Territorio
‘Trasportiamoci insieme’, secondo incontro
Claudio Amato: «Così non arriviamo da nessuna parte». Michele Cornacchia: «Le promesse non ci servono»
Altamura - lunedì 27 dicembre 2010
09.32
Si è tenuto mercoledì 22 dicembre il secondo incontro del gruppo 'Trasportiamoci insieme'. In tale occasione la redazione ha avuto modo di conoscere meglio i presupposti, le idee, e i progetti che animano questa nuova realtà associativa. Innanzitutto qual è il suo rapporto con la politica ed i partiti. Il gruppo si definisce apolitico ed apartitico, tuttavia nei comunicati e nelle locandine che informano degli incontri compaiono i simboli di Rinnovamento Altamura, Unione di Centro e Il Popolo della Libertà. Nina Dibenedetto, una delle fondatrici, ha spiegato che il gruppo intende in una prima fase far leva sui partiti nel loro ruolo sociale, cioè sui partiti come portatori di istanze sociali e centri di aggregazione. In proposito si è espresso anche un altro dei fondatori, Michele Cornacchia: «il discorso dell'utilizzo dei simboli era un richiamo che potevamo fare per attrarre i nostri gruppi e cercare di attrarre quanta più gente possibile». I fondatori sostengono di aver chiesto anche la partecipazione del Giovani Democratici e di Sinistra, Ecologia e Libertà - che non avrebbero aderito per motivi di partito - ed hanno programmato due fasi nella formazione del gruppo: una prima fase in cui sfrutterà il ruolo sociale dei partiti per attrarre partecipanti, una seconda fase in cui emergerà il gruppo 'Trasportiamoci insieme' come comitato dotato di uno statuto. I simboli dei partiti, hanno spiegano, spariranno già a partire dalla locandina del prossimo incontro. In effetti non ci sono neanche sul comunicato relativo all'incontro.
Uno dei punti su cui il gruppo è più intransigente è la questione dell'aumento del prezzo dei biglietti: «in una nota pubblicata un paio di mesi fa da un pendolare sulla pagina Facebook delle F.A.L. si legge: perché all'aumentare del prezzo dei biglietti non aumenta la qualità del servizio? Le F.A.L. risposero che l'aumento era dovuto a una delibera regionale – ha affermato Claudio Amato, un altro dei fondatori, che così ha continuato - Quindi c'è un aumento dei prezzi causato da una delibera regionale. Il problema è: per quale motivo nel momento in cui io ho un aumento del prezzo dei biglietti ed ho un gruppo, che non è quello nostro, si verifica un incontro in cui c'è F.A.L. e rappresentanti della Regione, quando questo è causato dalla Regione e dalla F.A.L?».
Claudio Amato allude qui al secondo tavolo di confronto, tenutosi martedì 21 dicembre, tra il presidente delle F.A.L., Matteo Colamussi, e una delegazione di 'F.A.L…le migliorare' composta dalla dott.ssa Marialisa Moramarco, fondatrice; Giuseppe Cotugno, presidente della Federconsumatori Matera; Michele Ventricelli, consigliere regionale. «Ora io mi domando e mi dico - ha affermato sempre Claudio Amato - come si fanno a trovare soluzioni nei termini in cui l'aumento dei biglietti è causato dalla Regione? La F.A.L. ha aumentato il biglietto a causa dell'aumento della Regione e noi continuiamo ancora a parlare con esponenti della Regione e con la F.A.L. Oggi 'Trasportiamoci Insieme' nelle successive fasi non deve andare ad interloquire con un ente politico come è la Regione, deve andare a interloquire con la F.A.L. direttamente portando le istanze del pendolare. È inutile andare a parlare alla Regione o parlare tra comitato, Regione e F.A.L. Il problema non si risolve attraverso delle iniziative in cui ci sta un rappresentante regionale e un rappresentante della F.A.L.; si continua a parlare con delle persone che, altro che fare promesse, non possono fare. Allora bisogna istituire un comitato allargandolo a tutti quelli che sono i pendolari, senza parti politiche senza nulla […] Questi tavoli di confronto sono inutili, è impossibile risolvere un problema con chi l'ha causato».
