Cronaca
Bancarotta e reati tributari, arrestati due fratelli Columella
Indagine della Guardia di Finanza sul fallimento della Tradeco
Altamura - martedì 23 giugno 2020
15.40
I fratelli Michele e Saverio Columella, ex amministratori della Tradeco, società operante nel settore dei rifiuti e fallita a ottobre del 2018, sono stati arrestati e posti ai domiciliari in un'inchiesta della Procura di Bari e della Guardia di Finanza.
Le indagini sono partite proprio dopo il fallimento e sono stati ricostruiti i movimenti finanziari della Tradeco. Come presunto frutto illecito dei reati, è stato disposto il sequestro di beni, titoli e quote societarie per 13,4 milioni di euro.
Le indagini sono state condotte dai finanzieri del nucleo di polizia economica e finanziaria di Bari, sotto la direzione dei Pubblici Ministeri, Procuratore Aggiunto Roberto Rossi e Sostituto Procuratore Francesco Bretone.
"Nonostante la Tradeco S.r.l. si trovasse in grave crisi di liquidità e in un cronico stato di insolvenza, con una esposizione debitoria rilevante, soprattutto nei confronti dello Stato e degli Enti Previdenziali - è l'atto di accusa così come riportato in un comunicato - i suoi amministratori hanno posto in essere sistematiche distrazioni di risorse finanziarie, in danno della massa dei creditori, simulando il pagamento di spese fittizie e procedendo alla restituzione ai soci-amministratori delle somme che questi erogavano per finanziare l'attività della società. Il tutto mentre si omettevano di pagare le tasse e ciò al solo fine di mantenere il più possibile in vita la società".
In particolare, è stata accertata la distrazione dal patrimonio aziendale, tra il 2010 e il 2018, prima del fallimento, di ingenti risorse finanziarie, in buona parte realizzata mediante la contabilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, successivamente oggetto di parziale reimpiego in attività economiche riconducibili alla famiglia di appartenenza degli amministratori di fatto della fallita.
Le indagini, inoltre, hanno consentito di accertare che la Tradeco srl, per gli anni dal 2014 al 2018, ha omesso il versamento di ritenute dovute per un ammontare complessivo di € 13.165.066 ed ha utilizzato fatture per operazioni inesistenti, con una conseguente evasione di imposta (IVA e IRES) per un ammontare complessivo di € 259.032.
Le indagini sono partite proprio dopo il fallimento e sono stati ricostruiti i movimenti finanziari della Tradeco. Come presunto frutto illecito dei reati, è stato disposto il sequestro di beni, titoli e quote societarie per 13,4 milioni di euro.
Le indagini sono state condotte dai finanzieri del nucleo di polizia economica e finanziaria di Bari, sotto la direzione dei Pubblici Ministeri, Procuratore Aggiunto Roberto Rossi e Sostituto Procuratore Francesco Bretone.
"Nonostante la Tradeco S.r.l. si trovasse in grave crisi di liquidità e in un cronico stato di insolvenza, con una esposizione debitoria rilevante, soprattutto nei confronti dello Stato e degli Enti Previdenziali - è l'atto di accusa così come riportato in un comunicato - i suoi amministratori hanno posto in essere sistematiche distrazioni di risorse finanziarie, in danno della massa dei creditori, simulando il pagamento di spese fittizie e procedendo alla restituzione ai soci-amministratori delle somme che questi erogavano per finanziare l'attività della società. Il tutto mentre si omettevano di pagare le tasse e ciò al solo fine di mantenere il più possibile in vita la società".
In particolare, è stata accertata la distrazione dal patrimonio aziendale, tra il 2010 e il 2018, prima del fallimento, di ingenti risorse finanziarie, in buona parte realizzata mediante la contabilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, successivamente oggetto di parziale reimpiego in attività economiche riconducibili alla famiglia di appartenenza degli amministratori di fatto della fallita.
Le indagini, inoltre, hanno consentito di accertare che la Tradeco srl, per gli anni dal 2014 al 2018, ha omesso il versamento di ritenute dovute per un ammontare complessivo di € 13.165.066 ed ha utilizzato fatture per operazioni inesistenti, con una conseguente evasione di imposta (IVA e IRES) per un ammontare complessivo di € 259.032.