Politica
PD Altamura, prima assemblea post-elezioni
Inaugurati gli "incontri a tema". Riflessioni sulle conseguenze della manovra economica
Altamura - domenica 4 luglio 2010
08.30
Riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato stampa inviatoci dal Partito Democratico di Altamura.
In occasione dell'assemblea dei tesserati svoltasi il giorno 25 giugno, presieduta dal nuovo segretario Michele Cornacchia, il PD di Altamura ha inaugurato il primo di una serie di "incontri a tema"; un percorso intrapreso per migliorare il confronto con la città su temi sensibili e che il partito s'impegna a portare anche al di fuori delle mura del circolo locale. E' un progetto a lungo termine con cui "il PD si apre alla cittadinanza" con l'intento di fare da cassa di risonanza per le problematiche quotidiane e soprattutto per le proposte fatte dai cittadini stessi, in previsione di un efficace e reciproco scambio d'idee. In questo senso si spiega anche la volontà della segretaria di istituire al proprio interno delle commissioni costituite da tecnici, professionisti ed esperti dei vari settori. La prima commissione ad insediarsi sarà quella economica, alla quale seguirà quella sulla sanità.
Lo scopo è quello di comprendere appieno l'evolversi delle vicende nazionali e locali e le loro conseguenze, per poter fornire ai cittadini una comunicazione precisa e completa ed esaustiva. Inoltre, il lavoro delle commissioni permetterà allo stesso partito di avere un quadro più accurato delle situazioni, in modo da formulare proposte più adeguate e dare risposte più concrete alla cittadinanza. La comunicazione e la partecipazione attiva della cittadinanza saranno i due pilastri sui quali si fonderà e crescerà l'intero progetto.
In questo primo incontro si è fatta un'analisi approfondita sulla manovra economica che proprio in questi giorni sta seguendo il suo iter parlamentare. Partendo da una relazione tecnica redatta ed illustrata dal vice-segretario Antonio Cappiello, si sono presi in esame i vari aspetti dei provvedimenti meditati dal governo. La relazione è servita da stimolo per innescare il dibattito, che si è alimentato, poi, con pregevoli ed opportuni interventi di alcuni tesserati. Il giudizio sull'iniquità della manovra è stato unanime. Si è entrati nel merito delle valutazioni e se da una parte si sono condivise le politiche di riduzione della spesa pubblica, dall'altra non si sono condivise le scelte operate per raggiungere tale obiettivo. Si è constata la mancanza di politiche d'investimento a lungo termine e di una serie di riforme necessarie e da tempo richieste.
I provvedimenti non toccano né i grandi capitali e né le rendite finanziarie, e i tagli agli sprechi non sono ancora adeguati. Si è ritenuto che così come concepita, la manovra scarica il peso della crisi sui ceti medi e sui lavoratori. Il testo dell'esecutivo riguarda diversi settori: dalle pensioni alla sanità, dai tagli ai partiti alla riduzione dei costi della politica, dai nuovi pedaggi sui raccordi autostradali ai blocchi dei rinnovi di contratto e congelamento delle progressioni di carriera, dalla soppressione di una ventina di enti previdenziali al dimezzamento delle spese elettorali. Neppure il comparto agricolo ne uscirà immune, poiché è prevista l'eliminazione del bonus-gasolio e lo stop alla proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali per le aziende che operano nelle zone svantaggiate e di montagna. Dal dibattito è emerso soprattutto quello che è il punto saliente della manovra: appare chiaro, infatti, che ben 13 degli oltre dei 24 miliardi previsti (quindi circa il 60% del totale) verranno ricavati dalla stretta sugli enti locali.
