Politica
Come tutelare e garantire il diritto alla salute e al lavoro?
Se ne è discusso in Consiglio comunale. Parola agli operatori sanitari
Altamura - mercoledì 17 novembre 2010
18.33
Sono intervenuti gli operatori sanitari, ieri, durante la seduta del Consiglio comunale monotematico sul tema "sanità". Diverse le problematiche che utenti e professionisti stanno vivendo. I tagli al settore si traducono in disservizi e perdita di posti di lavoro. Come è stato più volte ribadito, il diritto alla salute e al lavoro non vanno solo tutelati, ma anche garantiti. Domenico Cirasole, presidente del neonato "Comitato Sanitari Precari Altamurani", ha spiegato le conseguenze della legge n. 122 del 30 luglio 2010, secondo la quale, "a decorrere dall'anno 2011, le amministrazioni dello Stato possono avvalersi di personale a tempo determinato o con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa".
"È come privatizzare un rapporto di lavoro pubblico", ha commentato Cirasole, facendo notare come la cosiddetta legge 30, definita "illogica", sia in contraddizione con la legge 247/2007 (che "attua la direttiva CEE 1999/70/CE"). Quest'ultima "stabilisce che il rapporto di lavoro tra datore e lavoratore che abbia complessivamente superato i 36 mesi, comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione intercorrenti tra un contratto e l'altro, si considera a tempo indeterminato". La legge 274/2007, dunque, continua Cirasole "prevede nuove norme per ridurre le forme più precarie di lavoro e per incentivare l'occupazione più stabile, perché per la durata dei contratti a tempo determinato è stato introdotto il limite massimo di 36 mesi. È stato inoltre stabilito un diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato per coloro che sono stati utilizzati con contratto a termine per un periodo superiore ai sei mesi".
"A causa della legge 30, che ha bloccato le assunzioni, vietato le proroghe ed imposto il blocco del turn over e a causa della mancata approvazione del Piano di rientro regionale – ha aggiunto Cirasole - medici, rianimatori, cardiologi, infermieri dell'Ospedale di Altamura, assunti in occasione dell'apertura dei rispettivi reparti, da anni con contratto a tempo rinnovato semestralmente, non avranno proroghe. L'ospedale di Altamura, come molti ospedali della Asl Bari, colmano le lacune di personale solo con contratti a tempo semestrali". Si prospetta un futuro non semplice per gli operatori sanitari precari, che dal 31 dicembre rischiano di andare a casa. "Questa ipotesi, al momento non scongiurata, a mio parere perdurerà almeno fino a quando il Piano di rientro sanitario regionale non venga approvato" dal Governo nazionale, insiste Cirasole. "In caso contrario, è ipotizzabile la riduzione dei posti letto e dei servizi offerti, ovvero la chiusura di reparti o ancor peggio la sostituzione del personale con mobilità". Il Presidente del "Comitato Sanitari Precari Altamurani" ha posto l'accento anche sulla situazione degli infermieri dell'assistenza domiciliare, lavoratori precari da più di dieci anni. Un servizio, quest'ultimo, "che scomparirà il 31 dicembre 2010".
Il Comitato ha manifestato lunedì 15 novembre a Bari, presso il Palazzo della Regione, per chiedere la tutela del diritto al lavoro e alla salute. "Non siamo stati ricevuti dall'assessore Fiore, che ha incontrato il sindacato", sottolinea Cirasole. Michele Lospalluto (Rappresentanze Sindacali di Base, Unione Sindacale di Base, Pubblico Impiego – Puglia), presente alla stessa manifestazione, annuncia che "il Governo riceverà il 24 novembre gli esponenti della Giunta regionale. Prendiamo atto dell'impegno preso dall'assessore Fiore secondo il quale gli assunti a tempo nel 2009 saranno prorogati, ma è necessario che ci sia un piano di assunzioni finalizzato all'apertura di quella struttura (ndr, Ospedale della Murgia), che non può essere a costo zero, come lui ha dichiarato".
