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Quale futuro ha l’agricoltura?

Il settore esprime forti preoccupazioni. Se ne è parlato durante un incontro ad Altamura

Le delegazioni degli agricoltori di Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo e Lazio si sono riunite negli scorsi giorni nella sala consiliare del Palazzo di Città per parlare della crisi del settore. Lanciano un grido di allarme «per gli ulteriori sacrifici a cui il mondo agricolo è chiamato dall'ultima manovra finanziaria». Una manovra definita «miope» da Saverio De Bonis, presidente dell'Anlac, che ha sottolineato come «motivo di grande preoccupazione sia il calo della redditività. Con 80 quintali di grano - ha spiegato - in passato si potevano acquistare piccoli trattori, ora solo le ruote». Nelle parole di De Bonis, la necessità che la politica italiana ed europea mettano al centro della propria agenda l'agricoltura ed il suo rilancio. A denunciare una «rapina al settore negli ultimi anni» è l'ex parlamentare Ds Paolo Rubino, coordinatore di "Tavolo Verde Puglia e Basilicata". L'associazione ha scritto al presidente del Consiglio Mario Monti, al ministro dell'agricoltura Mario Catania, ai capigruppo di Camera e Senato e ai segretari dei Partiti. Gli agricoltori ritengono che «si stia sottovalutando il ruolo ed il contributo che possono dare subito e con effetti immediati alla crescita del paese e al rilancio dell'economia». Rubino spiega che, secondo i dati dello Svimez e dell'Istat, «sono proprio gli agricoltori a trainare il Pil italiano, sostanzialmente fermo. L'agricoltura - sostiene Rubino - registra una crescita del 2%. Mentre tutti i settori licenziano, in agricoltura gli occupati sono aumentati di 16.500 unità. Questo nonostante il fatto che, come dicono i dati Eurostat, in agricoltura in Italia dal 2000 al 2009 i redditi siano diminuiti del 35,8%».

Nel corso dell'incontro è stato più volte sottolineato come la crisi dell'agricoltura italiana sia decennale, con redditi in calo già da tempo. Gli agricoltori rivendicano da parte del Governo e del Parlamento «la presa d'atto di una situazione di fatto che ha portato tutte le regioni d'Italia alla richiesta dello stato di crisi del settore agricolo». Chiedono «di ripensare i provvedimenti che il Governo sta per adottare circa l'accise sui carburanti e gli estimi catastali, aggravio per la crisi di bilanci aziendali già precari». Reclamano, inoltre, un incontro urgente con il Ministro dell'agricoltura con il quale «precisare il loro contributo alla crescita dell'Italia attraverso il potenziamento delle singole filiere e l'attuazione dei piani di settore già varati».

«Con il decreto "Salva Italia" - spiega Rubino - verrà istituita una nuova imposta municipale, l'IMU, che sostituisce l'attuale ICI. Per i terreni agricoli ci sarà una doppia fiscalità. I fabbricati rurali che non pagavano, oggi pagheranno, e i terreni che già pagavano, pagheranno il doppio». La minaccia è che «visto il silenzio assordante delle organizzazioni sindacali agricole, crescerà la disobbedienza fiscale». Gli agricoltori annunciano che si rivolgeranno alla Corte costituzionale perché il decreto «presenta profili di illegittimità».

«Il raddoppio dell'imposizione fiscale potrebbe essere contrario al principio costituzionale della "capacità contributiva" - sottolinea ancora Rubino - di cui gli agricoltori difettano a causa di una lunga crisi. Anche la Corte costituzionale di Lecce ha sancito che la presenza di cause di forza maggiore, e la crisi economica lo è, può provocare il mancato versamento delle imposte».

Andrea Di Benedetto del Consorzio CAMPO, nato grazie ad un nutrito gruppo di agricoltori di Puglia e Basilicata per valorizzare le virtù del grano locale, ha messo in evidenza il problema della «concorrenza sleale, che non permette alle aziende agricole di crescere. Per questo i prezzi delle nostre produzioni scendono sempre di più. Sulle tavole - ha ribadito - arrivano prodotti che non hanno nulla a che fare con quelli italiani. Siamo nell'illegalità diffusa e già da tempo abbiamo denunciato questa gravissima situazione». Il consorzio CAMPO sposa la valorizzazione delle produzioni locali con la tutela della salute.

A conclusione dell'incontro, a cui hanno preso parte anche Domenico Manceri dell'associazione "Durum Lucano" e Giorgio Scarlato del comitato agricolo spontaneo del Molise "Uniti per non morire", si è espressa la necessità di fare rete, coinvolgendo i consumatori e le associazioni dei consumatori. È previsto il 28 dicembre a Roma un raduno dei movimenti agricoli. Gli agricoltori reclamano soluzioni concrete.

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