«Marialisa Moramarco – ha proseguito sempre Claudio Amato - secondo me fa un lavoro lodevole, ma, così come sta facendo lei, non arriviamo da nessuna parte, perché si fa portavoce di un problema in una sede che non è quella giusta, perché se si fa un incontro con Venticelli e Colamussi… Venticelli, rimane il fatto che è un consigliere regionale che avrà, immagino, votato la delibera. C'è qualcosa che non mi torna. Secondo me si tratta di andare dalle F.A.L. e dire: le promesse non servono più, perché quando mi dicono, come ho letto oggi nel comunicato, [ndr. Amato fa qui riferimento all'ultimo comunicato di 'F.A.L…le migliorare'] che è stata fatta l'ennesima gara per l'appalto per i nuovi treni, sono nuovi treni che arriveranno tra 10 anni. Ci sono state altre gare […]la Firema è fallita, però noi dobbiamo dare delle risposte concrete. La risposta concreta è: aggiungiamo due vagoni. Cioè, secondo me, dobbiamo lavorare in quel verso. Non bisogna dire vogliamo i treni nuovi. Andiamo sul concreto: un vagone in più al treno delle 7.05».
Ma i vagoni, ha fatto notare la redazione, bisogna comprarli. «No, i vagoni ci sono» ha affermato senza esitazione Claudio Amato, e, quando gli si è chiesto come faccia a sapere che ci sono, ha risposto «se parte un treno che va da Matera a Bari con tre vagoni, siccome sulla F.A.L. ci sono due binari, si immagina che l'altro treno, che poi incontrerà nella coincidenza, avrà altri tre o quattro vagoni. Pare che le F.A.L. abbiano non so quante benedettissime locomotive intese come motore trasportante e non si sa quante altre». Allora una domanda è sorta spontanea da parte della redazione: secondo voi hanno questi vagoni e non li usano? E per quale motivo?, «Evidentemente perché devono economizzare su altro – è stata la risposta di Amato, che così ha continuato – perché, probabilmente, le leggi diranno che ci vuole più personale se metti un altro vagone. Certamente c'è questo problema, vogliamo un vagone in più…un vagone non lo si nega a nessuno se hai 300 persone in piedi a rischio di farsi male». Ma se le F.A.L. vogliono economizzare, perché spenderebbero soldi per restylizzare vecchi vagoni? Ha osservato la redazione, «perché costa di meno di acquistarne altri» è stata la risposta di Nina Dibenedetto, ma il punto è che, se - come il gruppo ha affermato - questi vagoni ci sono e non vengono usati per risparmiare su qualcosa, perché spendere un sacco di soldi nel restyling? Attuare un restyling su tutta la linea costa di meno che usare tutte le carrozze che ci sono? Inoltre in un'ottica in cui le carrozze ci sono non dovrebbe neanche porsi il problema di acquistarne altre.
A questo punto è intervenuto Michele Cornacchia «la questione del restyling è stata affrontata anche nel 2007, quando ci fu un'altra iniziativa congiunta a cui parteciparono anche i Giovani Democratici. Venne anche Colamussi e gli fu detto: ma seondo te il problema di una tratta ferrovia è risolto con un restyling o è l'ammodernamento della rete facendo un passaggio dallo scarto ridotto allo scarto normale? E lui rispose: Ci costerò un occhio della testa a questo punto faccio il restiling che costa di meno rispetto a quando la vado a comprare, e nel 2007 ci disse che arrivavano circa 18 carrozze [ndr. Michele Cornacchia allude qui alla commessa Firema]. Le stiamo ancora aspettando. Come dice Claudio, le promesse non ci servono». La tendenza del presidente Colamussi a fare promesse, ha dichiarato più tardi Nina Dibenedetto, sarebbe il motivo per cui il gruppo non lo ha invitato ai suoi incontri «ci direbbe per l'ennesima volta: è in corso il restyling delle carrozze, è stato pubblicato il bando per nuovi treni e quant'altro».
