Palazzo di città
Parco degli Ulivi, tutto rinviato al 12 novembre
Botta e risposta tra amministrazione e comitato. Forte difende il progetto
Altamura - venerdì 6 novembre 2015
Tutto rinviato al 12 novembre.
Alla fine il consiglio comunale ha deciso di non decidere sulla vicenda del parco degli ulivi, l'area di circa 8000 metri quadrati in via IV Novembre dove a breve, per iniziativa di due società, sorgerà un centro culturale polifunzionale.
Non sono bastate quattro ore di discussione dentro e fuori l'aula in un clima spesso da stadio nonostante i tanti richiami del presidente del Consiglio. Come era prevedibile le posizioni restano distanti e l'amministrazione, chiamata in teoria a fare da arbitro tra imprese e comitato, è diventata essa stessa parte della discordia.
Andiamo con ordine
Per facilitare la discussione il presidente Marroccoli ha ammesso gli interventi in aula anche dei rappresentanti del Comitato in difesa del Parco. Due i responsabili.
In primis la professoressa Rosa Lillo che ribadisce le argomentazioni dei cittadini: "Sappiamo che l'area è di proprietà privata e che le autorizzazioni sono state date dalle autorità preposte. Ma in questa vicenda si è giocato volutamente e in maniera opaca sull'equivoco tra aree destinate a servizi pubblici di interesse generale e collettivo ed esercizi al pubblico". La richiesta del comitato è perentoria: salvare il verde e spostare il progetto in un'altra zona della città.
Più tecnico invece l'intervento dell'architetto Nunzio Perrucci il quale evidenzia una serie di criticità a partire dal permesso di costruire rilasciato senza specificare la destinazione d'uso dei manufatti che saranno realizzati "lasciando campo libero a interpretazioni di convenienza e possibili futuri contenziosi". Il tecnico per altro rileva nel progetto un calcolo delle volumetrie da realizzarsi "in eccedenza rispetto a quanto sarebbe consentito dalle norme", addirittura 2700 mq in più se si considerano anche le sei scale esterne. E ancora: da progetto via Fratelli Cagnazzi risulta una strada da realizzare, "in realtà – ribadisce il tecnico – la strada esiste ed è sotto gli occhi di tutti". E per quanto riguarda l'area lasciata a verde attrezzato, Perrucci ribadisce "la poca chiarezza del progetto che indica solo in maniera generica la presenza di zone verdi attrezzate e di parcheggi".
Non da ultimo, il tecnico giudica "una cosa mai vista dal punto di vista tecnico il permesso di costruire".
Nel coro si inseriscono le voci dei consiglieri, primi fra tutti Rosa Melodia e Pietro Masi, autori di una mozione con cui si chiede l'annullamento in autotutela dei permessi di costruire. Più cauto Antonello Stigliano che pur difendendo l'iniziativa dell'azienda propone di "trovare altre soluzioni perché in nome dello sviluppo non dobbiamo mai dimenticare il progresso del nostro territorio". Toni accesi e accuse pesanti da Vincenzo Loiudice. La maggioranza invece lascia che sia Nicola Loizzo a riassumere le opinioni di tutti " Il suolo Rossi è edificabile e questa è l'unica cosa che conta".
La controparte, quella delle due aziende, in aula è rappresentata dall'avvocato Giovanni Moramarco legale delle imprese che difende il progetto sottolineandone "l'alto valore sociale in una zona che non è servita da attrezzature pubbliche" e ribadisce "il valore culturale dell'iniziativa di due imprese che non hanno pensato al proprio profitto ma la bene della città".
Furioso invece Giacinto Forte che dopo aver ascoltato tutti gli interventi, esplode non appena il Marroccoli gli concede la parola. In primis il sindaco, come aveva già fatto con la consigliera Melodia, invita l'architetto Perrucci a "denunciare agli organi competenti eventuali ipotesi di reato". Poi, in preda ad una crisi di nervi, rispedisce al mittente tutte le accuse di immobilismo, indifferenza nei confronti delle questioni sollevate dal comitato, eventuali patti con le aziende e, non da ultimo, di aver svenduto la dignità degli altamurani. Forte ricorda le sue battaglie in difesa del parco ma ora, concessi i permessi, "non si può fare un passo indietro ma si può cecare di ottenere qualcosa dall'azienda". In primis il 5% dell'edificato per spostare l'ufficio anagrafe e risparmiare 70.000 euro l'anno, in secondo ordine allungare lo spazio destinato a verde sino alle Mura Megalitiche prevedendo il reimpianto degli ulivi e la sistemazione di verde attrezzato per dare servizi ai cittadini.
