Ospedale e sanità
Sanità, «la Murgia grida basta»
I ginecologi dell’ospedale di Altamura scrivono al presidente della regione Puglia Nichi Vendola. Siamo «operatori in un territorio di conquista e di saccheggi»
Altamura - martedì 11 gennaio 2011
15.19
«Caro Presidente, sono i ginecologi della Murgia che dalla loro "trincea" elevano un grido di protesta per far conoscere lo stato di abbandono in cui versa l'assistenza materno-infantile dell'altopiano della Murgia». Comincia con queste parole la lettera aperta scritta al governatore della regione Puglia Nichi Vendola dai cinque medici turnisti e dal primario del reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell'ospedale di Altamura.
I camici bianchi sono in affanno per la carenza di personale, situazione che grava sul reparto, sull'utenza e sullo stesso lavoro degli specialisti. La pianta organica prevede la presenza di tredici dirigenti medici e di un primario, ma attualmente - oltre al primario Marcello Losito - a ricoprire i turni sono in cinque (Michele Oreste, Alessandro Mastrorilli, Francesco Lomurno, Maria Deveteris, Nadia Veloce).
«Ci sentiamo soli - scrivono - da anni abbandonati al nostro destino, operatori di un territorio di conquista e di saccheggi, ormai depredati di ogni dignità e credibilità». E aggiungono: «Quella che fu nella storia della ginecologia pugliese la palestra di attività ardite ma dai brillanti risultati, oggi è agli albori della cronaca come una zona ormai allo stremo delle forze in situazione di criticità sull'orlo del tracollo assistenziale».
Nel 2008 l'Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (ONDA) assegnò al reparto il cosiddetto "bollino rosa", una certificazione della qualità dell'offerta e dell'attenzione rivolta alle patologie femminili.
«Da tempo - è scritto nella lettera - si assiste ad un progressivo depauperamento delle risorse umane e tecnologiche che vede oggi un esiguo numero di dirigenti medici – cinque per assicurare l'assistenza 24 ore su 24 per 7 giorni su 7 - con scarse attrezzature non sottoposte ad aggiornamento periodico e non più al passo con i tempi».
«Un ospedale che svetta incompiuto nella Murgia Barese da oltre 15 anni, medici trasferiti verso altri Ospedali per esigenze personali e non sostituiti, trasferimenti comodi verso aree di tranquillità assistenziale (Consultori) senza alcuna procedura concorsuale ma solo per accontentare gli amici (lo testimoniano intercettazioni telefoniche), il naturale esaurimento di incarichi temporanei e per pensionamento hanno ridotto il numero di medici al di sotto del minimo assistenziale».
Intanto da ieri, l'Ostetricia e Ginecologia del locale presidio ospedaliero ha altri due medici provenienti dagli ospedali baresi Di Venere e San Paolo, ma solo fino al prossimo 9 febbraio. La risposta della Asl Ba a quelle che definisce «gravissime criticità di personale medico» non basta ai medici del reparto. «Una soluzione in urgenza è stata presa – scrivono - ma come tutte le cose urgenti non possono essere risolutive».
I ginecologi di "Terra di Murgia" – così si firmano – chiedono di garantire «i livelli di salute minimali a tutte le donne del Sud, privilegiando quelle aree storicamente disagiate e ricche di criticità». Chiedono, inoltre, che «in Puglia possa cessare quell'ambiente clientelare, che tante volte abbiamo condannato nelle precedenti amministrazioni» e che «si possa respirare aria pulita di rispetto delle regole».
I camici bianchi sono in affanno per la carenza di personale, situazione che grava sul reparto, sull'utenza e sullo stesso lavoro degli specialisti. La pianta organica prevede la presenza di tredici dirigenti medici e di un primario, ma attualmente - oltre al primario Marcello Losito - a ricoprire i turni sono in cinque (Michele Oreste, Alessandro Mastrorilli, Francesco Lomurno, Maria Deveteris, Nadia Veloce).
«Ci sentiamo soli - scrivono - da anni abbandonati al nostro destino, operatori di un territorio di conquista e di saccheggi, ormai depredati di ogni dignità e credibilità». E aggiungono: «Quella che fu nella storia della ginecologia pugliese la palestra di attività ardite ma dai brillanti risultati, oggi è agli albori della cronaca come una zona ormai allo stremo delle forze in situazione di criticità sull'orlo del tracollo assistenziale».
Nel 2008 l'Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (ONDA) assegnò al reparto il cosiddetto "bollino rosa", una certificazione della qualità dell'offerta e dell'attenzione rivolta alle patologie femminili.
«Da tempo - è scritto nella lettera - si assiste ad un progressivo depauperamento delle risorse umane e tecnologiche che vede oggi un esiguo numero di dirigenti medici – cinque per assicurare l'assistenza 24 ore su 24 per 7 giorni su 7 - con scarse attrezzature non sottoposte ad aggiornamento periodico e non più al passo con i tempi».
«Un ospedale che svetta incompiuto nella Murgia Barese da oltre 15 anni, medici trasferiti verso altri Ospedali per esigenze personali e non sostituiti, trasferimenti comodi verso aree di tranquillità assistenziale (Consultori) senza alcuna procedura concorsuale ma solo per accontentare gli amici (lo testimoniano intercettazioni telefoniche), il naturale esaurimento di incarichi temporanei e per pensionamento hanno ridotto il numero di medici al di sotto del minimo assistenziale».
Intanto da ieri, l'Ostetricia e Ginecologia del locale presidio ospedaliero ha altri due medici provenienti dagli ospedali baresi Di Venere e San Paolo, ma solo fino al prossimo 9 febbraio. La risposta della Asl Ba a quelle che definisce «gravissime criticità di personale medico» non basta ai medici del reparto. «Una soluzione in urgenza è stata presa – scrivono - ma come tutte le cose urgenti non possono essere risolutive».
I ginecologi di "Terra di Murgia" – così si firmano – chiedono di garantire «i livelli di salute minimali a tutte le donne del Sud, privilegiando quelle aree storicamente disagiate e ricche di criticità». Chiedono, inoltre, che «in Puglia possa cessare quell'ambiente clientelare, che tante volte abbiamo condannato nelle precedenti amministrazioni» e che «si possa respirare aria pulita di rispetto delle regole».