Stando al bando per l'acquisto dei nuovi treni pubblicato dalle F.A.L., la prima nuova vettura dovrebbe essere pronta entro 22 mesi dalla firma del contratto, mentre le successive consegne dovrebbero avvenire a distanza di massimo 30 giorni l'una dall'altra. I treni dovranno essere pronti entro 30 mesi dalla data di sottoscrizione del contratto. L'apertura delle offerte è fissata per venerdì 7 gennaio 2011 alle 9.30, dunque il contratto sarà molto probabilmente firmato il mese prossimo, ciò vuol dire che i treni dovranno essere consegnati tutti entro il 2013. 'Trasportiamoci insieme' prevede invece tempi molto più lunghi, dai 7 ai 10 anni. Solo il tempo potrà dire come andrà. Nel corso della riunione è stato sollevato anche il problema dei disabili. I fondatori hanno espresso la loro indignazione per il fatto che un disabile debba avvertile la stazione 24 ore prima di prendere un treno, non sapevano però che il tempo richiesto fino a poco tempo fa dalle F.A.L. era di 7 giorni e che un preavviso di 24 ore è in conformità alle leggi vigenti attualmente in Italia. Non si vuole nel presente articolo entrare nel merito della questione etica, ma solo attestare ciò che sancisce la legge.
Per quanto riguarda il programma del gruppo per il futuro, «ci costituiremo come comitato – ha affermato Amato – dopo di che, una delegazione del comitato si presenterà, previa raccomandata, alla F.A.L. e alle S.T.P., non per avere incontri. Gli incontri pubblici a noi non servono, vogliamo incontri privati nei quali ci ascoltino, e chiederemo che due o tre delegati possano andare nell'assise del consiglio d'amministrazione a portare quelli che sono i problemi della F.A.L., punto». «Il cittadino – ha affermato più tardi sempre Amato - deve andare alle F.A.L. perché se le F.A.L. non accettano il fatto che ci sono i problemi e quindi se ne assume le conseguenze attuando le soluzioni del caso, va a finire che, per forza di cose, ci sarà una manifestazione nei confronti delle F.A.L., però fare una manifestazione nei confronti delle F.A.L. significa far salire quattrocento, trecento persone su un treno, un pullman, senza pagare il biglietto. Perché ti devo pagare un servizio che non ho? Vado a piedi a Bari allora. Deve essere la F.A.L. a risolverlo».
Le istanze di cui il futuro comitato intende farsi portavoce sono: un adeguamento del prezzo di biglietti ed abbonamenti alle differenti situazioni economiche dei pendolari (sconti per studenti e fasce sociali a basso reddito, permettere a membri della stessa famiglia di usare lo stesso abbonamento); l'aggiunta di carrozze; la pulizia delle stesse; il trattamento paritario dei disabili; la razionalizzazione delle corse; la discussione della carta dei servizi; una migliore comunicazione con gli utenti; ma il gruppo si propone di affrontare anche problematiche riguardanti le Ferrovie dello Stato (Perché non c'è una tratta Bari-Matera delle Ferrovie dello Stato?) e la S.T.P.