Sospesa la seduta per valutare l'opportunità di discutere la mozione presentata da Melodia e Masi, alla fine l'assise si autosospende con un nulla di fatto e il rinvio ufficiale al 12 novembre.
Alla fine il consiglio comunale ha deciso di non decidere sulla vicenda del parco degli ulivi, l'area di circa 8000 metri quadrati in via IV Novembre dove a breve, per iniziativa di due società, sorgerà un centro culturale polifunzionale.
Non sono bastate quattro ore di discussione dentro e fuori l'aula in un clima spesso da stadio nonostante i tanti richiami del presidente del Consiglio. Come era prevedibile le posizioni restano distanti e l'amministrazione, chiamata in teoria a fare da arbitro tra imprese e comitato, è diventata essa stessa parte della discordia.
Andiamo con ordine
Per facilitare la discussione il presidente Marroccoli ha ammesso gli interventi in aula anche dei rappresentanti del Comitato in difesa del Parco. Due i responsabili.
In primis la professoressa Rosa Lillo che ribadisce le argomentazioni dei cittadini: "Sappiamo che l'area è di proprietà privata e che le autorizzazioni sono state date dalle autorità preposte. Ma in questa vicenda si è giocato volutamente e in maniera opaca sull'equivoco tra aree destinate a servizi pubblici di interesse generale e collettivo ed esercizi al pubblico". La richiesta del comitato è perentoria: salvare il verde e spostare il progetto in un'altra zona della città.
Più tecnico invece l'intervento dell'architetto Nunzio Perrucci il quale evidenzia una serie di criticità a partire dal permesso di costruire rilasciato senza specificare la destinazione d'uso dei manufatti che saranno realizzati "lasciando campo libero a interpretazioni di convenienza e possibili futuri contenziosi". Il tecnico per altro rileva nel progetto un calcolo delle volumetrie da realizzarsi "in eccedenza rispetto a quanto sarebbe consentito dalle norme", addirittura 2700 mq in più se si considerano anche le sei scale esterne. E ancora: da progetto via Fratelli Cagnazzi risulta una strada da realizzare, "in realtà – ribadisce il tecnico – la strada esiste ed è sotto gli occhi di tutti". E per quanto riguarda l'area lasciata a verde attrezzato, Perrucci ribadisce "la poca chiarezza del progetto che indica solo in maniera generica la presenza di zone verdi attrezzate e di parcheggi".
Non da ultimo, il tecnico giudica "una cosa mai vista dal punto di vista tecnico il permesso di costruire".
Nel coro si inseriscono le voci dei consiglieri, primi fra tutti Rosa Melodia e Pietro Masi, autori di una mozione con cui si chiede l'annullamento in autotutela dei permessi di costruire. Più cauto Antonello Stigliano che pur difendendo l'iniziativa dell'azienda propone di "trovare altre soluzioni perché in nome dello sviluppo non dobbiamo mai dimenticare il progresso del nostro territorio". Toni accesi e accuse pesanti da Vincenzo Loiudice. La maggioranza invece lascia che sia Nicola Loizzo a riassumere le opinioni di tutti " Il suolo Rossi è edificabile e questa è l'unica cosa che conta".
La controparte, quella delle due aziende, in aula è rappresentata dall'avvocato Giovanni Moramarco legale delle imprese che difende il progetto sottolineandone "l'alto valore sociale in una zona che non è servita da attrezzature pubbliche" e ribadisce "il valore culturale dell'iniziativa di due imprese che non hanno pensato al proprio profitto ma la bene della città".
Furioso invece Giacinto Forte che dopo aver ascoltato tutti gli interventi, esplode non appena il Marroccoli gli concede la parola. In primis il sindaco, come aveva già fatto con la consigliera Melodia, invita l'architetto Perrucci a "denunciare agli organi competenti eventuali ipotesi di reato". Poi, in preda ad una crisi di nervi, rispedisce al mittente tutte le accuse di immobilismo, indifferenza nei confronti delle questioni sollevate dal comitato, eventuali patti con le aziende e, non da ultimo, di aver svenduto la dignità degli altamurani. Forte ricorda le sue battaglie in difesa del parco ma ora, concessi i permessi, "non si può fare un passo indietro ma si può cecare di ottenere qualcosa dall'azienda". In primis il 5% dell'edificato per spostare l'ufficio anagrafe e risparmiare 70.000 euro l'anno, in secondo ordine allungare lo spazio destinato a verde sino alle Mura Megalitiche prevedendo il reimpianto degli ulivi e la sistemazione di verde attrezzato per dare servizi ai cittadini.
Sospesa la seduta per valutare l'opportunità di discutere la mozione presentata da Melodia e Masi, alla fine l'assise si autosospende con un nulla di fatto e il rinvio ufficiale al 12 novembre.