protesta natuzzi roma
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Scuola e Lavoro

Vertenza Natuzzi, partono 300 lettere di licenziamenti

Stop alle trattative con i sindacati. La Regione chiede un passo indietro

Si è concluso nel peggiore dei modi l'ultimo incontro della cabina di regia convocata al Mise per discutere della vertenza Natuzzi. All'incontro dinanzi a Ministero e Regione l'azienda ha comunicato di aver spedito 300 lettere di licenziamenti. Una notizia che arriva come un fulmine a ciel sereno dopo le tante rassicurazione avanzate da azienda e istituzioni locali su una bonaria conclusione della Vertenza.
"E' inaccettabile che l'Azienda si presenti ad un tavolo ministeriale teso a scongiurare gli esuberi con le lettere di licenziamento inviate 'nottetempo' ai lavoratori- commenta l'assessore al Lavoro, Sebastiano Leo- Non solo si tratta di una chiara mancanza di rispetto nei confronti del Governo, ma l'Azienda è anche rimasta insensibile rispetto alla formidabile opportunità offertale dalla Regione Puglia che prevedeva, alla sospensione delle procedure di licenziamento, la fruizione di tre mesi di cassa in deroga ( a carico della Regione), riscrivendo nel frattempo un piano industriale 'ad esuberi zero'. In più, condizione eccezionale, il Governo ha non solo fatto propria la proposta regionale, ma ha anche 'esteso' la durata a 12 mesi.
"Dopo 3 anni di lavoro sul piano industriale di rientro delle attività produttive esternalizzate dalla Natuzzi in Romania - aggiunge l'assessore allo Sviluppo Economico, Loredana Capone- non comprendiamo come si possano giustificare i 300 licenziamenti".
La richiesta rivolta all'azienda è di fare marcia indietro e rivedere il piano dei licenziamenti.

" Non ci rassegniamo a questo esito negativo- aggiunge ancora Leo- e per queste ragioni già lunedì 17 ottobre, la Task Force presieduta da Leo Caroli, che ha seguito con grande attenzione anche questa vicenda, convocherà a Bari Azienda e Sindacati. Sia chiaro però che si potrà accedere alla Cassa in deroga solo ed esclusivamente alle condizioni che vogliamo ribadire perché siano molto chiare. Ritiro dei licenziamenti; rilancio della produzione; crescita della produttività; rientro dell'attività de localizzata dall'estero e consolidamento dell'occupazione".
"Le bugie sono come i nodi: prima o poi vengono al pettine. Oggi sono rimasti definitivamente impigliati i nodi della Natuzzi": è l'amaro commento a caldo del segretario generale della Feneal Uil Puglia, Salvatore Bevilacqua, al termine della riunione della Cabina di Regia sulla vertenza Natuzzi, tenutasi questa mattina al Ministero dello Sviluppo Economico, a Roma.

"L'unico fatto nuovo - spiega Bevilacqua - è che abbiamo avuto la 'sorpresa' delle lettere di licenziamento già partite, a dimostrazione che non c'era alcuna voglia di trovare una benché minima soluzione. Del resto a nulla è servita la disponibilità mostrata dalle Istituzioni: la Regione Puglia e la Regione Basilicata hanno ribadito la volontà di proporre un prolungamento al 31 dicembre degli ammortizzatori sociali, con la cassa integrazione in deroga; il sottosegretario Bellanova ha spiegato che il Governo è disponibile a concedere ulteriori possibilità in tema di ammortizzatori sociali con ampia autonomia da parte delle Regioni interessate e per aziende che vivono questo tipo di situazioni. Ma non c'è stato nulla da fare".

Bevilacqua spiega anche che la Regione Puglia, tramite Leo Caroli, ha chiesto all'azienda "un serio piano industriale che possa prevedere nel tempo il reintegro di quanti non abbiano voluto accettare gli incentivi per andare via volontariamente".
"Noi - prosegue il segretario Uil - come sindacati, abbiamo chiarito che da domani saranno messe in atto nuove forme di lotta ed ovviamente non riconosciamo più la parte di accordo che avevano concluso perché faceva parte di un pacchetto complessivo che non esiste più. Ai lavoratori sarà inoltre garantita l'assistenza da parte di un pool di avvocati. Certo è che per anni il patron Natuzzi ha parlato della sua azienda come di una famiglia e dei suoi lavoratori come di figli. Da domenica ne lascia per strada oltre trecento. Se questa è una famiglia…".
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