«Tra i punti cardine» si legge nel comunicato del gruppo relativo all'incontro «ecco i primi che il Comitato si prefiggerà di raggiungere: il Comitato nominerà una commissione rappresentativa dello stesso che si faccia promotrice nelle relazioni esterne dei propri principi ispiratori e soprattutto delle richieste nonché delle esigenze dei pendolari; è intenzione del gruppo 'Trasportiamoci Insieme' cercare di far riconoscere a tale Commissione un ruolo di rappresentanza dei pendolari all'interno delle aziende di trasporto pubblico per cercare di instaurare un costante e continuo confronto e collaborazione che renda possibile migliorie del servizio a breve termine e meglio recepite dagli usufruitori dei servizi di trasporto. Il Comitato, i cui membri saranno in gran parte coloro i quali hanno sostenuto sin dall'inizio il progetto 'Trasportiamoci insieme', intende: promuovere un abbonamento ad hoc per gli studenti affinché si dia rilevanza alle diverse possibilità economiche degli gli stessi rispetto ai pendolari lavoratori; promuovere l'aggiunta di carrozze per quei treni che percorrono le diverse tratte nelle fasce orarie in cui è palese un maggior affollamento. Un maggio numero di carrozze permetterebbe un dislocamento delle diverse persone che libererebbe le zone previste per la sosta dei diversamente abili, che, ad oggi, ostando col diritto alla parità di trattamento, devono anticipatamente avvisare le stazioni di riferimento delle loro intenzioni di viaggio. Trasportiamoci Insieme intende istituzionalizzare a livello locale la questione, proponendone la discussione nell'ambito della Commissione Trasporti Pubblici del Comune di Altamura».
Uno dei punti su cui il gruppo è più intransigente è la questione dell'aumento del prezzo dei biglietti: «in una nota pubblicata un paio di mesi fa da un pendolare sulla pagina Facebook delle F.A.L. si legge: perché all'aumentare del prezzo dei biglietti non aumenta la qualità del servizio? Le F.A.L. risposero che l'aumento era dovuto a una delibera regionale – ha affermato Claudio Amato, un altro dei fondatori, che così ha continuato - Quindi c'è un aumento dei prezzi causato da una delibera regionale. Il problema è: per quale motivo nel momento in cui io ho un aumento del prezzo dei biglietti ed ho un gruppo, che non è quello nostro, si verifica un incontro in cui c'è F.A.L. e rappresentanti della Regione, quando questo è causato dalla Regione e dalla F.A.L?».
Claudio Amato allude qui al secondo tavolo di confronto, tenutosi martedì 21 dicembre, tra il presidente delle F.A.L., Matteo Colamussi, e una delegazione di 'F.A.L…le migliorare' composta dalla dott.ssa Marialisa Moramarco, fondatrice; Giuseppe Cotugno, presidente della Federconsumatori Matera; Michele Ventricelli, consigliere regionale. «Ora io mi domando e mi dico - ha affermato sempre Claudio Amato - come si fanno a trovare soluzioni nei termini in cui l'aumento dei biglietti è causato dalla Regione? La F.A.L. ha aumentato il biglietto a causa dell'aumento della Regione e noi continuiamo ancora a parlare con esponenti della Regione e con la F.A.L. Oggi 'Trasportiamoci Insieme' nelle successive fasi non deve andare ad interloquire con un ente politico come è la Regione, deve andare a interloquire con la F.A.L. direttamente portando le istanze del pendolare. È inutile andare a parlare alla Regione o parlare tra comitato, Regione e F.A.L. Il problema non si risolve attraverso delle iniziative in cui ci sta un rappresentante regionale e un rappresentante della F.A.L.; si continua a parlare con delle persone che, altro che fare promesse, non possono fare. Allora bisogna istituire un comitato allargandolo a tutti quelli che sono i pendolari, senza parti politiche senza nulla […] Questi tavoli di confronto sono inutili, è impossibile risolvere un problema con chi l'ha causato».
«Marialisa Moramarco – ha proseguito sempre Claudio Amato - secondo me fa un lavoro lodevole, ma, così come sta facendo lei, non arriviamo da nessuna parte, perché si fa portavoce di un problema in una sede che non è quella giusta, perché se si fa un incontro con Venticelli e Colamussi… Venticelli, rimane il fatto che è un consigliere regionale che avrà, immagino, votato la delibera. C'è qualcosa che non mi torna. Secondo me si tratta di andare dalle F.A.L. e dire: le promesse non servono più, perché quando mi dicono, come ho letto oggi nel comunicato, [ndr. Amato fa qui riferimento all'ultimo comunicato di 'F.A.L…le migliorare'] che è stata fatta l'ennesima gara per l'appalto per i nuovi treni, sono nuovi treni che arriveranno tra 10 anni. Ci sono state altre gare […]la Firema è fallita, però noi dobbiamo dare delle risposte concrete. La risposta concreta è: aggiungiamo due vagoni. Cioè, secondo me, dobbiamo lavorare in quel verso. Non bisogna dire vogliamo i treni nuovi. Andiamo sul concreto: un vagone in più al treno delle 7.05».
