Politica
Villette abusive in via Santeramo, la Delibera di Giunta
L'UDC e la DC per le Autonomie rispondono al PD. "La verità intimidisce solo chi ha qualcosa da nascondere"
Altamura - giovedì 14 ottobre 2010
15.27
Il 28 maggio 2002, con nota protocollata presso il Comune di Altamura, la società SE.TRA. s.r.l., a mezzo del suo amministratore unico Carlo Dante Columella, presentò, secondo quanto riportato nella Delibera di Giunta n. 198 del 2002, una proposta "finalizzata ad accelerare i tempi di realizzazione della strada a servizio del nuovo Mattatoio comunale, ubicato in contrada Jazzo del Forno (ndr, ex S.S. 171 per Santeramo)". Il Comune di Altamura, infatti, aveva "predisposto progetto (ndr, in data 28 maggio 2002 non ancora approvato) per la realizzazione di una strada a servizio" dello stesso Mattatoio. Un "collegamento funzionale tra la S.S. 171 Altamura – Gioia del Colle) e la strada comunale "Jazzo del Forno". La strada avrebbe interessato anche un'area di proprietà della società SE.TRA., sulla quale c'era un fabbricato di vecchia costruzione. Per realizzare tale strada era "necessario trasferire le volumetrie del fabbricato nell'ambito della restante proprietà della società proponente". La società SE.TRA. avrebbe ceduto in maniera volontaria e gratuita al patrimonio comunale le particelle di sua proprietà necessarie alla costruzione della strada. La demolizione del fabbricato "avrebbe consentito l'allargamento di via Santeramo, la realizzazione della corsia di decelerazione nonché lo svincolo e l'allargamento di via Jazzo del Forno fino al parcheggio antistante il Mattatoio comunale" in base al progetto dell'ing. Mario Marvulli. La proposta della SE.TRA. fu esaminata dalla Commissione comunale per l'Edilizia che, nella seduta del 28 maggio 2002, espresse parere favorevole a condizione che i fabbricati conservassero "l'originaria destinazione rurale, che l'arretramento della recinzione fosse posto a mt 8,00 dall'asse viario e che la fascia a viabilità fosse ceduta gratuitamente prima dell'uso dei fabbricati".
La Giunta comunale, presieduta dall'allora sindaco avv. Rachele Popolizio, riunitasi il 6 giugno 2002, espresse all'unanimità parere favorevole dichiarando la conseguente delibera, n. 198, immediatamente esecutiva. La stessa venne affissa all'albo Pretorio dall'11 al 26 giugno 2002. Erano presenti gli assessori Giuseppe Pignatelli, Nicola Natuzzi, Antonio Cardano, Michele Cornacchia, Giuseppe Creanza, Gianfranco Loiudice ed Antonio Delucia.
Le tre villette per le quali, lo scorso 29 settembre, per decisione del tribunale di Bari, l'imprenditore sessantaseienne Carlo Dante Columella - insieme a sua moglie Irene Petronella e al progettista Alfredo Striccoli - è stato condannato a cinque mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 20.000 Euro per concorso in lottizzazione abusiva, furono sequestrate a marzo 2006. Ad emettere l'ordinanza fu la Procura di Bari. I villini, all'epoca, erano ancora in fase di ultimazione, e anche l'area su cui sono ubicati fu sottoposta a sequestro. Secondo gli inquirenti, infatti, che ritennero illegittime le concessioni, si trattava di zona agricola in cui non era possibile un cambio di destinazione d'uso.
Sulla questione intervengono, ancora una volta, dopo il comunicato diffuso lo scorso 11 ottobre, il partito dell'UDC di Altamura e il partito DC per le Autonomie. I due partiti rispondo alla nota del PD. "Il Pd dice: non abbiamo responsabilita' sulle concessioni illegittime. La verità è che le concessioni edilizie che hanno permesso la costruzione delle tre villette di via Santeramo derivano dalla Delibera n. 198 del 2002. Il Pd dice: la delibera è stata fatta nell'unico interesse di realizzare la strada di accesso al nuovo mattatoio comunale. La strada di accesso avrebbe potuto essere realizzata mediante la più naturale e legittima procedura dell'esproprio delle aree necessarie, senza le forzature urbanistiche compiute dalla Giunta di centrosinistra. L'illegittimità dei provvedimenti adottati, che il Pd faceva finta di ignorare, è apparsa invece chiara alla magistratura che ha emesso condanne per lottizzazione abusiva. Il Pd dice: si tenta di sviare l'attenzione dalla gravita' del momento politico. Il sindaco Stacca e la maggioranza, forti della fiducia di ben 20 consiglieri comunali e del consenso plebiscitario ricevuto, non hanno da sviare attenzione da alcunché, ma hanno il dovere morale e politico di informare la città su ogni fatto ed atto che riguardi l'interesse collettivo. La verità – concludono UDC e DC per le Autonomie - intimidisce solo chi ha qualcosa da nascondere!".
