Sotto Sotto
Vito Zullo, il madonnaro che colora l’asfalto di Altamura
La storia di un uomo che perde il lavoro e trova una passione. In piazza Resistenza due volte all'anno
Altamura - lunedì 20 dicembre 2010
09.00
Vito Zullo, classe '65, passione madonnaro. Non ha studiato per diventarlo. L'Arte «è istinto e dono», dice. Vive a Santeramo, ma gli altamurani lo conoscono. O meglio, ne conoscono le opere. Si ferma in piazza Resistenza due volte all'anno, da ben sette anni. Il 15 agosto, per la festa patronale di Santa Maria Assunta, e a settembre, per quella della Madonna del Buoncammino. Disegna sull'asfalto l'immagine della Vergine con il Bambino. Munito di un sacchetto di gessetti e di tanta pazienza, traccia linee, lima, definisce e rifinisce contorni. Parla con la gente. «Altamura è generosa e sensibile», confessa. Ha frequentato l'Istituto alberghiero e attualmente lavora in un ristorante di Santeramo. Racconta di essere stato bocciato per un cinque in condotta.
Tappe importanti scandiscono la sua storia. Nel 1994 Vito decide di dedicarsi al mondo del salotto mettendo su un conto lavoro a Santeramo. L'esperienza non va bene perché nel 2005, dopo undici anni, è costretto a chiudere. Un punto di partenza per la sua curiosa attività. Comincia a disegnare sull'asfalto senza averne esperienza. Conosce a Bari «un madonnaro vecchio stampo» che gli insegna «i trucchi ed i segreti del mestiere». Perché disegnare per terra non è come colorare su un cartoncino o dipingere su una tela. «Prima di allora non avevo mai disegnato, l'unica cosa certa è che a scuola elementare ero bravo a copiare le immagini. Le maestre, nel periodo natalizio, mi davano da fare sempre i lavoretti».
Vito non avrebbe mai immaginato di intraprendere questa strada. «Con la chiusura dell'azienda, non avevo speranze per il futuro. Un giorno una mia parente mi regalò un'immaginetta di San Vito dicendomi di portarla sempre con me, una sorta di protezione, di portafortuna, mi avrebbe aiutato a trovare lavoro. Passarono due mesi, ma la situazione non cambiava. Mentre mi chiedevo cosa fare, presi il portafogli e, quasi per caso, ritrovai il santino di San Vito». Zullo comincia così a realizzare delle "prove" sul muro del suo laboratorio. «Feci un'altra prova a Santeramo, in via Stazione, riproducendo l'immagine di Giovanni Battista». Con il tempo le sue "prove" diventano sempre più belle. Si ritrova a "competere" per la prima volta con quindici madonnari a Sava (Ta). Da una festa patronale all'altra, Vito sta coltivando una vera e propria passione. Nata per caso, «per gioco», da un'esperienza lavorativa andata male. Il madonnaro «è colui che vive la festa, che sta a contatto con la gente, ma anche con i vigili, che creano spesso problemi. La polizia municipale di Altamura non me ne ha mai creati, anzi, sono stato invitato a sistemarmi al centro di piazza Resistenza dal momento che i miei disegni, a detta loro, sono molto belli».
Ma il madonnaro ha anche delle spese, che spesso non riesce a recuperare con le offerte della gente. Ci sono i gessetti da comprare, la benzina della macchina, un piatto caldo da mangiare nel corso dell'intera giornata trascorsa a "colorare l'asfalto". «Se torno ad Altamura vuol dire che gli altamurani rispondono bene. Ma in città avete un asfalto strano - confida - è particolare, "mangia" il gessetto. L'immagine che c'è il giorno prima, il giorno dopo già non la trovi più». Vito impiega quasi 12 ore per realizzare la Madonna con il Bambino che tutti gli altamurani possono ammirare durante le due feste cittadine più partecipate dell'anno. «Quella del madonnaro è un'attività stagionale, le feste si svolgono solitamente in periodo estivo».
A dargli la carica sono i piccoli. Nei loro occhi «si legge la meraviglia che provano davanti al disegno». Le opere di questi artisti nomadi decorano gli spazi grigi delle città. Il tratto di asfalto adibito a parcheggio si trasforma all'improvviso in un inaspettato capolavoro. «Il vero madonnaro - dichiara - non traccia il disegno con un prestampato, va ad occhio. Io uso come modello un'immaginetta e spesso mi meraviglio di ciò che viene fuori».
Vito non utilizza tecniche e pensa che l'Arte sia un inno alla bellezza. «Ogni madonnaro dovrebbe essere molto credente. Mi affascina partecipare alla feste patronali. Ci vai sempre con il timore di trovare una novità rispetto all'anno precedente. Magari al posto dei mattoni trovi l'asfalto e non puoi più disegnare o magari è cambiata l'Amministrazione comunale e non ti danno più il permesso di disegnare per terra».
