Politica
Salvare gli allevatori dell'Alta Murgia
Stea scrive ad Emiliano
Altamura - sabato 2 aprile 2016
Comunicato Stampa
"Un' interrogazione indirizzata al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e all'assessore all'Agricoltura Di Gioia per conoscere quali interventi immediati si vogliano adottare per salvaguardare gli allevatori della Murgia Barese e Ionica e della Capitanata e valorizzare i prodotti caseari pugliesi quali eccellenze dell'agroalimentare locale da esportare in tutto il mondo".
E' questa l'iniziativa del consigliere regionale del gruppo Ap-Ncd, Gianni Stea, componente delle Commissioni consiliari Bilancio e Agricoltura.
"Senza interventi immediati si sta in pratica demolendo, con tutte le ripercussioni occupazionali del caso, una tradizione secolare per i nostri pastori e allevatori a scapito, oltre che della ecosostenibilità dei territori interessati dalla pastorizia, anche della qualità dei prodotti caseari, notoriamente punta di diamante dell'agroalimentare pugliese. Sono certo che è interesse comune trovare un punto di intesa in questa ennesima battaglia tra poveri, in modo da mantenere su livelli di eccellenza tanto la qualità del latte pugliese, quanto quella dei suoi derivati. Questi ultimi ad alto rischio di contaminazione con una filiera dalla non sempre chiara certificazione".
E' questa l'iniziativa del consigliere regionale del gruppo Ap-Ncd, Gianni Stea, componente delle Commissioni consiliari Bilancio e Agricoltura.
"Senza interventi immediati si sta in pratica demolendo, con tutte le ripercussioni occupazionali del caso, una tradizione secolare per i nostri pastori e allevatori a scapito, oltre che della ecosostenibilità dei territori interessati dalla pastorizia, anche della qualità dei prodotti caseari, notoriamente punta di diamante dell'agroalimentare pugliese. Sono certo che è interesse comune trovare un punto di intesa in questa ennesima battaglia tra poveri, in modo da mantenere su livelli di eccellenza tanto la qualità del latte pugliese, quanto quella dei suoi derivati. Questi ultimi ad alto rischio di contaminazione con una filiera dalla non sempre chiara certificazione".