La città
"Rifiuti Zero", le dieci mosse vincenti di Paul Connet
Responsabilità industriale, impegno della comunità ed una buona leadership politica. Stacca: «Ad Altamura si può, ma non ora»
Altamura - lunedì 17 gennaio 2011
23.00
Ridurre i rifiuti fino a non produrne più. È la strategia "Rifiuti Zero" di Paul Connet, professore di chimica ambientale presso l'Università St. Lawrence di Canton, New York. La sua teoria, presentata ieri sera nella sala conferenze "Tommaso Fiore", in un incontro organizzato dal Circolo delle Formiche e da MeetUp il Grillaio, ha catturato l'attenzione dei numerosi presenti. Per la 49esima volta in Italia, Connet sostiene che per ridurre i rifiuti è necessario combattere contro l'eccesso di consumo, incoraggiato continuamente dalla pubblicità televisiva. Gli inceneritori e le discariche producono inquinamento e, dunque, riscaldamento globale. Non sono una "soluzione sostenibile". A differenza del riciclaggio, del riutilizzo di materiali e del compostaggio. Da quest'ultimo processo deriva il compost, utilizzato in agricoltura come fertilizzante. «L'inceneritore moderno - osserva Connet - è un tentativo di perfezionare una pessima idea». Il XXI secolo non deve cercare modi e forme per smaltire materiali di scarto, ma può arrestare la produzione di imballaggi e di prodotti da distruggere.
Sono tre gli elementi necessari affinché la strategia "Rifiuti Zero" vada a buon fine. Responsabilità industriale, responsabilità della comunità, una buona leadership politica. Dieci i passi per arrivare a destinazione e per centrare l'obiettivo. Si comincia con una semplice azione quotidiana, la differenziazione dei rifiuti. Il trampolino di lancio per i "Rifiuti Zero" è la raccolta porta a porta. In Italia oltre 2000 Comuni stanno ottenendo più del 50% di conversione dalla raccolta porta a porta. 200 Comuni oltre il 70%. Il porta a porta è un sistema economico, crea posti di lavoro, risulta comodo per gli stessi cittadini e vantaggioso per il turismo. Terza e quarta tappa, il compostaggio ed il riciclaggio. Fondamentale il riutilizzo, la riparazione e la decostruzione di mobili, sanitari e materiali edili (solo per citarne alcuni), processi che creano posti di lavoro ed economia. A Londra il Governo centrale ha investito 9 milioni di dollari per costruire nove centri che si occupano di tale attività. Sesta tappa, le iniziative che possono essere messe a punto per ridurre i rifiuti. Fra queste, gli incentivi economici (settima tappa). Un esempio è il sistema "pay by bag", ovvero "più rifiuti produci, più paghi". In Piemonte, ad esempio, tramite un chip sistemato nel cestino dove viene gettato l'indifferenziato, si riesce a pesare - e dunque a pagare - solo la frazione residua, distinta dall'umido e dal materiale riciclabile. È la cosiddetta "tariffa puntuale". A San Francisco si attua uno sconto del 25% sulla tassa dei rifiuti di ristoratori ed albergatori che conferiscono l'umido in maniera separata. A tali iniziative occorre affiancare centri di ricerca ed impianti di separazione dei residui. Questi ultimi hanno la funzione di produrre un compost di qualità inferiore, destinato temporaneamente ad una discarica ed in grado di decomporsi in poco tempo. Permette, inoltre, di recuperare ulteriore materiale. Nel centro di ricerca si concentrano le responsabilità della comunità e dell'industria. Qui si individuano le motivazioni che portano alla produzione di rifiuti e le pratiche utili a massimizzare la differenziazione. Nona tappa, la responsabilità industriale. «Se non possiamo riutilizzarlo, riciclarlo o compostarlo - sostiene Connet - l'industria non dovrebbe produrlo». Questo significa incentivare una migliore progettazione, evitando la produzione di oggetti che contengano contemporaneamente due materiali (carta e plastica ad esempio) o metalli tossici. Chi produce un oggetto, deve anche smaltirlo, come nel caso degli imballaggi. L'industria della birra di Ontario (Canada) sta riutilizzando la stessa bottiglia per 50 anni. Ogni bottiglia, in pratica, viene usata per ben 18 volte. Decima tappa e soluzione estrema, la discarica temporanea per il compost di materiale inferiore e che non può essere riciclato.
