
Territorio
Turisti sulle orme dei dinosauri
Ieri eccezionalmente una visita guidata presso Cava Pontrelli. Evento organizzato dal CAI
Altamura - lunedì 8 aprile 2013
17.01
Circa 350 persone, molti provenienti da altri paesi, hanno potuto visitare ieri mattina la Cava dei Dinosauri. L'occasione è nata in seno al 150° anniversario del Cai (Centro Alpino Italiano) che ha inserito tra le 150 eccellenze della montagna del Paese quattro escursioni in Puglia: oltre la Cava, il Parco Gravine, il Faeto e l'Appia Sacra. I paleontologi Marco Petruzzelli e Vito Cinquepalmi hanno guidato i visitatori lungo il percorso segnato dalle orme dei dinosauri illustrandone, non solo la storia, ma anche lo stato attuale delle impronte, esposte alle intemperie e all'azione corrosiva del tempo per mancanza di un intervento di tutela e salvaguardia. La denuncia da parte degli studiosi è stata chiara: urge un piano di protezione delle 30 mila impronte scoperte ben 14 anni fa. Vere e proprie piste del periodo del Cretaceo (70milioni di anni fa) che testimoniano la presenza di oltre 200 esemplari appartenenti ad almeno cinque diverse specie di dinosauri per lo più erbivori, tra cui Sauropodi, Ceratopsidi, Iguanodontidi, Anchilosauri. Le dimensioni delle orme variano dai 5 ai 6 centimetri fino ai 40-45 centimetri, il che fa supporre un'altezza degli animali pari a 10 metri.
Ma come è stata possibile la loro conservazione? Per i paleontologi la risposta è nella struttura del suolo: un terreno paludoso dal fondo fangoso con tappeti di alghe che hanno favorito la cementificazione delle orme tanto da rendere visibili, in alcuni casi, persino le pieghe della pelle degli animali. Una testimonianza che riscrive la storia della nostra terra, pensata, prima di tale scoperta, come una distesa punteggiata da sporadiche zone emerse. Di certo inadatta ad ospitare dinosauri. Pertanto diventa più chiara e plausibile una Puglia di quel tempo caratterizzata da un clima tropicale con estese piane fangose e molti vegetali tali da permettere il sostentamento dei dinosauri.
"La Puglia, terra di dinosauri", un'espressione sottolineata da Marco Petruzzelli e giustificata dalle 18 località pugliesi con orme. Tra i siti di rilievo, sono stati menzionati quelli di Molfetta, Ruvo e Borgo Celano.
La Cava Pontrelli, persa per 14 anni tra i meandri della burocrazia, ora non può più attendere. Il tempo risulta scandito dalle ultime battute che si stanno consumando tra Sovrintendenza e proprietà privata, dietro l'avvio del procedimento dell'esproprio.
Ma come è stata possibile la loro conservazione? Per i paleontologi la risposta è nella struttura del suolo: un terreno paludoso dal fondo fangoso con tappeti di alghe che hanno favorito la cementificazione delle orme tanto da rendere visibili, in alcuni casi, persino le pieghe della pelle degli animali. Una testimonianza che riscrive la storia della nostra terra, pensata, prima di tale scoperta, come una distesa punteggiata da sporadiche zone emerse. Di certo inadatta ad ospitare dinosauri. Pertanto diventa più chiara e plausibile una Puglia di quel tempo caratterizzata da un clima tropicale con estese piane fangose e molti vegetali tali da permettere il sostentamento dei dinosauri.
"La Puglia, terra di dinosauri", un'espressione sottolineata da Marco Petruzzelli e giustificata dalle 18 località pugliesi con orme. Tra i siti di rilievo, sono stati menzionati quelli di Molfetta, Ruvo e Borgo Celano.
La Cava Pontrelli, persa per 14 anni tra i meandri della burocrazia, ora non può più attendere. Il tempo risulta scandito dalle ultime battute che si stanno consumando tra Sovrintendenza e proprietà privata, dietro l'avvio del procedimento dell'esproprio.