Sono i tagli alle autonomie locali quelli che avranno le conseguenze più tangibili per le tasche dei cittadini. Le regioni dovranno tagliare 10 miliardi di euro in due anni, e comuni e province dovranno ridurre la spesa di oltre 1 miliardo nel 2011 e di oltre 2 miliardi nel 2012. Questo significa tagli al trasporto pubblico locale, stop ai fondi regionali ai quali si deve più dell'ottanta per cento delle opere realizzate ad Altamura negli ultimi anni. In sintesi: meno investimenti, meno cantieri, meno lavoro e una situazione già critica che non può che peggiorare. Il rischio reale è che i comuni debbano essere costretti ad aumentare tariffe, addizionali irperf, e ad introdurre nuove tasse comunali. I servizi potrebbero subire una riduzione nel numero e nella qualità. Questo sarà un aspetto sul quale occorrerà vigilare con attenzione. I servizi sociali potrebbero conoscere un notevole ridimensionamento, e questo discorso sarebbe da inserire poi nel più complesso tema della sanità pugliese, già alle prese con sprechi e una forte ospedalizzazione. Grazie ad una relazione che ha preso in esame la situazione della scuola e dell'università, si sono infine analizzati gli sviluppi che la manovra avrebbe sul diritto allo studio.
E' emerso un quadro preoccupante sulle conseguenze dei tagli nel mondo dell'istruzione, nonostante gli sforzi della regione Puglia, che in questi anni ha mostrato una certa sensibilità su questo tema. Le minori risorse, le classi sempre più affollate e la mancanza di personale sarebbero solo alcuni dei problemi e dei motivi che porterebbero ad un abbassamento qualitativo dell'istruzione. Non si stimola la ricerca, non si valorizzano le eccellenze e s'impoverisce l'offerta formativa. A conti fatti, inoltre, i tagli sugli stipendi del personale docente e non docente saranno del 10%, considerando il blocco degli incrementi retributivi e il blocco triennale degli scatti. Si stima poi una forte perdita di posti tra insegnanti e personale A.T.A.
A livello universitario, stantibus rebus, diventerebbe impossibile garantire i livelli di servizio e d'offerta formativa, tenendo conto dei tagli alle retribuzioni dei ricercatori e del prolungarsi nel tempo dei tagli al fondo finanziamento ordinario dell'università. E' il paradosso di un paese che investe più nell'industria bellica che nella formazione delle nuove generazioni e dove i docenti sono considerati una spesa eccessiva. Un paese dove la scuola pubblica è mortificata a favore di quella privata, che resta ad appannaggio di pochi.
In occasione dell'assemblea dei tesserati svoltasi il giorno 25 giugno, presieduta dal nuovo segretario Michele Cornacchia, il PD di Altamura ha inaugurato il primo di una serie di "incontri a tema"; un percorso intrapreso per migliorare il confronto con la città su temi sensibili e che il partito s'impegna a portare anche al di fuori delle mura del circolo locale. E' un progetto a lungo termine con cui "il PD si apre alla cittadinanza" con l'intento di fare da cassa di risonanza per le problematiche quotidiane e soprattutto per le proposte fatte dai cittadini stessi, in previsione di un efficace e reciproco scambio d'idee. In questo senso si spiega anche la volontà della segretaria di istituire al proprio interno delle commissioni costituite da tecnici, professionisti ed esperti dei vari settori. La prima commissione ad insediarsi sarà quella economica, alla quale seguirà quella sulla sanità.
Lo scopo è quello di comprendere appieno l'evolversi delle vicende nazionali e locali e le loro conseguenze, per poter fornire ai cittadini una comunicazione precisa e completa ed esaustiva. Inoltre, il lavoro delle commissioni permetterà allo stesso partito di avere un quadro più accurato delle situazioni, in modo da formulare proposte più adeguate e dare risposte più concrete alla cittadinanza. La comunicazione e la partecipazione attiva della cittadinanza saranno i due pilastri sui quali si fonderà e crescerà l'intero progetto.
In questo primo incontro si è fatta un'analisi approfondita sulla manovra economica che proprio in questi giorni sta seguendo il suo iter parlamentare. Partendo da una relazione tecnica redatta ed illustrata dal vice-segretario Antonio Cappiello, si sono presi in esame i vari aspetti dei provvedimenti meditati dal governo. La relazione è servita da stimolo per innescare il dibattito, che si è alimentato, poi, con pregevoli ed opportuni interventi di alcuni tesserati. Il giudizio sull'iniquità della manovra è stato unanime. Si è entrati nel merito delle valutazioni e se da una parte si sono condivise le politiche di riduzione della spesa pubblica, dall'altra non si sono condivise le scelte operate per raggiungere tale obiettivo. Si è constata la mancanza di politiche d'investimento a lungo termine e di una serie di riforme necessarie e da tempo richieste.
