Territorio
Progetto Life: arriva il bilancio di un anno di attività
La lotta contro l’Ailanto per salvaguardare la biodiversità del Parco.
Altamura - giovedì 12 marzo 2015
13.06
Più di 40.000 metri quadri di aree trattate per un totale di quasi 210.000 piante.
Una lunga e faticosa battaglia quella del Parco dell'Alta Murgia contro l' 'Ailanthus altissima', specie arborea killer della biodiversità dell'area. Avviato da un anno, il progetto quadriennale europeo Life+, offre un sostegno specifico ad arrestare la diffusione smisurata e selvaggla dell'Ailanto che spesso finisce per ombreggiare le specie autoctone.
I risultati delle attività svolte fino a questo momento sono stati diffusi attraverso un incontro informativo tenutosi nella mattinata di mercoledì presso la sede del Parco. 653 le aree infestate, censite grazie ad un software che permette di monitorare tutti i trattamenti effettuati sulle piante offrendo allo stesso tempo un quadro completo dell'intera area, con le zone di maggiore e minore intensità della specie. "A maggior concentrazione di Ailanto", spiega Francesca Casella, ricercatore CNR ISPA, "sono le zone nei pressi delle cave di bauxite, alle pendici del Guaragnone e tre aree critiche si trovano a ridosso del Pulo di Altamura". Qui infatti si sta cercando di intervenire in tempi brevi ma anche molti jazzi sono completamente infestati - come jazzo Pantano e jazzo Cortogigli - , spesso a causa dell'uomo che ha utilizzato la pianta per scopi ornamentali, radicandola. E' l'area di Altamura a "vantare" le piante più grandi.
Già 13 aziende hanno completato i trattamenti, ma spesso è utile un reintervento per estirparle del tutto. Le due tecniche più utilizzate fino ad ora sono il taglio e la decortificazione con spugnetta, imbevuta di piccole quantità di erbicida a basso impatto ambientale e posta nel tronco. I trattamenti effettuati in tarda estate o in autunno sono i più efficaci per l'eliminazione dei pollini e delle radici.
L'iter del progetto Life+ dal punto di vista normativo è stato illustrato poi da Giuliano Palomba, coordinatore del Corpo Forestale dello Stato. Per lo sradicamento dell'ailanto, non trattandosi di una specie di interesse forestale, sono previste dalla legge molte esenzioni per quanto riguarda le autorizzazioni.
Maurizio Vurro, coordinatore del progetto CNR ISPA, sottolinea quanto sia importante sensibilizzare ed informare sul tema per evitare la diffusione della specie esotica invasiva anche fuori dall'area protetta, ad opera spesso dell'uomo, che renderebbe vano tutto il lavoro. "Promuovere il Parco, allargare il consenso e sensibilizzare alle problematiche come l'Ailanto ma anche i cinghiali e i lupi resta la linea di intervento giusta e che stiamo portando avanti", spiega il presidente Cesare Veronico, "facendo conoscere il Parco creiamo feeling con il territorio per mettere in moto l'economia verde, legata alla bellezza del territorio e utile alla tutela e alla conservazione".
Una lunga e faticosa battaglia quella del Parco dell'Alta Murgia contro l' 'Ailanthus altissima', specie arborea killer della biodiversità dell'area. Avviato da un anno, il progetto quadriennale europeo Life+, offre un sostegno specifico ad arrestare la diffusione smisurata e selvaggla dell'Ailanto che spesso finisce per ombreggiare le specie autoctone.
I risultati delle attività svolte fino a questo momento sono stati diffusi attraverso un incontro informativo tenutosi nella mattinata di mercoledì presso la sede del Parco. 653 le aree infestate, censite grazie ad un software che permette di monitorare tutti i trattamenti effettuati sulle piante offrendo allo stesso tempo un quadro completo dell'intera area, con le zone di maggiore e minore intensità della specie. "A maggior concentrazione di Ailanto", spiega Francesca Casella, ricercatore CNR ISPA, "sono le zone nei pressi delle cave di bauxite, alle pendici del Guaragnone e tre aree critiche si trovano a ridosso del Pulo di Altamura". Qui infatti si sta cercando di intervenire in tempi brevi ma anche molti jazzi sono completamente infestati - come jazzo Pantano e jazzo Cortogigli - , spesso a causa dell'uomo che ha utilizzato la pianta per scopi ornamentali, radicandola. E' l'area di Altamura a "vantare" le piante più grandi.
Già 13 aziende hanno completato i trattamenti, ma spesso è utile un reintervento per estirparle del tutto. Le due tecniche più utilizzate fino ad ora sono il taglio e la decortificazione con spugnetta, imbevuta di piccole quantità di erbicida a basso impatto ambientale e posta nel tronco. I trattamenti effettuati in tarda estate o in autunno sono i più efficaci per l'eliminazione dei pollini e delle radici.
L'iter del progetto Life+ dal punto di vista normativo è stato illustrato poi da Giuliano Palomba, coordinatore del Corpo Forestale dello Stato. Per lo sradicamento dell'ailanto, non trattandosi di una specie di interesse forestale, sono previste dalla legge molte esenzioni per quanto riguarda le autorizzazioni.
Maurizio Vurro, coordinatore del progetto CNR ISPA, sottolinea quanto sia importante sensibilizzare ed informare sul tema per evitare la diffusione della specie esotica invasiva anche fuori dall'area protetta, ad opera spesso dell'uomo, che renderebbe vano tutto il lavoro. "Promuovere il Parco, allargare il consenso e sensibilizzare alle problematiche come l'Ailanto ma anche i cinghiali e i lupi resta la linea di intervento giusta e che stiamo portando avanti", spiega il presidente Cesare Veronico, "facendo conoscere il Parco creiamo feeling con il territorio per mettere in moto l'economia verde, legata alla bellezza del territorio e utile alla tutela e alla conservazione".