Ma i vagoni, ha fatto notare la redazione, bisogna comprarli. «No, i vagoni ci sono» ha affermato senza esitazione Claudio Amato, e, quando gli si è chiesto come faccia a sapere che ci sono, ha risposto «se parte un treno che va da Matera a Bari con tre vagoni, siccome sulla F.A.L. ci sono due binari, si immagina che l'altro treno, che poi incontrerà nella coincidenza, avrà altri tre o quattro vagoni. Pare che le F.A.L. abbiano non so quante benedettissime locomotive intese come motore trasportante e non si sa quante altre». Allora una domanda è sorta spontanea da parte della redazione: secondo voi hanno questi vagoni e non li usano? E per quale motivo?, «Evidentemente perché devono economizzare su altro – è stata la risposta di Amato, che così ha continuato – perché, probabilmente, le leggi diranno che ci vuole più personale se metti un altro vagone. Certamente c'è questo problema, vogliamo un vagone in più…un vagone non lo si nega a nessuno se hai 300 persone in piedi a rischio di farsi male». Ma se le F.A.L. vogliono economizzare, perché spenderebbero soldi per restylizzare vecchi vagoni? Ha osservato la redazione, «perché costa di meno di acquistarne altri» è stata la risposta di Nina Dibenedetto, ma il punto è che, se - come il gruppo ha affermato - questi vagoni ci sono e non vengono usati per risparmiare su qualcosa, perché spendere un sacco di soldi nel restyling? Attuare un restyling su tutta la linea costa di meno che usare tutte le carrozze che ci sono? Inoltre in un'ottica in cui le carrozze ci sono non dovrebbe neanche porsi il problema di acquistarne altre.
A questo punto è intervenuto Michele Cornacchia «la questione del restyling è stata affrontata anche nel 2007, quando ci fu un'altra iniziativa congiunta a cui parteciparono anche i Giovani Democratici. Venne anche Colamussi e gli fu detto: ma seondo te il problema di una tratta ferrovia è risolto con un restyling o è l'ammodernamento della rete facendo un passaggio dallo scarto ridotto allo scarto normale? E lui rispose: Ci costerò un occhio della testa a questo punto faccio il restiling che costa di meno rispetto a quando la vado a comprare, e nel 2007 ci disse che arrivavano circa 18 carrozze [ndr. Michele Cornacchia allude qui alla commessa Firema]. Le stiamo ancora aspettando. Come dice Claudio, le promesse non ci servono». La tendenza del presidente Colamussi a fare promesse, ha dichiarato più tardi Nina Dibenedetto, sarebbe il motivo per cui il gruppo non lo ha invitato ai suoi incontri «ci direbbe per l'ennesima volta: è in corso il restyling delle carrozze, è stato pubblicato il bando per nuovi treni e quant'altro».
Stando al bando per l'acquisto dei nuovi treni pubblicato dalle F.A.L., la prima nuova vettura dovrebbe essere pronta entro 22 mesi dalla firma del contratto, mentre le successive consegne dovrebbero avvenire a distanza di massimo 30 giorni l'una dall'altra. I treni dovranno essere pronti entro 30 mesi dalla data di sottoscrizione del contratto. L'apertura delle offerte è fissata per venerdì 7 gennaio 2011 alle 9.30, dunque il contratto sarà molto probabilmente firmato il mese prossimo, ciò vuol dire che i treni dovranno essere consegnati tutti entro il 2013. 'Trasportiamoci insieme' prevede invece tempi molto più lunghi, dai 7 ai 10 anni. Solo il tempo potrà dire come andrà. Nel corso della riunione è stato sollevato anche il problema dei disabili. I fondatori hanno espresso la loro indignazione per il fatto che un disabile debba avvertile la stazione 24 ore prima di prendere un treno, non sapevano però che il tempo richiesto fino a poco tempo fa dalle F.A.L. era di 7 giorni e che un preavviso di 24 ore è in conformità alle leggi vigenti attualmente in Italia. Non si vuole nel presente articolo entrare nel merito della questione etica, ma solo attestare ciò che sancisce la legge.