I provvedimenti non toccano né i grandi capitali e né le rendite finanziarie, e i tagli agli sprechi non sono ancora adeguati. Si è ritenuto che così come concepita, la manovra scarica il peso della crisi sui ceti medi e sui lavoratori. Il testo dell'esecutivo riguarda diversi settori: dalle pensioni alla sanità, dai tagli ai partiti alla riduzione dei costi della politica, dai nuovi pedaggi sui raccordi autostradali ai blocchi dei rinnovi di contratto e congelamento delle progressioni di carriera, dalla soppressione di una ventina di enti previdenziali al dimezzamento delle spese elettorali. Neppure il comparto agricolo ne uscirà immune, poiché è prevista l'eliminazione del bonus-gasolio e lo stop alla proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali per le aziende che operano nelle zone svantaggiate e di montagna. Dal dibattito è emerso soprattutto quello che è il punto saliente della manovra: appare chiaro, infatti, che ben 13 degli oltre dei 24 miliardi previsti (quindi circa il 60% del totale) verranno ricavati dalla stretta sugli enti locali.
Sono i tagli alle autonomie locali quelli che avranno le conseguenze più tangibili per le tasche dei cittadini. Le regioni dovranno tagliare 10 miliardi di euro in due anni, e comuni e province dovranno ridurre la spesa di oltre 1 miliardo nel 2011 e di oltre 2 miliardi nel 2012. Questo significa tagli al trasporto pubblico locale, stop ai fondi regionali ai quali si deve più dell'ottanta per cento delle opere realizzate ad Altamura negli ultimi anni. In sintesi: meno investimenti, meno cantieri, meno lavoro e una situazione già critica che non può che peggiorare. Il rischio reale è che i comuni debbano essere costretti ad aumentare tariffe, addizionali irperf, e ad introdurre nuove tasse comunali. I servizi potrebbero subire una riduzione nel numero e nella qualità. Questo sarà un aspetto sul quale occorrerà vigilare con attenzione. I servizi sociali potrebbero conoscere un notevole ridimensionamento, e questo discorso sarebbe da inserire poi nel più complesso tema della sanità pugliese, già alle prese con sprechi e una forte ospedalizzazione. Grazie ad una relazione che ha preso in esame la situazione della scuola e dell'università, si sono infine analizzati gli sviluppi che la manovra avrebbe sul diritto allo studio.
E' emerso un quadro preoccupante sulle conseguenze dei tagli nel mondo dell'istruzione, nonostante gli sforzi della regione Puglia, che in questi anni ha mostrato una certa sensibilità su questo tema. Le minori risorse, le classi sempre più affollate e la mancanza di personale sarebbero solo alcuni dei problemi e dei motivi che porterebbero ad un abbassamento qualitativo dell'istruzione. Non si stimola la ricerca, non si valorizzano le eccellenze e s'impoverisce l'offerta formativa. A conti fatti, inoltre, i tagli sugli stipendi del personale docente e non docente saranno del 10%, considerando il blocco degli incrementi retributivi e il blocco triennale degli scatti. Si stima poi una forte perdita di posti tra insegnanti e personale A.T.A.
A livello universitario, stantibus rebus, diventerebbe impossibile garantire i livelli di servizio e d'offerta formativa, tenendo conto dei tagli alle retribuzioni dei ricercatori e del prolungarsi nel tempo dei tagli al fondo finanziamento ordinario dell'università. E' il paradosso di un paese che investe più nell'industria bellica che nella formazione delle nuove generazioni e dove i docenti sono considerati una spesa eccessiva. Un paese dove la scuola pubblica è mortificata a favore di quella privata, che resta ad appannaggio di pochi.