Libri
Antonio Ugone, l’artista del popolo
Tra applausi e qualche lacrima di commozione, è stato presentato il libro di Nicola Ostuni
lunedì 24 maggio 2010
Tra scroscianti applausi e qualche lacrima di commozione, è stato presentato, lo scorso 21 maggio, nella chiesa del SS. Rosario di Pompei, il libro di Nicola Ostuni Antonio Ugone, l'artista del popolo. E il popolo è accorso in massa per commemorare chi, dell'Arte, ha fatto la ragione di una vita umile e, allo stesso tempo, intensamente ricca. Di emozioni. Di amicizie.
Terzo di quattro figli, Tonino nacque ad Altamura il 12 gennaio 1927 da una famiglia legata alla terra e al lavoro dei campi. La sua propensione alla pittura e al disegno si manifestò già negli anni dell'infanzia, ma a dettare le scelte, all'epoca, era la necessità più che la passione. Tonino, così, divenne pastorello a otto anni. Furono proprio i paesaggi murgiani ad ispirare i suoi dipinti, come ricorda anche don Nunzio Falcicchio, direttore diocesano Ufficio Comunicazioni Sociali, presente all'incontro insieme a Nicola Ostuni e al sindaco Mario Stacca.
Giovanissimo, Ugone cominciò a dipingere sulle pietre, che lasciava poi sparse nelle campagne. Ancora oggi i contadini trovano per caso questi sassi, preziosa testimonianza della fusione di Arte e Natura.
Tonino era un autodidatta. Aveva imparato anche a lavorare il legno, con il quale realizzava flauti e piccoli animali, come i cavalli con i carretti. Lo aveva imparato dal suo stesso talento, "un dono di Dio messo a disposizione" degli altri.
Dipingeva spesso paesaggi – anche orientali (ma non aveva mai visto l'Oriente) - e pastori. Elemento caratteristico dei suoi lavori è il lago, simboleggiante un carattere pacifico e meditativo. Poche rappresentazioni di ambienti marini, per lo più burrascosi. Il mare, per lui, era "l'incerto, l'imprevedibile". Come Ostuni ricorda nel libro, "Ugone è un rappresentante a pieno titolo della cosiddetta pittura Naïf. L'artista Naïf segue il proprio istinto, senza seguire quelli che sono i dettami tecnici o filosofici delle espressioni artistiche del momento".
Tonino condivise la sua passione e la sua vita con la moglie Angela Chironna, detta Lina. I coniugi Ugone hanno realizzato insieme anche dei lavori. Lina, sarta, confezionava dei tessuti, trasformandoli in tovaglie, abiti, lenzuola, Antonio li impreziosiva con il tocco della sua mano.
Tra i lavori dell'artista altamurano, il dipinto di Santa Maria Goretti presente nella parrocchia Santa Maria della Consolazione e l'altare di Santa Rita. Per questo e per la sua fede, Ugone viene anche ricordato come "l'artigiano di Dio". Dipingere, per lui, significava pregare.
Tonino curò anche la scenografia della commedia in vernacolo altamurano "Na sair tutte nzjeme", rappresentata al Teatro Mercadante nell'ottobre 1988 dalla compagna "Life Theatre". Ma gli innumerevoli capolavori da lui realizzati non si esauriscono in questo brevissimo elenco. Ci sono piccole opere che gli altamurani conservano nelle proprie abitazioni, doni che Ugone faceva ai suoi amici. Bottiglie dipinte, corredi e tante altre preziose rarità.
«Mi piacerebbe che questi libri fossero disponibili nelle biblioteche delle scuole perché è giusto che un cittadino emerito possa essere ricordato dai nostri bambini e dai nostri figli. Acquistare questi libri e destinarli alle biblioteche scolastiche sarà uno degli impegni dell'Amministrazione comunale», ha sottolineato il sindaco Mario Stacca.
Proposta venuta fuori nel corso della serata, l'intitolazione di una strada della città ad Antonio Ugone. L'incontro è stato arricchito dalla proiezione dei dipinti dell'artista, dalla lettura di alcuni paragrafi del libro (da parte di Giuseppe Loporcaro, Pierangelo Dinardo e Viti Raffaella) e dall'esecuzione di brani come Caruso e Dolce Sentire. Ad interpretarli, Roberto Lenoci, giovane promessa altamurana. L'incontro si è concluso con la canzone Miserere, interpretata da Roberto Lenoci e da Giuseppe Loporcaro. I ragazzi, tutti studenti del prof. Nicola Ostuni, frequentano l'Istituto Tecnico per geometri di Altamura. La prefazione al libro è di don Nunzio Falcicchio.