È stata intanto avviata la scorsa domenica una raccolta firme, documentazione che il "Comitato Sanitari Precari Altamurani" consegnerà all'assessore regionale alla Sanità Tommaso Fiore nel prossimo consiglio comunale, fissato per il 22 novembre.
Fra gli interventi, quello di Vincenzo Panaro in rappresentanza del "Comitato Libera Scelta" e delle strutture accreditate, che, dal 12 ottobre scorso, per effetto della deliberazione regionale n. 1500 del 26 giugno 2009, hanno visto cessare i rimborsi per l'assistenza specialistica accreditata. Avviata la cassa integrazione per alcuni dipendenti di tali strutture. Panaro ha parlato di una serie di requisiti necessari per l'accreditamento delle strutture, aggiungendo che "la Giunta regionale di sinistra ha scippato ad Altamura dai 400 ai 500mila euro per trasferirli in altre città".
Fra gli interventi, anche quello di Franco Angelastri, vicefiduciario FESMED (Federazione Medici Dirigenti che raccoglie ginecologi e chirurghi) e dell'ex consigliere comunale Massimo Iurino. Quest'ultimo ha sottolineato come "l'impegno di spesa 2010 a carico della Regione Puglia rimane invariato, dunque il cambiamento dei criteri di assegnazione dei tetti di spesa alle strutture accreditate non porta risparmi alla Regione. Vogliamo un riequilibrio, non un sovvertimento".
Ad una reciproca chiamata alle responsabilità ha fatto riferimento il consigliere regionale Michele Ventricelli: "Dove c'è stato lo sforamento della spesa, la Regione Puglia ha coperto con fondi propri".
Di disservizi nell'assistenza domiciliare programmata ed integrata, oltre che delle "gravi ripercussioni" della deliberazione n. 1500 del 26 giugno 2009 ha parlato il consigliere comunale Nunzio Lagonigro, capofirmatario della richiesta di convocazione del consiglio monotematico sulla sanità. Il consigliere del Pdl ha chiesto di "riconsiderare e di modificare la Delibera 1500". Il consigliere Saverio Diperna ha dichiarato "non condivisibile" l'impostazione data alla seduta "perché il tema sanità è stato utilizzato a scopi politici". Per il consigliere del P.D. bastava discutere della questione in un unico Consiglio comunale, quello del 22 novembre.
"È come privatizzare un rapporto di lavoro pubblico", ha commentato Cirasole, facendo notare come la cosiddetta legge 30, definita "illogica", sia in contraddizione con la legge 247/2007 (che "attua la direttiva CEE 1999/70/CE"). Quest'ultima "stabilisce che il rapporto di lavoro tra datore e lavoratore che abbia complessivamente superato i 36 mesi, comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione intercorrenti tra un contratto e l'altro, si considera a tempo indeterminato". La legge 274/2007, dunque, continua Cirasole "prevede nuove norme per ridurre le forme più precarie di lavoro e per incentivare l'occupazione più stabile, perché per la durata dei contratti a tempo determinato è stato introdotto il limite massimo di 36 mesi. È stato inoltre stabilito un diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato per coloro che sono stati utilizzati con contratto a termine per un periodo superiore ai sei mesi".
