Cronaca
Violenza sessuale su una minorenne, condannato 30enne altamurano
Una pena di 3 anni di carcere. L'uomo è sotto processo anche per l'atroce storia della morte della figlia neonata
Altamura - domenica 30 settembre 2018
La Corte d'Appello di Bari ha condannato il 30enne altamurano Giuseppe Difonzo alla pena di tre anni di reclusione, confermando il giudizio di primo grado, per la violenza sessuale ai danni di una 14enne, figlia di una conoscente. Il giudizio si è svolto con il rito abbreviato. Stando alle indagini della Procura e dei Carabinieri, l'uomo avrebbe violentato la 14enne nella sua abitazione di Altamura dove l'aveva condotta per essere aiutato a svolgere delle faccende domestiche.
La vicenda risale al 6 gennaio 2016. Quel giorno la figlia piccolissima di Difonzo era in ospedale a Bari per l'ennesimo ricovero. La bambina è morta nella notte fra il 12 ed il 13 febbraio 2016, aveva solo tre mesi e mezzo. Il padre è accusato di averla uccisa per soffocamento. E anche gli altri ricoveri sarebbero stati provocati - secondo l'accusa - da condotte violente del padre che provocava crisi respiratorie, all'insaputa della sua compagna e madre della bambina.
A gennaio è iniziato il processo per l'infanticidio della figlia e Difonzo è imputato della terribile accusa di omicidio volontario, con premeditazione e plurime aggravanti. La madre della piccolissima vittima si è costituita parte civile.
La vicenda risale al 6 gennaio 2016. Quel giorno la figlia piccolissima di Difonzo era in ospedale a Bari per l'ennesimo ricovero. La bambina è morta nella notte fra il 12 ed il 13 febbraio 2016, aveva solo tre mesi e mezzo. Il padre è accusato di averla uccisa per soffocamento. E anche gli altri ricoveri sarebbero stati provocati - secondo l'accusa - da condotte violente del padre che provocava crisi respiratorie, all'insaputa della sua compagna e madre della bambina.
A gennaio è iniziato il processo per l'infanticidio della figlia e Difonzo è imputato della terribile accusa di omicidio volontario, con premeditazione e plurime aggravanti. La madre della piccolissima vittima si è costituita parte civile.