Natura Murgiana
L'incontro con pivieri dorati e pavoncelle
Nella prima decade di marzo comincia il turn-over nell'avifauna murgiana.
venerdì 9 marzo 2012
Queste di inizio marzo sono, a pieno titolo, le ultime giornate invernali o, di preferenza, le prime di una nuova primavera. Per gli animali selvatici dei nostri ambienti, questo è un periodo di grande fermento: alcuni si svegliano dal letargo, altri cominciano la ricerca del partner sessuale, altri addirittura sono già in piena attività riproduttiva e molti, invece, sono in "viaggio".
E' il momento in cui l'avifauna murgiana subisce un massiccio turn-over di specie: fuori le svernanti, quali merli, tordi, pettirossi, e dentro, averle, culbianchi, grillai. Così, in giro per le Murge, si vedono grossi stormi che girano per i cieli e che si posano per risposare sui campi. Capita, con un po' di fortuna e con l'occhio attento del birdwatcher, di incontrare chi sta per partire e chi è appena arrivato, oppure chi si ferma un attimo per riposare prima di riprendere la migrazione, una situazione di confusione in cui ci può stare anche l'avvistamento eccezionale.
Come lo spettacolo di qualche giorno fa, realizzatosi su un campo coltivato a cereali in piena Murgia, tra Altamura e Ruvo, quando pronti per partire alla volta del Nord c'erano oltre 300 pivieri dorati ed una sessantina di pavoncelle.
Il Piviere dorato (Pluvialis apricaria) e la Pavoncella (Vanellus vanellus) sono specie di uccelli appartenenti alla famiglia dei Caradridi, cui afferiscono molte altre specie legate tipicamente alle aree umide come i corrieri ed i chiurli. Queste due specie, invece, non frequentano solamente le aree umide, ma prediligono, in inverno, le nostre zone, in primis campi coltivati a cereali o incolti, o arati, nei quali "passeggiano" agili, becchettando frenetiche le larve e gli invertebrati che trovano nel terreno. Il Piviere dorato deve il suo nome al caratteristico piumaggio invernale dalle tonalità dorate, che lo rende mimetico sui campi, quando il sole scintilla sui fili d'erba bagnati. La Pavoncella è un pennuto dalla livrea molto elegante, nera sul dorso con riflessi verdi ed iridescenti e bianca nelle parti inferiori; ha un caratteristico ciuffo nero sulla testa, più lungo nei maschi. Sono entrambe specie gregarie, vivono in gruppi talvolta molto numerosi e solitamente, nella prima decade di marzo, partono per trascorre la primavera-estate a Nord: nella tundra artica e nelle brughiere del Nord Europa per il Piviere, anche al Nord Italia per la Pavoncella, dove si riproducono.
Queste splendide specie non se la passano benissimo: il Piviere dorato, in particolare, è specie rara e minacciata, protetta in Italia, mentre in altri paesi risulta cacciabile; la Pavoncella è, invece, specie cacciabile anche da noi e ciò contribuisce a tenere le popolazioni a livelli numericamente contenuti. Oltre alla caccia, sono la frammentazione ed il disturbo dei loro habitat che rendono questi animali a rischio. Essi rappresentano l'ennesima testimonianza dell'importanza degli agro-ecosistemi murgiani e del meridione d'Italia, per le loro caratteristiche di estensione e diversificazione: l'alternanza tra zone a pascolo, oliveti e vigneti, campi di cereali ed incolti e il basso disturbo e frequentazione da parte dell'uomo, specialmente nella stagione invernale, fanno sì che siano usati come rifugio invernale non solo da Pivieri dorati e Pavoncelle, ma anche da un gran numero di specie dell'avifauna che qui trovano un habitat idoneo.
E' il momento in cui l'avifauna murgiana subisce un massiccio turn-over di specie: fuori le svernanti, quali merli, tordi, pettirossi, e dentro, averle, culbianchi, grillai. Così, in giro per le Murge, si vedono grossi stormi che girano per i cieli e che si posano per risposare sui campi. Capita, con un po' di fortuna e con l'occhio attento del birdwatcher, di incontrare chi sta per partire e chi è appena arrivato, oppure chi si ferma un attimo per riposare prima di riprendere la migrazione, una situazione di confusione in cui ci può stare anche l'avvistamento eccezionale.
Come lo spettacolo di qualche giorno fa, realizzatosi su un campo coltivato a cereali in piena Murgia, tra Altamura e Ruvo, quando pronti per partire alla volta del Nord c'erano oltre 300 pivieri dorati ed una sessantina di pavoncelle.
Il Piviere dorato (Pluvialis apricaria) e la Pavoncella (Vanellus vanellus) sono specie di uccelli appartenenti alla famiglia dei Caradridi, cui afferiscono molte altre specie legate tipicamente alle aree umide come i corrieri ed i chiurli. Queste due specie, invece, non frequentano solamente le aree umide, ma prediligono, in inverno, le nostre zone, in primis campi coltivati a cereali o incolti, o arati, nei quali "passeggiano" agili, becchettando frenetiche le larve e gli invertebrati che trovano nel terreno. Il Piviere dorato deve il suo nome al caratteristico piumaggio invernale dalle tonalità dorate, che lo rende mimetico sui campi, quando il sole scintilla sui fili d'erba bagnati. La Pavoncella è un pennuto dalla livrea molto elegante, nera sul dorso con riflessi verdi ed iridescenti e bianca nelle parti inferiori; ha un caratteristico ciuffo nero sulla testa, più lungo nei maschi. Sono entrambe specie gregarie, vivono in gruppi talvolta molto numerosi e solitamente, nella prima decade di marzo, partono per trascorre la primavera-estate a Nord: nella tundra artica e nelle brughiere del Nord Europa per il Piviere, anche al Nord Italia per la Pavoncella, dove si riproducono.
Queste splendide specie non se la passano benissimo: il Piviere dorato, in particolare, è specie rara e minacciata, protetta in Italia, mentre in altri paesi risulta cacciabile; la Pavoncella è, invece, specie cacciabile anche da noi e ciò contribuisce a tenere le popolazioni a livelli numericamente contenuti. Oltre alla caccia, sono la frammentazione ed il disturbo dei loro habitat che rendono questi animali a rischio. Essi rappresentano l'ennesima testimonianza dell'importanza degli agro-ecosistemi murgiani e del meridione d'Italia, per le loro caratteristiche di estensione e diversificazione: l'alternanza tra zone a pascolo, oliveti e vigneti, campi di cereali ed incolti e il basso disturbo e frequentazione da parte dell'uomo, specialmente nella stagione invernale, fanno sì che siano usati come rifugio invernale non solo da Pivieri dorati e Pavoncelle, ma anche da un gran numero di specie dell'avifauna che qui trovano un habitat idoneo.