Eventi e cultura
Ritratti astratti
Un viaggio oltre la superficie. Esposizione delle opere dell'artista altamurano Gi.Co.
Altamura - lunedì 19 luglio 2010
09.19
«Chi decide di affrontare il mistero della propria natura umana o è un saggio o è un folle. Se poi sceglie di raccontare questo viaggio di ricerca, allora diviene un eroe», queste le parole scritte sulla locandina all'ingresso della mostra "Ritratti Astratti" dell'artista altamurano Giovanni Comodo, in arte Gi.Co – nei locali della Pro Loco di Altamura in Piazza Resistenza da lunedì 12 luglio a lunedì 16 agosto, aperta al pubblico dalle ore 20.00 alle ore 22.30. Le parole sono del dott. Pietro Caforio, psicologo e amico dell'artista e suonano come un avvertimento o una provocazione: il visitatore è sfidato ad abbandonare la superficie per scavare nei recessi della sua interiorità.
La mostra è organizzata come un percorso iniziatico che lo accompagna alla scoperta dell'ignoto che ognuno porta con sé, pur cercando costantemente di escluderlo dal suo mondo, ignorando in tal modo, lasciando bianca, gran parte della tela della sua interiorità. In quest'ottica l'uso del bianco, colore dominante nelle tele, su cui spiccano esili e stilizzate figure di atleti e acrobati, assume un'importante connotazione simbolica per l'artista «il bianco», afferma Gi.Co. «è quello che ci attende fuori, se usciamo un attimino dagli schemi».
La mostra è un invito ad andare oltre, oltre gli schemi, oltre l'apparenza. Emblematica in tal senso è la scultura intitolata appunto "Oltre", un taglio verticale e irregolare nel metallo che molti, a detta dell'artista, associano semplicisticamente a un discorso di tipo sessuale, ma bisogna appunto andare oltre quest'immagine. Gi.Co. «come compete a chi sceglie di guidare se stesso nell'esplorazione dei propri mondi interiori, è un provocatore intenso» afferma il dott. Caforio, "Oltre" «è uno squarcio, una lacerazione che esprime la sofferenza che sempre accompagna la nascita del nuovo essere. È la stessa sofferenza che continua ad accompagnarci nella vita, quando ci accorgiamo che per crescere dobbiamo rinunciare all'innamoramento egoistico di noi stessi».
Figure ricorrenti nelle tele, come si è accennato, sono acrobati, atleti e ginnasti, simboli delle acrobazie che si è costretti a compiere ogni giorno per affrontare la vita. Sono questi i "ritratti astratti" «i ritratti del nostro interiore, appositamente imprecisi, e non ben delineati in modo da dare un senso di movimento e continuità» afferma l'artista. Per quanto riguarda il suo processo creativo e le sue fonti di ispirazione, Gi.Co ama dipingere a mezzogiorno, col sottofondo dei cartoni animati che vanno in onda a quell'ora. «Ma più che questo», afferma «sono le mie clienti che mi raccontano determinate cose, il loro vissuto, loro sono realmente la mia fonte di ispirazione». Gi.Co. infatti esercita anche un'altra professione altrettanto artistica, quella del parrucchiere. Sono dunque le donne le acrobate per eccellenza, e le depositare del divino e doloroso dono della creazione, ad ispirare all'artista i ritratti astratti dell'inconscio.
La mostra è organizzata come un percorso iniziatico che lo accompagna alla scoperta dell'ignoto che ognuno porta con sé, pur cercando costantemente di escluderlo dal suo mondo, ignorando in tal modo, lasciando bianca, gran parte della tela della sua interiorità. In quest'ottica l'uso del bianco, colore dominante nelle tele, su cui spiccano esili e stilizzate figure di atleti e acrobati, assume un'importante connotazione simbolica per l'artista «il bianco», afferma Gi.Co. «è quello che ci attende fuori, se usciamo un attimino dagli schemi».
La mostra è un invito ad andare oltre, oltre gli schemi, oltre l'apparenza. Emblematica in tal senso è la scultura intitolata appunto "Oltre", un taglio verticale e irregolare nel metallo che molti, a detta dell'artista, associano semplicisticamente a un discorso di tipo sessuale, ma bisogna appunto andare oltre quest'immagine. Gi.Co. «come compete a chi sceglie di guidare se stesso nell'esplorazione dei propri mondi interiori, è un provocatore intenso» afferma il dott. Caforio, "Oltre" «è uno squarcio, una lacerazione che esprime la sofferenza che sempre accompagna la nascita del nuovo essere. È la stessa sofferenza che continua ad accompagnarci nella vita, quando ci accorgiamo che per crescere dobbiamo rinunciare all'innamoramento egoistico di noi stessi».
Figure ricorrenti nelle tele, come si è accennato, sono acrobati, atleti e ginnasti, simboli delle acrobazie che si è costretti a compiere ogni giorno per affrontare la vita. Sono questi i "ritratti astratti" «i ritratti del nostro interiore, appositamente imprecisi, e non ben delineati in modo da dare un senso di movimento e continuità» afferma l'artista. Per quanto riguarda il suo processo creativo e le sue fonti di ispirazione, Gi.Co ama dipingere a mezzogiorno, col sottofondo dei cartoni animati che vanno in onda a quell'ora. «Ma più che questo», afferma «sono le mie clienti che mi raccontano determinate cose, il loro vissuto, loro sono realmente la mia fonte di ispirazione». Gi.Co. infatti esercita anche un'altra professione altrettanto artistica, quella del parrucchiere. Sono dunque le donne le acrobate per eccellenza, e le depositare del divino e doloroso dono della creazione, ad ispirare all'artista i ritratti astratti dell'inconscio.