La città
Una visita al Museo archeologico... senza pagare il biglietto
Cassa integrazione a zero ore per i dipendenti della Società che gestisce i servizi aggiuntivi. «Rischiamo di andare a casa»
Altamura - lunedì 14 febbraio 2011
09.00
Fino al prossimo 31 marzo si potrà visitare il Museo Nazionale Archeologico di Altamura senza pagare il biglietto. Questo perché, secondo le parole di Donata Venturo, direttore dello stesso Museo, «i dipendenti della Novamusa Puglia Scarl, il 31 gennaio, sono stati invitati dalla Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia a lasciare la sede per inadempienza degli obblighi stabiliti dal contratto».
Si tratta della società concessionaria che, dal 2001, gestisce i cosiddetti servizi aggiuntivi museali (biglietteria, libreria specializzata, visite guidate, informazioni, accoglienza, attività promozionale e didattica, caffetteria). Già da dicembre scorso la Novamusa stava garantendo gli stessi servizi nella fascia oraria che va dalle 8.30 alle 13.30 «nella speranza di poter aprire un dialogo con la Direzione Regionale per i Beni Culturali della Puglia». Chiedeva «condizioni contrattuali meno onerose per il concessionario».
In un comunicato, la società sottolineava che, in caso di assenza di segnali di apertura da parte della Soprintendenza, il concessionario avrebbe sospeso «completamente l'attività lasciando i propri lavoratori (ndr, 20) a casa ed i musei sprovvisti dei servizi aggiuntivi al pubblico». E così è stato. «Almeno fino a quando non verrà ripristinato il servizio secondo l'orario stabilito dal contratto», aggiunge Donata Venturo. Un contratto che prevede 11 ore al giorno per una doppia turnazione.
La situazione non riguarda solo il Museo Nazionale Archeologico di Altamura, ma anche quelli di Taranto, Gioia del Colle, Egnazia, Canne della Battaglia e Manfredonia.
Ad Altamura i dipendenti di Novamusa Puglia Scarl sono tre e ricoprono i servizi di biglietteria, bookshop e visite guidate. A dicembre erano stati messi in cassa integrazione per metà giornata (le ore pomeridiane). La società stava garantendo la copertura della fascia oraria che va dalle 8.30 alle 13.30, anche se il Museo rimaneva aperto nei giorni feriali fino alle 19.30, facendo fronte alla situazione proprio con gli ingressi liberi.
«La Società ha avanzato diverse proposte alla Soprintendenza - spiega un dipendente della Novamusa Puglia Scarl - ma non c'è stato accordo fra le parti. Ora stiamo disinstallando i siti e siamo stati messi in cassa integrazione a zero ore. Chiunque si rechi presso i musei di Taranto, Gioia del Colle, Egnazia, Canne della Battaglia, Manfredonia e Altamura non troverà più i servizi aggiuntivi né di biglietteria, né di prenotazione visite guidate, né di vendita di editoria specializzata e di oggetti museali. Siamo personale qualificato e laureato che rischia di andare a casa dopo dieci anni di lavoro. Al di là della controversia, che speriamo si risolva in maniera positiva, ci preme tutelare il nostro lavoro con la cosiddetta clausola di salvaguardia, che ci permetterà di passare ad un'altra azienda con il nuovo bando di gara».
Si tratta della società concessionaria che, dal 2001, gestisce i cosiddetti servizi aggiuntivi museali (biglietteria, libreria specializzata, visite guidate, informazioni, accoglienza, attività promozionale e didattica, caffetteria). Già da dicembre scorso la Novamusa stava garantendo gli stessi servizi nella fascia oraria che va dalle 8.30 alle 13.30 «nella speranza di poter aprire un dialogo con la Direzione Regionale per i Beni Culturali della Puglia». Chiedeva «condizioni contrattuali meno onerose per il concessionario».
In un comunicato, la società sottolineava che, in caso di assenza di segnali di apertura da parte della Soprintendenza, il concessionario avrebbe sospeso «completamente l'attività lasciando i propri lavoratori (ndr, 20) a casa ed i musei sprovvisti dei servizi aggiuntivi al pubblico». E così è stato. «Almeno fino a quando non verrà ripristinato il servizio secondo l'orario stabilito dal contratto», aggiunge Donata Venturo. Un contratto che prevede 11 ore al giorno per una doppia turnazione.
La situazione non riguarda solo il Museo Nazionale Archeologico di Altamura, ma anche quelli di Taranto, Gioia del Colle, Egnazia, Canne della Battaglia e Manfredonia.
Ad Altamura i dipendenti di Novamusa Puglia Scarl sono tre e ricoprono i servizi di biglietteria, bookshop e visite guidate. A dicembre erano stati messi in cassa integrazione per metà giornata (le ore pomeridiane). La società stava garantendo la copertura della fascia oraria che va dalle 8.30 alle 13.30, anche se il Museo rimaneva aperto nei giorni feriali fino alle 19.30, facendo fronte alla situazione proprio con gli ingressi liberi.
«La Società ha avanzato diverse proposte alla Soprintendenza - spiega un dipendente della Novamusa Puglia Scarl - ma non c'è stato accordo fra le parti. Ora stiamo disinstallando i siti e siamo stati messi in cassa integrazione a zero ore. Chiunque si rechi presso i musei di Taranto, Gioia del Colle, Egnazia, Canne della Battaglia, Manfredonia e Altamura non troverà più i servizi aggiuntivi né di biglietteria, né di prenotazione visite guidate, né di vendita di editoria specializzata e di oggetti museali. Siamo personale qualificato e laureato che rischia di andare a casa dopo dieci anni di lavoro. Al di là della controversia, che speriamo si risolva in maniera positiva, ci preme tutelare il nostro lavoro con la cosiddetta clausola di salvaguardia, che ci permetterà di passare ad un'altra azienda con il nuovo bando di gara».