Bartolomeo Smaldone
Elogio della Bellezza
Torneremo a nutrirci di Bellezza
giovedì 3 febbraio 2011
Siamo circondati dalla bruttezza, i nostri occhi ripetutamente violentati, le nostre orecchie deturpate da rumori di voci che giocano a prevaricarsi, ad annullarsi per effetto del loro stesso sopruso. La bruttezza è benedetta dai palinsesti televisivi, dalle testate giornalistiche, dalla politica dell'individualismo e del nepotismo. Per effetto di questa legittimazione viene percepita come inevitabile, come giusta, e viene emendata da coloro i quali smarriscono ogni riferimento opposto, contrario.
Così, si vive di bruttezza e si produce bruttezza alla stessa stregua di una discarica continuamente rimpinguata. Domina uno strano lezzo per le vie delle città, nelle case, ma le narici non lo distinguono più perché ne sono assuefatte. Chi vive di orrido non ha pretese: subisce una imposizione che giunge dall'alto, percependola come risolutiva dei propri problemi, per effetto di una mistificatoria illusione indotta da chi si impossessa dell'arbitrio altrui millantando di possedere una panacea per tutti i mali.
In questa situazione di dominante abulia gli artisti hanno il dovere di proporre, diffondere, e difendere canoni estetici capaci di destabilizzare lo stallo causato da questo redivivo grande fratello orwelliano il cui unico interesse è quello di manipolare, revisionare, e controllare cause ed effetti. Oggi, più che in passato, si fa pressante la necessità di divulgare la Bellezza in tutte le sue forme, declinazioni e manifestazioni, perché solo rieducando la gente a distinguere ciò che è espressione di armonia e di equilibrio da ciò che si palesa come degrado assoluto, si potrà elevare il livello di pretesa, insito in ognuno di noi, ad aspirare ad una superiore qualità sostanziale della vita.
E se torneremo a nutrirci di Bellezza attraverso la Poesia, la Musica, il Teatro, la Pittura, la Fotografia, il Cinema, allora saremo pronti a mettere in atto quell'agognata rivoluzione culturale attraverso la quale, ogni singolo uomo, nel proprio ambito di competenza, sarà in grado di realizzare un "prodotto" migliore, contribuendo, così, alla crescita morale dell'intera collettività.
Così, si vive di bruttezza e si produce bruttezza alla stessa stregua di una discarica continuamente rimpinguata. Domina uno strano lezzo per le vie delle città, nelle case, ma le narici non lo distinguono più perché ne sono assuefatte. Chi vive di orrido non ha pretese: subisce una imposizione che giunge dall'alto, percependola come risolutiva dei propri problemi, per effetto di una mistificatoria illusione indotta da chi si impossessa dell'arbitrio altrui millantando di possedere una panacea per tutti i mali.
In questa situazione di dominante abulia gli artisti hanno il dovere di proporre, diffondere, e difendere canoni estetici capaci di destabilizzare lo stallo causato da questo redivivo grande fratello orwelliano il cui unico interesse è quello di manipolare, revisionare, e controllare cause ed effetti. Oggi, più che in passato, si fa pressante la necessità di divulgare la Bellezza in tutte le sue forme, declinazioni e manifestazioni, perché solo rieducando la gente a distinguere ciò che è espressione di armonia e di equilibrio da ciò che si palesa come degrado assoluto, si potrà elevare il livello di pretesa, insito in ognuno di noi, ad aspirare ad una superiore qualità sostanziale della vita.
E se torneremo a nutrirci di Bellezza attraverso la Poesia, la Musica, il Teatro, la Pittura, la Fotografia, il Cinema, allora saremo pronti a mettere in atto quell'agognata rivoluzione culturale attraverso la quale, ogni singolo uomo, nel proprio ambito di competenza, sarà in grado di realizzare un "prodotto" migliore, contribuendo, così, alla crescita morale dell'intera collettività.