Salotto Fidapa
La Città delle Donne
Cineforum F.I.D.A.P.A.
lunedì 24 gennaio 2011
Il 26 gennaio 2011 si conclude la rassegna cinematografica organizzata nell'anno sociale 2010-2011 dalla Fidapa -sezione di Altamura- con presidente Rosa Vulpio.
Il primo film in programma è stato "Meduse" di E. Keret e S. Geffen, una pellicola israeliana del 2007. E' seguito "Lezioni di piano" di J. Campion, pellicola neozelandese del 1993. A seguire "Compagna di viaggio" di P. Del Monte, film italiano del 1996. E' stata poi la volta della Francia con il film del 2008 "Stella" di S. Verheyde. Ha fatto seguito "Film rosso" di K. Kieslowski, pellicola polacca del 1994. Chiuderà la rassegna "La vita segreta delle parole" di I. Coixet, film spagnolo del 2005.
Ogni proiezione è stata preceduta dalla presentazione del dott. Abiusi, poeta, saggista, critico letterario e cinematografico altamurano, il quale aveva peannunciato " Sarà un vero e proprio seminario. Partirò dal film per spaziare sulla storia e l'estetica del cinema".
L'iniziativa ha avuto un successo ed effetto sorprendenti raggiungendo gli obiettivi che si era prefissata l'organizzazione: occasione per una maggiore coesione tra le socie , momento di crescita e formazione. Ogni film ha avuto l'effetto dei raggi di sole che entrano attraverso una vetrata policroma ed ha illuminato zone inesplorate della sensibilità femminile.
L'apprezzato evento trova degna conclusione con il coinvolgente pensiero e giudizio espresso dallo stesso Abiusi: "La città delle donne è stato un caleidoscopio, com'è necessariamente ogni rassegna cinematografica. È la stessa parola, col cui potere demiurgico si chiude il programma (La vita segrete delle parole), ad incarnare, secondo McLuahn, l'esigenza di immaginare, figurare (il mondo), quasi immergendosi e salvandosi nella sostanza trasparente, luminosa, eppure così evocativa, della proiezione. È questo il punto: la liberazione dell'essere (e, specificamente, della donna) rispetto al contesto violento e "finanziario" in cui esso si muove; e mi pare che tutti questi film, puntino decisamente proprio sulle proprietà inebrianti, erotiche, poetiche della Parola, dell'Immagine. La via indicata da Jane Campion, da Kieslowski, da Coixet è questa: luminosità dell'icona, del suono, dell'eros che è parola sussurrata, secrezione del canto, per essere, alla fine, solo suono, e restare semplicemente a guardare, ad ascoltare, in silenzio la (nostra) luce del tardo pomeriggio."
Rosa Vulpio
Il primo film in programma è stato "Meduse" di E. Keret e S. Geffen, una pellicola israeliana del 2007. E' seguito "Lezioni di piano" di J. Campion, pellicola neozelandese del 1993. A seguire "Compagna di viaggio" di P. Del Monte, film italiano del 1996. E' stata poi la volta della Francia con il film del 2008 "Stella" di S. Verheyde. Ha fatto seguito "Film rosso" di K. Kieslowski, pellicola polacca del 1994. Chiuderà la rassegna "La vita segreta delle parole" di I. Coixet, film spagnolo del 2005.
Ogni proiezione è stata preceduta dalla presentazione del dott. Abiusi, poeta, saggista, critico letterario e cinematografico altamurano, il quale aveva peannunciato " Sarà un vero e proprio seminario. Partirò dal film per spaziare sulla storia e l'estetica del cinema".
L'iniziativa ha avuto un successo ed effetto sorprendenti raggiungendo gli obiettivi che si era prefissata l'organizzazione: occasione per una maggiore coesione tra le socie , momento di crescita e formazione. Ogni film ha avuto l'effetto dei raggi di sole che entrano attraverso una vetrata policroma ed ha illuminato zone inesplorate della sensibilità femminile.
L'apprezzato evento trova degna conclusione con il coinvolgente pensiero e giudizio espresso dallo stesso Abiusi: "La città delle donne è stato un caleidoscopio, com'è necessariamente ogni rassegna cinematografica. È la stessa parola, col cui potere demiurgico si chiude il programma (La vita segrete delle parole), ad incarnare, secondo McLuahn, l'esigenza di immaginare, figurare (il mondo), quasi immergendosi e salvandosi nella sostanza trasparente, luminosa, eppure così evocativa, della proiezione. È questo il punto: la liberazione dell'essere (e, specificamente, della donna) rispetto al contesto violento e "finanziario" in cui esso si muove; e mi pare che tutti questi film, puntino decisamente proprio sulle proprietà inebrianti, erotiche, poetiche della Parola, dell'Immagine. La via indicata da Jane Campion, da Kieslowski, da Coixet è questa: luminosità dell'icona, del suono, dell'eros che è parola sussurrata, secrezione del canto, per essere, alla fine, solo suono, e restare semplicemente a guardare, ad ascoltare, in silenzio la (nostra) luce del tardo pomeriggio."
Rosa Vulpio