Territorio
Più falchi grillai nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia
Lo dicono i risultati dell'ultimo censimento della specie. Prossimo obiettivo, seguire le rotte migratorie del piccolo rapace
Altamura - venerdì 17 giugno 2011
Nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia le popolazioni di falco grillaio sono in aumento. È il dato emerso durante la conferenza stampa svoltasi il 16 giugno presso l'Assessorato al Territorio della Regione Puglia. Dopo il crollo del numero di individui dal 2003, data dell'ultimo censimento attendibile, al 2009, data della ripresa dei censimenti su base scientifica da parte dell'Ente Parco, il piccolo falchetto supertutelato dalle norme europee ed internazionali è tornato ad accrescere le popolazioni.
Il dato, illustrato nel corso dell'incontro, è ritenuto estremamente positivo dall'assessore alla Qualità del Territorio della Regione Puglia Angela Barbanente. «Vuol dire – ha sottolineato l'assessore Barbanente – che le azioni poste in essere dopo l'istituzione del Parco Nazionale sono efficaci ed a questo ha contribuito anche il Regolamento regionale n. 24/2005 relativo alle cautele da usare nella ristrutturazione di immobili nei centri storici dei Comuni che ospitano le colonie di Grillaio». L'auspicio della Barbanente è che l'attuazione del Regolamento regionale venga monitorato più attentamente in collaborazione con i Comuni, con l'Ente Parco e con la LIPU, coinvolgendo tesisti e dottorandi del Politecnico di Bari e della Facoltà di Agraria dell'Università di Bari.
«Il Parco Nazionale dell'Alta Murgia proseguirà le operazioni di monitoraggio della specie – ha dichiarato il direttore dell'Ente Fabio Modesti – in collaborazione con la LIPU. Va fatto un ulteriore passo e cioè seguire le fasi di migrazione delle popolazioni del Grillaio dall'Alta Murgia verso l'Africa subsahariana e viceversa. Per questo l'anno prossimo saranno applicati dei localizzatori satellitari (geo-locator) ad alcuni esemplari per seguirne le rotte migratorie. Appare piuttosto evidente – ha proseguito Modesti – che l'istituzione del Parco e le azioni poste in essere fino ad oggi dall'Ente Parco abbiano sicuramente bloccato la trasformazione dei pascoli naturali ed aiutato le popolazioni di Falco grillaio nella ripresa demografica. A dimostrazione che queste azioni di monitoraggio sono di estrema efficacia anche in ordine alla spesa pubblica sostenuta - ha concluso Modesti - l'Ente Parco ha speso circa 7.000,00 euro nel 2010, attingendo dal proprio bilancio di competenza e, per il biennio 2011-2012, l'investimento si attesterà su circa 30.000,00 euro, comprendendo la rilevante spesa dei geo-locator. Queste azioni fanno della Puglia ed, in particolare, del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, una delle punte di diamante della corretta applicazione delle Direttive comunitarie in materia di tutela degli habitat e della fauna selvatica».
L'importanza e l'efficacia della collaborazione tra Ente Parco e LIPU è stata evidenziata da Marco Gustin, responsabile del Dipartimento Conservazione della LIPU nazionale. «È sempre piuttosto difficoltoso comprendere i trend delle popolazioni di uccelli selvatici ed ancora di più del Falco grillaio», ha affermato Gustin. «Per capire queste evoluzioni è necessario avere monitoraggi su scale temporali lunghe e confrontare i dati con quelli delle altre popolazioni europee, in particolare con quella spagnola, per rilevare quali territori africani vengono utilizzati. Di qui l'importanza dei geo-locator, che permettono di comprendere se le popolazioni, apparentemente divise, possano incrociarsi tra loro».
Il dato, illustrato nel corso dell'incontro, è ritenuto estremamente positivo dall'assessore alla Qualità del Territorio della Regione Puglia Angela Barbanente. «Vuol dire – ha sottolineato l'assessore Barbanente – che le azioni poste in essere dopo l'istituzione del Parco Nazionale sono efficaci ed a questo ha contribuito anche il Regolamento regionale n. 24/2005 relativo alle cautele da usare nella ristrutturazione di immobili nei centri storici dei Comuni che ospitano le colonie di Grillaio». L'auspicio della Barbanente è che l'attuazione del Regolamento regionale venga monitorato più attentamente in collaborazione con i Comuni, con l'Ente Parco e con la LIPU, coinvolgendo tesisti e dottorandi del Politecnico di Bari e della Facoltà di Agraria dell'Università di Bari.
«Il Parco Nazionale dell'Alta Murgia proseguirà le operazioni di monitoraggio della specie – ha dichiarato il direttore dell'Ente Fabio Modesti – in collaborazione con la LIPU. Va fatto un ulteriore passo e cioè seguire le fasi di migrazione delle popolazioni del Grillaio dall'Alta Murgia verso l'Africa subsahariana e viceversa. Per questo l'anno prossimo saranno applicati dei localizzatori satellitari (geo-locator) ad alcuni esemplari per seguirne le rotte migratorie. Appare piuttosto evidente – ha proseguito Modesti – che l'istituzione del Parco e le azioni poste in essere fino ad oggi dall'Ente Parco abbiano sicuramente bloccato la trasformazione dei pascoli naturali ed aiutato le popolazioni di Falco grillaio nella ripresa demografica. A dimostrazione che queste azioni di monitoraggio sono di estrema efficacia anche in ordine alla spesa pubblica sostenuta - ha concluso Modesti - l'Ente Parco ha speso circa 7.000,00 euro nel 2010, attingendo dal proprio bilancio di competenza e, per il biennio 2011-2012, l'investimento si attesterà su circa 30.000,00 euro, comprendendo la rilevante spesa dei geo-locator. Queste azioni fanno della Puglia ed, in particolare, del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, una delle punte di diamante della corretta applicazione delle Direttive comunitarie in materia di tutela degli habitat e della fauna selvatica».
L'importanza e l'efficacia della collaborazione tra Ente Parco e LIPU è stata evidenziata da Marco Gustin, responsabile del Dipartimento Conservazione della LIPU nazionale. «È sempre piuttosto difficoltoso comprendere i trend delle popolazioni di uccelli selvatici ed ancora di più del Falco grillaio», ha affermato Gustin. «Per capire queste evoluzioni è necessario avere monitoraggi su scale temporali lunghe e confrontare i dati con quelli delle altre popolazioni europee, in particolare con quella spagnola, per rilevare quali territori africani vengono utilizzati. Di qui l'importanza dei geo-locator, che permettono di comprendere se le popolazioni, apparentemente divise, possano incrociarsi tra loro».