«21 Comuni italiani hanno aderito alla strategia "Rifiuti Zero" e mi auguro che Altamura sia il prossimo», ha concluso Connet. Per il sindaco Mario Stacca «Paul Connet ha interpretato ed impostato un discorso giustissimo, però lo doveva fare nel contesto della comunità altamurana. Purtroppo - ha aggiunto - non ha conoscenza di quella che è la realtà cittadina, anche visto il contratto precedente. È stato un po' fuorviante per tanti». Per Stacca, ciò che ha detto Connet «rientra nei canoni di buon governo e di buona gestione dei rifiuti. Intendo condividerlo nel prossimo contratto», ha sottolineato. «Nell'ultimo Consiglio comunale avevo già enunciato determinate cose, chiamando in causa tutti i partiti di maggioranza e di opposizione al fine di poter realizzare un contratto degno di questo nome nell'interesse della comunità e non come è stato fatto nel 2002 nell'interesse esclusivo di chi ha gestito i rifiuti fino ad oggi».
Per Stacca, l'attuazione della strategia di Connet «è possibile, ma va codificata in un contratto di raccolta rifiuti solidi urbani, dunque con la nuova gestione». A giorni, conferma il Sindaco, partirà la raccolta dell'umido. «L'impianto di compostaggio non è sul territorio dell'Ato Ba/4, dunque si è dovuto ricorrere ad una convenzione fuori Provincia. Sono questi i ritardi regionali che stiamo pagando noi come comunità». L'umido verrà conferito nell'impianto della Pro.ge.va, a Laterza. A partire da giugno la ditta incaricata dal Comune ha distribuito alla cittadinanza bio-pattumiere e buste biodegradabili per la raccolta differenziata della frazione umida (avanzi di cibi cotti e crudi, pane, pasta, riso, carne, pesce, scarti di frutta e verdura, gusci d'uovo, filtri di the, fondi di caffè, tovaglioli di carta, carta da cucina, scarti verdi di giardino e orto, fiori, foglie secche). Nei mesi fra luglio ed ottobre, la raccolta differenziata ad Altamura si è attestata al 9%. Ci sono Comuni italiani, come Polla (Salerno), dove supera il 90%.
A fine incontro, i presenti hanno potuto acquistare il sacchetto "Basta con la Busta", interamente in lino e realizzato da MeetUp il Grillaio.
Sono tre gli elementi necessari affinché la strategia "Rifiuti Zero" vada a buon fine. Responsabilità industriale, responsabilità della comunità, una buona leadership politica. Dieci i passi per arrivare a destinazione e per centrare l'obiettivo. Si comincia con una semplice azione quotidiana, la differenziazione dei rifiuti. Il trampolino di lancio per i "Rifiuti Zero" è la raccolta porta a porta. In Italia oltre 2000 Comuni stanno ottenendo più del 50% di conversione dalla raccolta porta a porta. 200 Comuni oltre il 70%. Il porta a porta è un sistema economico, crea posti di lavoro, risulta comodo per gli stessi cittadini e vantaggioso per il turismo. Terza e quarta tappa, il compostaggio ed il riciclaggio. Fondamentale il riutilizzo, la riparazione e la decostruzione di mobili, sanitari e materiali edili (solo per citarne alcuni), processi che creano posti di lavoro ed economia. A Londra il Governo centrale ha investito 9 milioni di dollari per costruire nove centri che si occupano di tale attività. Sesta tappa, le iniziative che possono essere messe a punto per ridurre i rifiuti. Fra queste, gli incentivi economici (settima tappa). Un esempio è il sistema "pay by bag", ovvero "più rifiuti produci, più paghi". In Piemonte, ad esempio, tramite un chip sistemato nel cestino dove viene gettato l'indifferenziato, si riesce a pesare - e dunque a pagare - solo la frazione residua, distinta dall'umido e dal