La scrittura di Graziantonio Palasciano
“Un prigioniero senza sbarre racconta” Altamura
La storia della città nell’ultimo libro di Graziantonio Palasciano
sabato 19 dicembre 2009
Una città che si racconta silenziosamente, Altamura. Che custodisce nelle immobili tracce del suo passato secoli e secoli di storia. Lo sappiamo, ma non ce ne rendiamo conto. Ripercorriamo, ogni giorno, passi mai stanchi. Gli stessi passi degli uomini che quella storia l'hanno scritta nelle pietre. E sul cuore.
Ogni strada, ogni chiesa, ogni piazza è parte della nostra stessa origine. Vive della nostra stessa aria. Scrivere di storia non è semplice. Occorre ricostruire, mettere insieme frammenti che, spesso, non combaciano. Occorre guardare con occhio oggettivo ciò che sembra appartenerci da sempre.
Tanti particolari sfuggono allo sguardo del viandante distratto. Improvvisare un viaggio nella propria città significa riviverla nella più profonda essenza. Un viaggio da compiere quotidianamente, mentre si va a lavoro o a scuola. Un viaggio che richiede sensibilità, capacità di apprezzare angoli nascosti e tesori taciuti.
Non si può comprendere senza conoscere. Le prospettive sono varie, ma la visuale appare unica ed inconfondibilmente bella. Il patrimonio storico ed artistico di Altamura è involontario testimone delle numerose vicende che l'hanno segnata. I segni indelebili lasciati dagli uomini parlano della ricchezza di una terra che non ha mai smesso di vivere. Quella vita, ora, vuole rivelarsi. Vuole farlo attraverso i monumenti, le chiese, le antichità rare e preziose che a volte trascuriamo per dimenticanza o anche per superficialità.
Altamura non va descritta, va raccontata. Il semplice rincorrersi di parole e immagini ricompone un passato disperso nel tempo. Fotografie in bianco e nero si alternano alla fluida ed appassionata scrittura di un cultore di storia locale. Non mancano i dettagli, indice inconfondibile di una sensibilità che non si ferma all'apparenza. Graziantonio Palasciano fa della città che gli ha dato i natali un contenitore di Storia e di storie.
"Un prigioniero senza sbarre racconta" è il titolo del suo ultimo libro, pubblicato a settembre 2009 e sottotitolato "Note di storia altamurana". Da prigioniero libero, l'autore traccia dei sentieri invisibili, che conducono il lettore a scoprire, o a riscoprire, i segreti della "città del pane".
Graziantonio Palasciano delinea le vicende che hanno interessato i principali tesori di Altamura dipingendole con l'inchiostro.
Le prime pagine, scritte da Grazia Lorusso, contengono la biografia dell'autore, testimonianza di una vita impegnata (soprattutto nel sociale) e ricca di interessi. Segue una nota di Elena Saponaro, presidente dell'A.B.M.C. (Archivio Biblioteca Museo Civico) di Altamura. Poi l'introduzione dello stesso Palasciano, in cui si tratteggia la misteriosa e lontana origine della città. Una piccola parte è dedicata all'imperatore Federico II di Svevia, protagonista del medioevo altamurano e artefice della costruzione della Cattedrale. Le chiese della città occupano una cospicua sezione del libro. Per ognuna, l'autore evidenzia le bellezze artistiche ed architettoniche, non trascurando le vicende che hanno caratterizzato i singoli edifici. Graziantonio Palasciano ha riservato una speciale attenzione anche al Centro Storico, segno tangibile di un passato che può armoniosamente convivere con il presente. Monumenti, palazzi antichi e altre curiose particolarità completano quella che, più che una guida, può essere considerata la testimonianza di un legame con la propria terra. Una terra che "Tonino" non può vedere con gli occhi, ma può sentire nell'anima.
Ogni strada, ogni chiesa, ogni piazza è parte della nostra stessa origine. Vive della nostra stessa aria. Scrivere di storia non è semplice. Occorre ricostruire, mettere insieme frammenti che, spesso, non combaciano. Occorre guardare con occhio oggettivo ciò che sembra appartenerci da sempre.
Tanti particolari sfuggono allo sguardo del viandante distratto. Improvvisare un viaggio nella propria città significa riviverla nella più profonda essenza. Un viaggio da compiere quotidianamente, mentre si va a lavoro o a scuola. Un viaggio che richiede sensibilità, capacità di apprezzare angoli nascosti e tesori taciuti.
Non si può comprendere senza conoscere. Le prospettive sono varie, ma la visuale appare unica ed inconfondibilmente bella. Il patrimonio storico ed artistico di Altamura è involontario testimone delle numerose vicende che l'hanno segnata. I segni indelebili lasciati dagli uomini parlano della ricchezza di una terra che non ha mai smesso di vivere. Quella vita, ora, vuole rivelarsi. Vuole farlo attraverso i monumenti, le chiese, le antichità rare e preziose che a volte trascuriamo per dimenticanza o anche per superficialità.
Altamura non va descritta, va raccontata. Il semplice rincorrersi di parole e immagini ricompone un passato disperso nel tempo. Fotografie in bianco e nero si alternano alla fluida ed appassionata scrittura di un cultore di storia locale. Non mancano i dettagli, indice inconfondibile di una sensibilità che non si ferma all'apparenza. Graziantonio Palasciano fa della città che gli ha dato i natali un contenitore di Storia e di storie.
"Un prigioniero senza sbarre racconta" è il titolo del suo ultimo libro, pubblicato a settembre 2009 e sottotitolato "Note di storia altamurana". Da prigioniero libero, l'autore traccia dei sentieri invisibili, che conducono il lettore a scoprire, o a riscoprire, i segreti della "città del pane".
Graziantonio Palasciano delinea le vicende che hanno interessato i principali tesori di Altamura dipingendole con l'inchiostro.
Le prime pagine, scritte da Grazia Lorusso, contengono la biografia dell'autore, testimonianza di una vita impegnata (soprattutto nel sociale) e ricca di interessi. Segue una nota di Elena Saponaro, presidente dell'A.B.M.C. (Archivio Biblioteca Museo Civico) di Altamura. Poi l'introduzione dello stesso Palasciano, in cui si tratteggia la misteriosa e lontana origine della città. Una piccola parte è dedicata all'imperatore Federico II di Svevia, protagonista del medioevo altamurano e artefice della costruzione della Cattedrale. Le chiese della città occupano una cospicua sezione del libro. Per ognuna, l'autore evidenzia le bellezze artistiche ed architettoniche, non trascurando le vicende che hanno caratterizzato i singoli edifici. Graziantonio Palasciano ha riservato una speciale attenzione anche al Centro Storico, segno tangibile di un passato che può armoniosamente convivere con il presente. Monumenti, palazzi antichi e altre curiose particolarità completano quella che, più che una guida, può essere considerata la testimonianza di un legame con la propria terra. Una terra che "Tonino" non può vedere con gli occhi, ma può sentire nell'anima.