Terzo di quattro figli, Tonino nacque ad Altamura il 12 gennaio 1927 da una famiglia legata alla terra e al lavoro dei campi. La sua propensione alla pittura e al disegno si manifestò già negli anni dell'infanzia, ma a dettare le scelte, all'epoca, era la necessità più che la passione. Tonino, così, divenne pastorello a otto anni. Furono proprio i paesaggi murgiani ad ispirare i suoi dipinti, come ricorda anche don Nunzio Falcicchio, direttore diocesano Ufficio Comunicazioni Sociali, presente all'incontro insieme a Nicola Ostuni e al sindaco Mario Stacca.
Giovanissimo, Ugone cominciò a dipingere sulle pietre, che lasciava poi sparse nelle campagne. Ancora oggi i contadini trovano per caso questi sassi, preziosa testimonianza della fusione di Arte e Natura.
Tonino era un autodidatta. Aveva imparato anche a lavorare il legno, con il quale realizzava flauti e piccoli animali, come i cavalli con i carretti. Lo aveva imparato dal suo stesso talento, "un dono di Dio messo a disposizione" degli altri.
Dipingeva spesso paesaggi – anche orientali (ma non aveva mai visto l'Oriente) - e pastori. Elemento caratteristico dei suoi lavori è il lago, simboleggiante un carattere pacifico e meditativo. Poche rappresentazioni di ambienti marini, per lo più burrascosi. Il mare, per lui, era "l'incerto, l'imprevedibile". Come Ostuni ricorda nel libro, "Ugone è un rappresentante a pieno titolo della cosiddetta pittura Naïf. L'artista Naïf segue il proprio istinto, senza seguire quelli che sono i dettami tecnici o filosofici delle espressioni artistiche del momento".
Tonino condivise la sua passione e la sua vita con la moglie Angela Chironna, detta Lina. I coniugi Ugone hanno realizzato insieme anche dei lavori. Lina, sarta, confezionava dei tessuti, trasformandoli in tovaglie, abiti, lenzuola, Antonio li impreziosiva con il tocco della sua mano.
Tra i lavori dell'artista altamurano, il dipinto di Santa Maria Goretti presente nella parrocchia Santa Maria della Consolazione e l'altare di Santa Rita. Per questo e per la sua fede, Ugone viene anche ricordato come "l'artigiano di Dio". Dipingere, per lui, significava pregare.
Tonino curò anche la scenografia della commedia in vernacolo altamurano "Na sair tutte nzjeme", rappresentata al Teatro Mercadante nell'ottobre 1988 dalla compagna "Life Theatre". Ma gli innumerevoli capolavori da lui realizzati non si esauriscono in questo brevissimo elenco. Ci sono piccole opere che gli altamurani conservano nelle proprie abitazioni, doni che Ugone faceva ai suoi amici. Bottiglie dipinte, corredi e tante altre preziose rarità.
«Mi piacerebbe che questi libri fossero disponibili nelle biblioteche delle scuole perché è giusto che un cittadino emerito possa essere ricordato dai nostri bambini e dai nostri figli. Acquistare questi libri e destinarli alle biblioteche scolastiche sarà uno degli impegni dell'Amministrazione comunale», ha sottolineato il sindaco Mario Stacca.
Proposta venuta fuori nel corso della serata, l'intitolazione di una strada della città ad Antonio Ugone. L'incontro è stato arricchito dalla proiezione dei dipinti dell'artista, dalla lettura di alcuni paragrafi del libro (da parte di Giuseppe Loporcaro, Pierangelo Dinardo e Viti Raffaella) e dall'esecuzione di brani come Caruso e Dolce Sentire. Ad interpretarli, Roberto Lenoci, giovane promessa altamurana. L'incontro si è concluso con la canzone Miserere, interpretata da Roberto Lenoci e da Giuseppe Loporcaro. I ragazzi, tutti studenti del prof. Nicola Ostuni, frequentano l'Istituto Tecnico per geometri di Altamura. La prefazione al libro è di don Nunzio Falcicchio.