Politica
Un popolo civile è un popolo accogliente
Sinistra Italiana contro il ministro Salvini invita alla manifestazione del 7 luglio
Altamura - giovedì 5 luglio 2018
"Osserviamo desolati, da settimane, troppe odissee di terra e di mare. Tra il 29 giugno e il 1 luglio altre carrette del mare si sono inabissate al largo della Libia, con il sogno europeo di un centinaio di disperati, tra cui almeno tre bambini di circa un anno.
Poco prima, negli Stati Uniti duemila minori non accompagnati del Texas meridionale, arrestati mentre cercavano di attraversare il confine messicano, sono stati chiusi in gabbia, tra bottiglie di acqua vuote e qualche busta di patatine, mentre i loro genitori erano trattenuti in altre strutture, lontano dai figli, in attesa di essere respinti o arrestati. È il risultato della "tolleranza zero" promessa da Trump.
In Italia, il mancato sbarco della nave Aquarius, per propaganda del ministro dell'Interno Matteo Salvini, ha violato i trattati del diritto internazionale, ha generato una crisi diplomatica europea, ha offeso il Vangelo su cui il bofonchiatore leghista aveva giurato in campagna elettorale".
Sono parole di fuoco quelle che Sinistra Italiana punta contro il ministro Salvini e coloro che a livello nazionale stanno alimentando una campagna di odio contro i migranti in fuga dalla Libia.
!Ma su questo tema ci appaiono deboli e balbettanti da troppo tempo tutti i protagonisti della politica e del mondo intellettuale. Osserviamo invece una lenta deriva culturale, un declino verso l'indifferenza. Un anno fa il decreto Minniti – Orlando sull'immigrazione trovò un argine nell'opposizione del ministro dei trasporti Graziano Delrio, ma oggi la politica di Salvini ne è il compimento e si sono spente persino le controversie e le polemiche sulla questione assai complessa del codice di condotta per le ONG. Dopo le politiche repressive degli ultimi governi, il numero degli arrivi di migranti si è drasticamente ridotto, ma meno arrivi non significa meno partenze e fughe da Paesi in guerra, dittature, terrorismo, torture etc. È ignoto, per esempio, il numero delle persone intercettate dalle bande criminali che gestiscono i lager e il mercato degli schiavi in Libia, Paese con cui i governi italiani hanno spesso stretto accordi in materia di gestione dell'immigrazione".
In una nota affidata alla stampa, il partito accusa il governo italiano di indifferenza, disumanità, deresponsabilizzazione.
"A pochi giorni dal 20 giugno, in cui si è celebrata la 68ma Giornata mondiale del rifugiato, indetta dall'Onu, ricordiamo che nel mondo le persone costrette alla fuga sono una ogni 110. Una percentuale altissima: nessuno di noi decide dove nascere, nessuno di noi è colpevole né si è meritato di essere più fortunato nascendo nel Nord del mondo. Ricordiamo che può richiedere asilo nel nostro Paese ogni straniero che corre il rischio di essere perseguitato per motivi di razza, religione, appartenenza ad un gruppo etnico, sociale o opinione politica se non può avvalersi della stessa protezione nel suo Paese. Ma anche nel caso in cui non ci fossero gli estremi per attribuire lo status di rifugiato, sono previste altre forme di tutela e protezione internazionale. Abbiamo paura della barbarie, dell'odio, della mancanza di compassione. Abbiamo paura dell'isolamento e del silenzio in cui risuonano solitarie persino le voci autorevoli della Chiesa, e facciamo nostre le parole di universale umanità, accoglienza, solidarietà di Papa Francesco e di Monsignor Ricchiuti. Non vogliamo abituarci alla violenza.
Un filo rosso collega i tragici fatti di Rosarno di otto anni fa (quando negli agrumeti di Gioia Tauro si consumò una vera e propria caccia al nero) all'uccisione, del mese scorso, di Sacko Soumayla, un ventinovenne maliano che cercava di sopravvivere nella tendopoli di San Ferdinando raccogliendo pomodori per pochi euro al giorno, tentando di aprire, per sé e i suoi compagni, una via di speranza e dignità come attivista del sindacato dell'Usb. Si sono indignati in tanti, ma non molti. "Finita la pacchia!", urla il neo Ministro degli Interni Matteo Salvini. Come se morire nei campi o annegare in mare fosse una pacchia".
