Eventi e cultura
Stampato un libro nell'Antica Tipografia Portoghese
Un inedito di Vincenzo Vicenti
Altamura - domenica 29 dicembre 2019
10.00
E l'Antica Tipografia Portoghese riprese a stampare. Lì dove le macchine si fermarono nel 2000, una "Albert Automatica" degli anni '50 è stata rimessa in azione da Gennaro Zaccaria. Così è "nata" un'edizione limitata di un inedito dello storico Vincenzo Vicenti, dal titolo "La leggenda del tradimento".
Il libro è stato stampato con l'utilizzo dei caratteri mobili posizionati nelle apposite intelaiature. Un lavoro davvero notevole, come un tempo ormai lontano. Poi inchiostro e carta. E la vecchia macchina tipografica, che è ancora perfettamente funzionante nei suoi ingranaggi, è ripartita ed ha sfornato le pagine. Una dopo l'altra. Ultima fase è stata la rilegatura. Ed eccolo il lavoro finito.
Questa pubblicazione, curata da Arcangela Vicenti (presidente del Coordinamento Altamura Leonessa di Puglia) e Bianca Tragni, è stata presentata ieri nella Tipografia. Un luogo molto suggestivo, un "unicum" che fa parte dei circuiti del Fai (Fondo per l'ambiente italiano) e dell'Associazione italiana dei musei della stampa e della carta. Dopo oltre un secolo di attività la tipografia fondata dalla famiglia Portoghese fu costretta a chiudere. Fu pure per una precisa scelta e volontà che non si adeguò alla tecnologia e rimase un museo. Da due anni è diventato un prezioso luogo di cultura.
Il libro è stato stampato con l'utilizzo dei caratteri mobili posizionati nelle apposite intelaiature. Un lavoro davvero notevole, come un tempo ormai lontano. Poi inchiostro e carta. E la vecchia macchina tipografica, che è ancora perfettamente funzionante nei suoi ingranaggi, è ripartita ed ha sfornato le pagine. Una dopo l'altra. Ultima fase è stata la rilegatura. Ed eccolo il lavoro finito.
Questa pubblicazione, curata da Arcangela Vicenti (presidente del Coordinamento Altamura Leonessa di Puglia) e Bianca Tragni, è stata presentata ieri nella Tipografia. Un luogo molto suggestivo, un "unicum" che fa parte dei circuiti del Fai (Fondo per l'ambiente italiano) e dell'Associazione italiana dei musei della stampa e della carta. Dopo oltre un secolo di attività la tipografia fondata dalla famiglia Portoghese fu costretta a chiudere. Fu pure per una precisa scelta e volontà che non si adeguò alla tecnologia e rimase un museo. Da due anni è diventato un prezioso luogo di cultura.