Per quanto riguarda il programma del gruppo per il futuro, «ci costituiremo come comitato – ha affermato Amato – dopo di che, una delegazione del comitato si presenterà, previa raccomandata, alla F.A.L. e alle S.T.P., non per avere incontri. Gli incontri pubblici a noi non servono, vogliamo incontri privati nei quali ci ascoltino, e chiederemo che due o tre delegati possano andare nell'assise del consiglio d'amministrazione a portare quelli che sono i problemi della F.A.L., punto». «Il cittadino – ha affermato più tardi sempre Amato - deve andare alle F.A.L. perché se le F.A.L. non accettano il fatto che ci sono i problemi e quindi se ne assume le conseguenze attuando le soluzioni del caso, va a finire che, per forza di cose, ci sarà una manifestazione nei confronti delle F.A.L., però fare una manifestazione nei confronti delle F.A.L. significa far salire quattrocento, trecento persone su un treno, un pullman, senza pagare il biglietto. Perché ti devo pagare un servizio che non ho? Vado a piedi a Bari allora. Deve essere la F.A.L. a risolverlo».
Le istanze di cui il futuro comitato intende farsi portavoce sono: un adeguamento del prezzo di biglietti ed abbonamenti alle differenti situazioni economiche dei pendolari (sconti per studenti e fasce sociali a basso reddito, permettere a membri della stessa famiglia di usare lo stesso abbonamento); l'aggiunta di carrozze; la pulizia delle stesse; il trattamento paritario dei disabili; la razionalizzazione delle corse; la discussione della carta dei servizi; una migliore comunicazione con gli utenti; ma il gruppo si propone di affrontare anche problematiche riguardanti le Ferrovie dello Stato (Perché non c'è una tratta Bari-Matera delle Ferrovie dello Stato?) e la S.T.P.
«Tra i punti cardine» si legge nel comunicato del gruppo relativo all'incontro «ecco i primi che il Comitato si prefiggerà di raggiungere: il Comitato nominerà una commissione rappresentativa dello stesso che si faccia promotrice nelle relazioni esterne dei propri principi ispiratori e soprattutto delle richieste nonché delle esigenze dei pendolari; è intenzione del gruppo 'Trasportiamoci Insieme' cercare di far riconoscere a tale Commissione un ruolo di rappresentanza dei pendolari all'interno delle aziende di trasporto pubblico per cercare di instaurare un costante e continuo confronto e collaborazione che renda possibile migliorie del servizio a breve termine e meglio recepite dagli usufruitori dei servizi di trasporto. Il Comitato, i cui membri saranno in gran parte coloro i quali hanno sostenuto sin dall'inizio il progetto 'Trasportiamoci insieme', intende: promuovere un abbonamento ad hoc per gli studenti affinché si dia rilevanza alle diverse possibilità economiche degli gli stessi rispetto ai pendolari lavoratori; promuovere l'aggiunta di carrozze per quei treni che percorrono le diverse tratte nelle fasce orarie in cui è palese un maggior affollamento. Un maggio numero di carrozze permetterebbe un dislocamento delle diverse persone che libererebbe le zone previste per la sosta dei diversamente abili, che, ad oggi, ostando col diritto alla parità di trattamento, devono anticipatamente avvisare le stazioni di riferimento delle loro intenzioni di viaggio. Trasportiamoci Insieme intende istituzionalizzare a livello locale la questione, proponendone la discussione nell'ambito della Commissione Trasporti Pubblici del Comune di Altamura».