'abbondanza di cibo, scorrazza fra prati e cespugli, librandosi nell'aria con volo un po' goffo. L'insetto possiede, infatti, un paio d'ali, che a riposo non si vedono e sono tenute ripiegate sotto due ali "indurite"– dette elitre- che assolvono funzione protettiva nei confronti dei tessuti molli sottostanti.
La cetonia si ciba di vegetali, fiori, frutta, linfa e non è raro sorprenderla totalmente immersa nelle corolle mentre fa incetta di nettare e polline, non senza qualche piccolo danno agli sventurati fiori; allo stadio larvale ha un aspetto "vermiforme" e si nutre di detriti: le uova vengono deposte tra tronchi marcescenti o in terreni ricchi di humus, cosicché alla schiusa i piccoli trovano già la "tavola imbandita" e mettono immediatamente in moto le mascelle.
In alcune zone d'Italia, quando la vita si svolgeva prevalentemente nelle campagne, i ragazzi solevano catturare e mettere al guinzaglio - un filo legato alla zampetta posteriore - queste colorate bestiole e portarsele a spasso come cagnolini volanti; attualmente, in un mondo divenuto "cittadino" le cetonie, come molti altri insetti, suscitano meraviglia o persino repulsione, forse perché ritenuti erroneamente velenosi e sporchi. Di tossico, in verità, non hanno nulla e l'unico "ricordino" poco simpatico di cui possono omaggiare il malcapitato maneggiatore è un liquido maleodorante, con l'intento di riconquistare la libertà approfittando del ribrezzo altrui.
Al di là della bellezza di molti coleotteri, qualità che li ha resi, da lungo tempo, ambiti "oggetti" da collezione - tra i più noti collezionisti il giovane Darwin, padre della teoria dell'evoluzione - questi animaletti hanno un ruolo basilare negli ecosistemi: si nutrono spesso di detrito, riciclando sostanze di rifiuto per produrre concime assimilabile dalle piante e solo una esigua minoranza può danneggiare le coltivazioni.
La cetonia si ciba di vegetali, fiori, frutta, linfa e non è raro sorprenderla totalmente immersa nelle corolle mentre fa incetta di nettare e polline, non senza qualche piccolo danno agli sventurati fiori; allo stadio larvale ha un aspetto "vermiforme" e si nutre di detriti: le uova vengono deposte tra tronchi marcescenti o in terreni ricchi di humus, cosicché alla schiusa i piccoli trovano già la "tavola imbandita" e mettono immediatamente in moto le mascelle.
In alcune zone d'Italia, quando la vita si svolgeva prevalentemente nelle campagne, i ragazzi solevano catturare e mettere al guinzaglio - un filo legato alla zampetta posteriore - queste colorate bestiole e portarsele a spasso come cagnolini volanti; attualmente, in un mondo divenuto "cittadino" le cetonie, come molti altri insetti, suscitano meraviglia o persino repulsione, forse perché ritenuti erroneamente velenosi e sporchi. Di tossico, in verità, non hanno nulla e l'unico "ricordino" poco simpatico di cui possono omaggiare il malcapitato maneggiatore è un liquido maleodorante, con l'intento di riconquistare la libertà approfittando del ribrezzo altrui.
Al di là della bellezza di molti coleotteri, qualità che li ha resi, da lungo tempo, ambiti "oggetti" da collezione - tra i più noti collezionisti il giovane Darwin, padre della teoria dell'evoluzione - questi animaletti hanno un ruolo basilare negli ecosistemi: si nutrono spesso di detrito, riciclando sostanze di rifiuto per produrre concime assimilabile dalle piante e solo una esigua minoranza può danneggiare le coltivazioni.