Scuola e Lavoro
Puglia maglia nera d'Europa per la disoccupazione giovanile
Il 58% dei giovani è fuori dal mercato del lavoro
Altamura - giovedì 23 aprile 2015
15.59
Sono numeri drammatici quelli diffusi da Eurostat per il 2014 e che vedono la regione Puglia tra le 10 regioni d'Europa con la percentuale più alta di giovani disoccupati.
Sono infatti il 58,1% dei giovani pugliesi tra i 15 e i 24 anni a non avere un'occupazione in una Italia che, insieme a Spagna e Grecia, è tra i paesi con regioni dove il tasso di disoccupazione generale supera il 20,2%, ossia il doppio della media europea. In Italia sono 4 (Campania 21,7%, Puglia 21,5%, Calabria 23,4% e Sicilia 22,2%), contro le 13 della Spagna e le 12 della Grecia. La tendenza a livello europeo dimostra che in oltre la metà delle regioni dei 28 la disoccupazione è calata di almeno lo 0,5% rispetto al 2013. I tassi più bassi sono stati registrati in Repubblica ceca a Praga e in Germania nell'Oberbayern (entrambi al 2,5%), seguite da altre quattro regioni tedesche (Tuebingen, Oberpfalz, Niederbayern e Unterfranken, sotto il 3%).
I dati pugliesi, però, spaventano tanto i cittadini quanto le istituzioni. A poche ore dalla pubblicazione dei dati, dall'assessorato regionale al lavoro, Leo Caroli spiega: "Purtroppo il lavoro non c'è: ma in Puglia le serie storiche Istat ci dicono che riescono a trovarlo di più gli adulti sopra i 25 anni che i giovani. Le serie storiche dimostrano che, pur in un regime di sofferenza, gli adulti hanno maggiori opportunità di occupazione nel nostro mercato del lavoro".
L'assessore, tuttavia offre una lettura diametralmente opposta dei dati statistici: "E' vero che il tasso di disoccupazione giovanile è preoccupante ma questo probabilmente è il risultato dell'iscrizione alle liste degli uffici di collocamento dei NEET, i giovani che non studiano e che non lavorano, stimolati dalle politiche attive promosse dalla Regione Puglia. Prima succedeva che i giovani non erano affatto censiti come disoccupati o in cerca di occupazione. Semplicemente, non esistevano".
Dunque "una buona notizia diventa cioè una cattiva notizia: qualcosa si muove e viene fotografato dalle statistiche. Forse in altre regioni il lavoro formidabile compiuto in Puglia (ovvero, in un anno trentamila giovani che si sono iscritti a Garanzia Giovani) insieme agli uffici del lavoro non è stato ancora avviato. Per quanto contro intuitivo, più giovani che cercano lavoro – utilizzando le politiche regionali - significa un tasso di disoccupazione giovanile più alto" aggiunge l'assessore.
Sono infatti il 58,1% dei giovani pugliesi tra i 15 e i 24 anni a non avere un'occupazione in una Italia che, insieme a Spagna e Grecia, è tra i paesi con regioni dove il tasso di disoccupazione generale supera il 20,2%, ossia il doppio della media europea. In Italia sono 4 (Campania 21,7%, Puglia 21,5%, Calabria 23,4% e Sicilia 22,2%), contro le 13 della Spagna e le 12 della Grecia. La tendenza a livello europeo dimostra che in oltre la metà delle regioni dei 28 la disoccupazione è calata di almeno lo 0,5% rispetto al 2013. I tassi più bassi sono stati registrati in Repubblica ceca a Praga e in Germania nell'Oberbayern (entrambi al 2,5%), seguite da altre quattro regioni tedesche (Tuebingen, Oberpfalz, Niederbayern e Unterfranken, sotto il 3%).
I dati pugliesi, però, spaventano tanto i cittadini quanto le istituzioni. A poche ore dalla pubblicazione dei dati, dall'assessorato regionale al lavoro, Leo Caroli spiega: "Purtroppo il lavoro non c'è: ma in Puglia le serie storiche Istat ci dicono che riescono a trovarlo di più gli adulti sopra i 25 anni che i giovani. Le serie storiche dimostrano che, pur in un regime di sofferenza, gli adulti hanno maggiori opportunità di occupazione nel nostro mercato del lavoro".
L'assessore, tuttavia offre una lettura diametralmente opposta dei dati statistici: "E' vero che il tasso di disoccupazione giovanile è preoccupante ma questo probabilmente è il risultato dell'iscrizione alle liste degli uffici di collocamento dei NEET, i giovani che non studiano e che non lavorano, stimolati dalle politiche attive promosse dalla Regione Puglia. Prima succedeva che i giovani non erano affatto censiti come disoccupati o in cerca di occupazione. Semplicemente, non esistevano".
Dunque "una buona notizia diventa cioè una cattiva notizia: qualcosa si muove e viene fotografato dalle statistiche. Forse in altre regioni il lavoro formidabile compiuto in Puglia (ovvero, in un anno trentamila giovani che si sono iscritti a Garanzia Giovani) insieme agli uffici del lavoro non è stato ancora avviato. Per quanto contro intuitivo, più giovani che cercano lavoro – utilizzando le politiche regionali - significa un tasso di disoccupazione giovanile più alto" aggiunge l'assessore.