Il Movimento cittadino Aria Fresca si esprime, invece, così: "Quanti consigli, suggerimenti, osservazioni, rilievi all'indirizzo di vecchi (amministrazione Popolizio) e nuovi (amministrazione Stacca) amministratori. Fiato sprecato. Quando si dice la debolezza o l'incapacità della politica. Ma pure l'arroganza di non ascoltare chi non si rassegna al silenzio, chi non si rassegna all'idea di una politica campo di incursione di interessi personali. La vicenda delle tre villette si lega - facciamo rilevare e come abbiamo fatto osservare a tempo debito - strettamente alla vicenda della famigerata lottizzazione Setra (un progetto di ipermercato)".
La Giunta comunale, presieduta dall'allora sindaco avv. Rachele Popolizio, riunitasi il 6 giugno 2002, espresse all'unanimità parere favorevole dichiarando la conseguente delibera, n. 198, immediatamente esecutiva. La stessa venne affissa all'albo Pretorio dall'11 al 26 giugno 2002. Erano presenti gli assessori Giuseppe Pignatelli, Nicola Natuzzi, Antonio Cardano, Michele Cornacchia, Giuseppe Creanza, Gianfranco Loiudice ed Antonio Delucia.
Le tre villette per le quali, lo scorso 29 settembre, per decisione del tribunale di Bari, l'imprenditore sessantaseienne Carlo Dante Columella - insieme a sua moglie Irene Petronella e al progettista Alfredo Striccoli - è stato condannato a cinque mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 20.000 Euro per concorso in lottizzazione abusiva, furono sequestrate a marzo 2006. Ad emettere l'ordinanza fu la Procura di Bari. I villini, all'epoca, erano ancora in fase di ultimazione, e anche l'area su cui sono ubicati fu sottoposta a sequestro. Secondo gli inquirenti, infatti, che ritennero illegittime le concessioni, si trattava di zona agricola in cui non era possibile un cambio di destinazione d'uso.
Sulla questione intervengono, ancora una volta, dopo il comunicato diffuso lo scorso 11 ottobre, il partito dell'UDC di Altamura e il partito DC per le Autonomie. I due partiti rispondo alla nota del PD. "Il Pd dice: non abbiamo responsabilita' sulle concessioni illegittime. La verità è che le concessioni edilizie che hanno permesso la costruzione delle tre villette di via Santeramo derivano dalla Delibera n. 198 del 2002. Il Pd dice: la delibera è stata fatta nell'unico interesse di realizzare la strada di accesso al nuovo mattatoio comunale. La strada di accesso avrebbe potuto essere realizzata mediante la più naturale e legittima procedura dell'esproprio delle aree necessarie, senza le forzature urbanistiche compiute dalla Giunta di centrosinistra. L'illegittimità dei provvedimenti adottati, che il Pd faceva finta di ignorare, è apparsa invece chiara alla magistratura che ha emesso condanne per lottizzazione abusiva. Il Pd dice: si tenta di sviare l'attenzione dalla gravita' del momento politico. Il sindaco Stacca e la maggioranza, forti della fiducia di ben 20 consiglieri comunali e del consenso plebiscitario ricevuto, non hanno da sviare attenzione da alcunché, ma hanno il dovere morale e politico di informare la città su ogni fatto ed atto che riguardi l'interesse collettivo. La verità – concludono UDC e DC per le Autonomie - intimidisce solo chi ha qualcosa da nascondere!".
Il Movimento cittadino Aria Fresca si esprime, invece, così: "Quanti consigli, suggerimenti, osservazioni, rilievi all'indirizzo di vecchi (amministrazione Popolizio) e nuovi (amministrazione Stacca) amministratori. Fiato sprecato. Quando si dice la debolezza o l'incapacità della politica. Ma pure l'arroganza di non ascoltare chi non si rassegna al silenzio, chi non si rassegna all'idea di una politica campo di incursione di interessi personali. La vicenda delle tre villette si lega - facciamo rilevare e come abbiamo fatto osservare a tempo debito - strettamente alla vicenda della famigerata lottizzazione Setra (un progetto di ipermercato)".