"A causa della legge 30, che ha bloccato le assunzioni, vietato le proroghe ed imposto il blocco del turn over e a causa della mancata approvazione del Piano di rientro regionale – ha aggiunto Cirasole - medici, rianimatori, cardiologi, infermieri dell'Ospedale di Altamura, assunti in occasione dell'apertura dei rispettivi reparti, da anni con contratto a tempo rinnovato semestralmente, non avranno proroghe. L'ospedale di Altamura, come molti ospedali della Asl Bari, colmano le lacune di personale solo con contratti a tempo semestrali". Si prospetta un futuro non semplice per gli operatori sanitari precari, che dal 31 dicembre rischiano di andare a casa. "Questa ipotesi, al momento non scongiurata, a mio parere perdurerà almeno fino a quando il Piano di rientro sanitario regionale non venga approvato" dal Governo nazionale, insiste Cirasole. "In caso contrario, è ipotizzabile la riduzione dei posti letto e dei servizi offerti, ovvero la chiusura di reparti o ancor peggio la sostituzione del personale con mobilità". Il Presidente del "Comitato Sanitari Precari Altamurani" ha posto l'accento anche sulla situazione degli infermieri dell'assistenza domiciliare, lavoratori precari da più di dieci anni. Un servizio, quest'ultimo, "che scomparirà il 31 dicembre 2010".
Il Comitato ha manifestato lunedì 15 novembre a Bari, presso il Palazzo della Regione, per chiedere la tutela del diritto al lavoro e alla salute. "Non siamo stati ricevuti dall'assessore Fiore, che ha incontrato il sindacato", sottolinea Cirasole. Michele Lospalluto (Rappresentanze Sindacali di Base, Unione Sindacale di Base, Pubblico Impiego – Puglia), presente alla stessa manifestazione, annuncia che "il Governo riceverà il 24 novembre gli esponenti della Giunta regionale. Prendiamo atto dell'impegno preso dall'assessore Fiore secondo il quale gli assunti a tempo nel 2009 saranno prorogati, ma è necessario che ci sia un piano di assunzioni finalizzato all'apertura di quella struttura (ndr, Ospedale della Murgia), che non può essere a costo zero, come lui ha dichiarato".
È stata intanto avviata la scorsa domenica una raccolta firme, documentazione che il "Comitato Sanitari Precari Altamurani" consegnerà all'assessore regionale alla Sanità Tommaso Fiore nel prossimo consiglio comunale, fissato per il 22 novembre.
Fra gli interventi, quello di Vincenzo Panaro in rappresentanza del "Comitato Libera Scelta" e delle strutture accreditate, che, dal 12 ottobre scorso, per effetto della deliberazione regionale n. 1500 del 26 giugno 2009, hanno visto cessare i rimborsi per l'assistenza specialistica accreditata. Avviata la cassa integrazione per alcuni dipendenti di tali strutture. Panaro ha parlato di una serie di requisiti necessari per l'accreditamento delle strutture, aggiungendo che "la Giunta regionale di sinistra ha scippato ad Altamura dai 400 ai 500mila euro per trasferirli in altre città".
Fra gli interventi, anche quello di Franco Angelastri, vicefiduciario FESMED (Federazione Medici Dirigenti che raccoglie ginecologi e chirurghi) e dell'ex consigliere comunale Massimo Iurino. Quest'ultimo ha sottolineato come "l'impegno di spesa 2010 a carico della Regione Puglia rimane invariato, dunque il cambiamento dei criteri di assegnazione dei tetti di spesa alle strutture accreditate non porta risparmi alla Regione. Vogliamo un riequilibrio, non un sovvertimento".
Ad una reciproca chiamata alle responsabilità ha fatto riferimento il consigliere regionale Michele Ventricelli: "Dove c'è stato lo sforamento della spesa, la Regione Puglia ha coperto con fondi propri".
Di disservizi nell'assistenza domiciliare programmata ed integrata, oltre che delle "gravi ripercussioni" della deliberazione n. 1500 del 26 giugno 2009 ha parlato il consigliere comunale Nunzio Lagonigro, capofirmatario della richiesta di convocazione del consiglio monotematico sulla sanità. Il consigliere del Pdl ha chiesto di "riconsiderare e di modificare la Delibera 1500". Il consigliere Saverio Diperna ha dichiarato "non condivisibile" l'impostazione data alla seduta "perché il tema sanità è stato utilizzato a scopi politici". Per il consigliere del P.D. bastava discutere della questione in un unico Consiglio comunale, quello del 22 novembre.