Di qui l'invito ad aderire, all'appello di Libera per il 7 luglio "Indossa una maglietta rossa per l'umanità" a cui si chiede di far seguire una grande manifestazione nazionale del mondo della Sinistra contro la difesa violenta delle frontiere, contro il razzismo e la xenofobia.
Poco prima, negli Stati Uniti duemila minori non accompagnati del Texas meridionale, arrestati mentre cercavano di attraversare il confine messicano, sono stati chiusi in gabbia, tra bottiglie di acqua vuote e qualche busta di patatine, mentre i loro genitori erano trattenuti in altre strutture, lontano dai figli, in attesa di essere respinti o arrestati. È il risultato della "tolleranza zero" promessa da Trump.
In Italia, il mancato sbarco della nave Aquarius, per propaganda del ministro dell'Interno Matteo Salvini, ha violato i trattati del diritto internazionale, ha generato una crisi diplomatica europea, ha offeso il Vangelo su cui il bofonchiatore leghista aveva giurato in campagna elettorale".
Sono parole di fuoco quelle che Sinistra Italiana punta contro il ministro Salvini e coloro che a livello nazionale stanno alimentando una campagna di odio contro i migranti in fuga dalla Libia.
!Ma su questo tema ci appaiono deboli e balbettanti da troppo tempo tutti i protagonisti della politica e del mondo intellettuale. Osserviamo invece una lenta deriva culturale, un declino verso l'indifferenza. Un anno fa il decreto Minniti – Orlando sull'immigrazione trovò un argine nell'opposizione del ministro dei trasporti Graziano Delrio, ma oggi la politica di Salvini ne è il compimento e si sono spente persino le controversie e le polemiche sulla questione assai complessa del codice di condotta per le ONG. Dopo le politiche repressive degli ultimi governi, il numero degli arrivi di migranti si è drasticamente ridotto, ma meno arrivi non significa meno partenze e fughe da Paesi in guerra, dittature, terrorismo, torture etc. È ignoto, per esempio, il numero delle persone intercettate dalle bande criminali che gestiscono i lager e il mercato degli schiavi in Libia, Paese con cui i governi italiani hanno spesso stretto accordi in materia di gestione dell'immigrazione".
In una nota affidata alla stampa, il partito accusa il governo italiano di indifferenza, disumanità, deresponsabilizzazione.
"A pochi giorni dal 20 giugno, in cui si è celebrata la 68ma Giornata mondiale del rifugiato, indetta dall'Onu, ricordiamo che nel mondo le persone costrette alla fuga sono una ogni 110. Una percentuale altissima: nessuno di noi decide dove nascere, nessuno di noi è colpevole né si è meritato di essere più fortunato nascendo nel Nord del mondo. Ricordiamo che può richiedere asilo nel nostro Paese ogni straniero che corre il rischio di essere perseguitato per motivi di razza, religione, appartenenza ad un gruppo etnico, sociale o opinione politica se non può avvalersi della stessa protezione nel suo Paese. Ma anche nel caso in cui non ci fossero gli estremi per attribuire lo status di rifugiato, sono previste altre forme di tutela e protezione internazionale. Abbiamo paura della barbarie, dell'odio, della mancanza di compassione. Abbiamo paura dell'isolamento e del silenzio in cui risuonano solitarie persino le voci autorevoli della Chiesa, e facciamo nostre le parole di universale umanità, accoglienza, solidarietà di Papa Francesco e di Monsignor Ricchiuti. Non vogliamo abituarci alla violenza.
Un filo rosso collega i tragici fatti di Rosarno di otto anni fa (quando negli agrumeti di Gioia Tauro si consumò una vera e propria caccia al nero) all'uccisione, del mese scorso, di Sacko Soumayla, un ventinovenne maliano che cercava di sopravvivere nella tendopoli di San Ferdinando raccogliendo pomodori per pochi euro al giorno, tentando di aprire, per sé e i suoi compagni, una via di speranza e dignità come attivista del sindacato dell'Usb. Si sono indignati in tanti, ma non molti. "Finita la pacchia!", urla il neo Ministro degli Interni Matteo Salvini. Come se morire nei campi o annegare in mare fosse una pacchia".
Di qui l'invito ad aderire, all'appello di Libera per il 7 luglio "Indossa una maglietta rossa per l'umanità" a cui si chiede di far seguire una grande manifestazione nazionale del mondo della Sinistra contro la difesa violenta delle frontiere, contro il razzismo e la xenofobia.