Editoriale
Signorina vuol lavorare?
Le notizie rosa. Abbasso gli steriotipi sessisti
Altamura - lunedì 31 gennaio 2011
17.39
Una settimana che ha registrato alcuni fatti di cronaca - tratto in arresto un ventenne per tentato furto di pc da un istituto scolastico e un incidente stradale in via Selva – ma anche una settimana colorata di tinte rosa se consideriamo che all'interno del Progetto Oasi dell'Anffas, sarà finanziata la costruzione del Centro socio-educativo-riabilitativo con l'impiego di quattordici nuovi posti di lavoro e di questi, tredici saranno "al femminile". E di grande rilevanza anche l'attivazione dello Sportello Donna ad Altamura, su iniziativa della Commissione Pari Opportunità. Un servizio di ascolto, consulenza, orientamento, socializzazione, condivisione, cultura ed educazione sul tema delle pari opportunità che offrirà non solo informazioni sul tema del lavoro e della formazione professionale, ma anche consulenza per le donne che subiscono violenza, maltrattamenti, molestie, abusi, fisici e psicologici.
Decisamente un passo in avanti che segna se non la rottura del cosiddetto "tetto di cristallo", un primo abbattimento degli stereotipi sessisti. L'Italia tutta va redarguita per il perdurare di tali stereotipi tanto subdoli quanto offensivi. Si pensi all'uso nel linguaggio comune di espressioni accompagnate da infondato – e spesso sforzato - stupore come "lavoratrice e mamma", oppure "nonostante sia mamma". Frasi che lasciano intendere una impossibile conciliazione tra vita e lavoro. Siamo bombardati da immagini e messaggi proponenti modelli femminili di dichiarata predilezione verso aspetti come la bellezza, il senso materno, la componente seduttiva. E a dir il vero non ci è d'aiuto neanche il nostro ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, la cui figura nell'immaginario collettivo è ancora legata alle sue pose sexy che scandivano i mesi su Max. Se volessimo dare uno sguardo alla presenza femminile sulla stampa italiana, ci accorgeremmo che le donne sono citate dai media soprattutto come vittime o come madri. E i maschi? I modelli maschili inneggiano a valori come il coraggio o la capacità manuale. Tutto ciò lungi dall'esasperare i già nutriti sentimenti di rivalità tra i due sessi, ma semplicemente per conferire un maggior riconoscimento della soggettività femminile, oggi indispensabile per un paese migliore.
Che ben vengano dunque i posti rosa di lavoro!
Decisamente un passo in avanti che segna se non la rottura del cosiddetto "tetto di cristallo", un primo abbattimento degli stereotipi sessisti. L'Italia tutta va redarguita per il perdurare di tali stereotipi tanto subdoli quanto offensivi. Si pensi all'uso nel linguaggio comune di espressioni accompagnate da infondato – e spesso sforzato - stupore come "lavoratrice e mamma", oppure "nonostante sia mamma". Frasi che lasciano intendere una impossibile conciliazione tra vita e lavoro. Siamo bombardati da immagini e messaggi proponenti modelli femminili di dichiarata predilezione verso aspetti come la bellezza, il senso materno, la componente seduttiva. E a dir il vero non ci è d'aiuto neanche il nostro ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, la cui figura nell'immaginario collettivo è ancora legata alle sue pose sexy che scandivano i mesi su Max. Se volessimo dare uno sguardo alla presenza femminile sulla stampa italiana, ci accorgeremmo che le donne sono citate dai media soprattutto come vittime o come madri. E i maschi? I modelli maschili inneggiano a valori come il coraggio o la capacità manuale. Tutto ciò lungi dall'esasperare i già nutriti sentimenti di rivalità tra i due sessi, ma semplicemente per conferire un maggior riconoscimento della soggettività femminile, oggi indispensabile per un paese migliore.
Che ben vengano dunque i posti rosa di lavoro!