materiale riciclabile. È la cosiddetta "tariffa puntuale". A San Francisco si attua uno sconto del 25% sulla tassa dei rifiuti di ristoratori ed albergatori che conferiscono l'umido in maniera separata. A tali iniziative occorre affiancare centri di ricerca ed impianti di separazione dei residui. Questi ultimi hanno la funzione di produrre un compost di qualità inferiore, destinato temporaneamente ad una discarica ed in grado di decomporsi in poco tempo. Permette, inoltre, di recuperare ulteriore materiale. Nel centro di ricerca si concentrano le responsabilità della comunità e dell'industria. Qui si individuano le motivazioni che portano alla produzione di rifiuti e le pratiche utili a massimizzare la differenziazione. Nona tappa, la responsabilità industriale. «Se non possiamo riutilizzarlo, riciclarlo o compostarlo - sostiene Connet - l'industria non dovrebbe produrlo». Questo significa incentivare una migliore progettazione, evitando la produzione di oggetti che contengano contemporaneamente due materiali (carta e plastica ad esempio) o metalli tossici. Chi produce un oggetto, deve anche smaltirlo, come nel caso degli imballaggi. L'industria della birra di Ontario (Canada) sta riutilizzando la stessa bottiglia per 50 anni. Ogni bottiglia, in pratica, viene usata per ben 18 volte. Decima tappa e soluzione estrema, la discarica temporanea per il compost di materiale inferiore e che non può essere riciclato.
«21 Comuni italiani hanno aderito alla strategia "Rifiuti Zero" e mi auguro che Altamura sia il prossimo», ha concluso Connet. Per il sindaco Mario Stacca «Paul Connet ha interpretato ed impostato un discorso giustissimo, però lo doveva fare nel contesto della comunità altamurana. Purtroppo - ha aggiunto - non ha conoscenza di quella che è la realtà cittadina, anche visto il contratto precedente. È stato un po' fuorviante per tanti». Per Stacca, ciò che ha detto Connet «rientra nei canoni di buon governo e di buona gestione dei rifiuti. Intendo condividerlo nel prossimo contratto», ha sottolineato. «Nell'ultimo Consiglio comunale avevo già enunciato determinate cose, chiamando in causa tutti i partiti di maggioranza e di opposizione al fine di poter realizzare un contratto degno di questo nome nell'interesse della comunità e non come è stato fatto nel 2002 nell'interesse esclusivo di chi ha gestito i rifiuti fino ad oggi».
Per Stacca, l'attuazione della strategia di Connet «è possibile, ma va codificata in un contratto di raccolta rifiuti solidi urbani, dunque con la nuova gestione». A giorni, conferma il Sindaco, partirà la raccolta dell'umido. «L'impianto di compostaggio non è sul territorio dell'Ato Ba/4, dunque si è dovuto ricorrere ad una convenzione fuori Provincia. Sono questi i ritardi regionali che stiamo pagando noi come comunità». L'umido verrà conferito nell'impianto della Pro.ge.va, a Laterza. A partire da giugno la ditta incaricata dal Comune ha distribuito alla cittadinanza bio-pattumiere e buste biodegradabili per la raccolta differenziata della frazione umida (avanzi di cibi cotti e crudi, pane, pasta, riso, carne, pesce, scarti di frutta e verdura, gusci d'uovo, filtri di the, fondi di caffè, tovaglioli di carta, carta da cucina, scarti verdi di giardino e orto, fiori, foglie secche). Nei mesi fra luglio ed ottobre, la raccolta differenziata ad Altamura si è attestata al 9%. Ci sono Comuni italiani, come Polla (Salerno), dove supera il 90%.
A fine incontro, i presenti hanno potuto acquistare il sacchetto "Basta con la Busta", interamente in lino e realizzato da MeetUp il Grillaio.