In Puglia i madonnari sono pochissimi. Tradizioni in via di estinzione, che purtroppo non riescono più a tramandarsi di generazione in generazione. Finiscono per morire lentamente e nessuno se ne accorge. Vito Zullo ci crede e continua a coltivare questa passione, ereditata probabilmente da parenti lontani. Fra i suoi interessi, anche la musica. Nasce come batterista, ma ha imparato da autodidatta a suonare la chitarra. Lo rivedremo in piazza Resistenza con i suoi gessetti il prossimo 15 agosto.
Tappe importanti scandiscono la sua storia. Nel 1994 Vito decide di dedicarsi al mondo del salotto mettendo su un conto lavoro a Santeramo. L'esperienza non va bene perché nel 2005, dopo undici anni, è costretto a chiudere. Un punto di partenza per la sua curiosa attività. Comincia a disegnare sull'asfalto senza averne esperienza. Conosce a Bari «un madonnaro vecchio stampo» che gli insegna «i trucchi ed i segreti del mestiere». Perché disegnare per terra non è come colorare su un cartoncino o dipingere su una tela. «Prima di allora non avevo mai disegnato, l'unica cosa certa è che a scuola elementare ero bravo a copiare le immagini. Le maestre, nel periodo natalizio, mi davano da fare sempre i lavoretti».
Vito non avrebbe mai immaginato di intraprendere questa strada. «Con la chiusura dell'azienda, non avevo speranze per il futuro. Un giorno una mia parente mi regalò un'immaginetta di San Vito dicendomi di portarla sempre con me, una sorta di protezione, di portafortuna, mi avrebbe aiutato a trovare lavoro. Passarono due mesi, ma la situazione non cambiava. Mentre mi chiedevo cosa fare, presi il portafogli e, quasi per caso, ritrovai il santino di San Vito». Zullo comincia così a realizzare delle "prove" sul muro del suo laboratorio. «Feci un'altra prova a Santeramo, in via Stazione, riproducendo l'immagine di Giovanni Battista». Con il tempo le sue "prove" diventano sempre più belle. Si ritrova a "competere" per la prima volta con quindici madonnari a Sava (Ta). Da una festa patronale all'altra, Vito sta coltivando una vera e propria passione. Nata per caso, «per gioco», da un'esperienza lavorativa andata male. Il madonnaro «è colui che vive la festa, che sta a contatto con la gente, ma anche con i vigili, che creano spesso problemi. La polizia municipale di Altamura non me ne ha mai creati, anzi, sono stato invitato a sistemarmi al centro di piazza Resistenza dal momento che i miei disegni, a detta loro, sono molto belli».
Ma il madonnaro ha anche delle spese, che spesso non riesce a recuperare con le offerte della gente. Ci sono i gessetti da comprare, la benzina della macchina, un piatto caldo da mangiare nel corso dell'intera giornata trascorsa a "colorare l'asfalto". «Se torno ad Altamura vuol dire che gli altamurani rispondono bene. Ma in città avete un asfalto strano - confida - è particolare, "mangia" il gessetto. L'immagine che c'è il giorno prima, il giorno dopo già non la trovi più». Vito impiega quasi 12 ore per realizzare la Madonna con il Bambino che tutti gli altamurani possono ammirare durante le due feste cittadine più partecipate dell'anno. «Quella del madonnaro è un'attività stagionale, le feste si svolgono solitamente in periodo estivo».
A dargli la carica sono i piccoli. Nei loro occhi «si legge la meraviglia che provano davanti al disegno». Le opere di questi artisti nomadi decorano gli spazi grigi delle città. Il tratto di asfalto adibito a parcheggio si trasforma all'improvviso in un inaspettato capolavoro. «Il vero madonnaro - dichiara - non traccia il disegno con un prestampato, va ad occhio. Io uso come modello un'immaginetta e spesso mi meraviglio di ciò che viene fuori».
Vito non utilizza tecniche e pensa che l'Arte sia un inno alla bellezza. «Ogni madonnaro dovrebbe essere molto credente. Mi affascina partecipare alla feste patronali. Ci vai sempre con il timore di trovare una novità rispetto all'anno precedente. Magari al posto dei mattoni trovi l'asfalto e non puoi più disegnare o magari è cambiata l'Amministrazione comunale e non ti danno più il permesso di disegnare per terra».
In Puglia i madonnari sono pochissimi. Tradizioni in via di estinzione, che purtroppo non riescono più a tramandarsi di generazione in generazione. Finiscono per morire lentamente e nessuno se ne accorge. Vito Zullo ci crede e continua a coltivare questa passione, ereditata probabilmente da parenti lontani. Fra i suoi interessi, anche la musica. Nasce come batterista, ma ha imparato da autodidatta a suonare la chitarra. Lo rivedremo in piazza Resistenza con i suoi gessetti il prossimo 15 agosto.