Cronaca
Una pallonata e un'altra vetrata della Cattedrale si rompe
Nuovo danneggiamento al monumento simbolo. La delusione di don Nunzio Falcicchio
Altamura - mercoledì 29 luglio 2020
19.47
Nuovo danneggiamento alla Cattedrale, monumento simbolo di Altamura. Una pallonata, mentre si giocava sul marciapiede della chiesa federiciana, ha colpito e infranto una vetrata posta sulla porta Angioina.
Accade per la terza volta. L'episodio più clamoroso era avvenuto a Capodanno, con una bomba carta posizionata proprio nella porta Angioina, in modo da creare un effetto ancora più forte e un'onda d'urto più violenta. Ancora una volta sarà necessario riparare il danno, certamente fatto senza volontà. Ma il problema è sempre lo stesso: la tutela del bene culturale è più a parole che nei fatti. Per non parlare dei frequenti atti vandalici e teppistici e dell'abbandono di bottiglie, sigarette all'arco Duomo e lungo il perimetro del monumento.
E' deluso, ma non ancora rassegnato, don Nunzio Falcicchio, responsabile per la diocesi per i beni culturali ed ecclesiastici. "Si gioca a pallone sul marciapiede della Cattedrale e si rompono i vetri - commenta l'episodio con Altamuralife -. Così amiamo i nostri beni di cui tanto ci vantiamo? Possibile che in una piazza così importante non ci possa essere un divieto in tal senso e un controllo maggiore? A quando la rottura di un altro vetro? Ricordo che da circa un anno sono terminati i lavori di restauro ed è già la terza volta che si rompono le vetrate".
E' un film già visto. Il problema è sempre nell'equilibrio tra la tutela dei beni comuni e la libertà. Giocare sul marciapiede in piazza Duomo non è vietato ma è pur sempre un luogo molto sensibile per storia e cultura, soprattutto dopo l'ultimo recente restauro. Se non c'è un rispetto sostanziale, con una capacità collettiva (non parliamo di singoli) di lasciare intatto e integro un bene culturale e turistico di tale rilevanza, si pone allora il problema di dare delle regole, seppure impopolari. Se vogliamo dirla in altri termini, serve anche un "governo delle piccole cose" se non si è in grado di essere rispettosi del monumento sacro, l'unica chiesa fatta costruire da Federico II di Svevia che invece ha disseminato l'Italia di castelli e manieri.
Accade per la terza volta. L'episodio più clamoroso era avvenuto a Capodanno, con una bomba carta posizionata proprio nella porta Angioina, in modo da creare un effetto ancora più forte e un'onda d'urto più violenta. Ancora una volta sarà necessario riparare il danno, certamente fatto senza volontà. Ma il problema è sempre lo stesso: la tutela del bene culturale è più a parole che nei fatti. Per non parlare dei frequenti atti vandalici e teppistici e dell'abbandono di bottiglie, sigarette all'arco Duomo e lungo il perimetro del monumento.
E' deluso, ma non ancora rassegnato, don Nunzio Falcicchio, responsabile per la diocesi per i beni culturali ed ecclesiastici. "Si gioca a pallone sul marciapiede della Cattedrale e si rompono i vetri - commenta l'episodio con Altamuralife -. Così amiamo i nostri beni di cui tanto ci vantiamo? Possibile che in una piazza così importante non ci possa essere un divieto in tal senso e un controllo maggiore? A quando la rottura di un altro vetro? Ricordo che da circa un anno sono terminati i lavori di restauro ed è già la terza volta che si rompono le vetrate".
E' un film già visto. Il problema è sempre nell'equilibrio tra la tutela dei beni comuni e la libertà. Giocare sul marciapiede in piazza Duomo non è vietato ma è pur sempre un luogo molto sensibile per storia e cultura, soprattutto dopo l'ultimo recente restauro. Se non c'è un rispetto sostanziale, con una capacità collettiva (non parliamo di singoli) di lasciare intatto e integro un bene culturale e turistico di tale rilevanza, si pone allora il problema di dare delle regole, seppure impopolari. Se vogliamo dirla in altri termini, serve anche un "governo delle piccole cose" se non si è in grado di essere rispettosi del monumento sacro, l'unica chiesa fatta costruire da Federico II di Svevia che invece ha disseminato l'Italia di castelli e manieri.