Eventi e cultura
Orme dei dinosauri di Altamura, esperti a confronto
Momento conclusivo degli studi e degli interventi sulla paleosuperficie
Altamura - lunedì 24 febbraio 2020
La conservazione e la protezione delle orme di dinosauro della paleosuperficie di Altamura sono al centro di un convegno in programma oggi a Bari, presso l'auditorium dell'Archivio di Stato in via Pietro Oreste 45. Gli interventi e gli studi saranno messi a confronto con altre esperienze internazionali. Inizio dei lavori alle 10.30.
Il programma si apre con vari saluti istituzionali: Antonella Pompilio, direttore dell'Archivio di Stato; Salvatore Patamia, segretario regionale del Ministero per i beni culturali "ad interim"; il soprintendente all'archeologia e alle belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari, Maria Piccarreta; l'assessore regionale all'industria turistica e culturale Loredana Capone; il consigliere regionale Enzo Colonna; il direttore del Dipartimento turismo e cultura della Puglia Aldo Patruno; il consigliere metropolitano Antonio Stragapede; il presidente del Parco dell'Alta Murgia Francesco Tarantini; la sindaca Rosa Melodia.
Sul sito di Altamura e sui primi risultati degli interventi effettuati presso la cava intervengono Francesca Radina e Lucia Patrizia Caliandro della Soprintendenza, Ruggero Francescangeli dell'Università degli Studi di Bari e Marco Petruzzelli della Environmental Surveys. Sulle esperienze nazionali e internazionali molto interessante sarà il confronto tra gli esperti dell'Università di Bari con Giuseppe Leonardi dell'Università Federale di Rio de Janeiro (Brasile), con Angelica Torices (Università La Rioja, Spagna) e con il Museo delle scienze di Trento.
Da un anno sono in corso degli interventi di conservazione delle orme sulla paleosuperficie. Sono stati effettuati pure lavori di messa in sicurezza dei fronti di cava. I primi esiti degli studi sono stati presentati il 19 ottobre in un convegno al Teatro Mercadante. Dopo la ripulitura della paleosuperficie, è stata effettuata una stima di circa 20.000 del numero di orme presenti. Con l'utilizzo di moderne apparecchiature, tra cui i droni, la paleosuperficie è stata interamente digitalizzata e grazie alla tecnologia è possibile meglio comprendere le successioni delle orme.
Le orme risalgono a circa 80 milioni di anni fa, nel Cretaceo, quando gli attuali calcari erano una laguna, quindi superfici acquitrinose e fangose. Le impronte sono state impresse da dinosauri erbivori "Tireofori", vale a dire dinosauri corazzati. Sono state trovate orme di tre morfologie diverse.
Il convegno verterà sia sugli ulteriori risultati degli studi sia sulla tipologia di interventi non invasivi per la protezione delle impronte dalle intemperie climatiche. Una casistica con pochissimi precedenti al mondo.
Il programma si apre con vari saluti istituzionali: Antonella Pompilio, direttore dell'Archivio di Stato; Salvatore Patamia, segretario regionale del Ministero per i beni culturali "ad interim"; il soprintendente all'archeologia e alle belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari, Maria Piccarreta; l'assessore regionale all'industria turistica e culturale Loredana Capone; il consigliere regionale Enzo Colonna; il direttore del Dipartimento turismo e cultura della Puglia Aldo Patruno; il consigliere metropolitano Antonio Stragapede; il presidente del Parco dell'Alta Murgia Francesco Tarantini; la sindaca Rosa Melodia.
Sul sito di Altamura e sui primi risultati degli interventi effettuati presso la cava intervengono Francesca Radina e Lucia Patrizia Caliandro della Soprintendenza, Ruggero Francescangeli dell'Università degli Studi di Bari e Marco Petruzzelli della Environmental Surveys. Sulle esperienze nazionali e internazionali molto interessante sarà il confronto tra gli esperti dell'Università di Bari con Giuseppe Leonardi dell'Università Federale di Rio de Janeiro (Brasile), con Angelica Torices (Università La Rioja, Spagna) e con il Museo delle scienze di Trento.
Da un anno sono in corso degli interventi di conservazione delle orme sulla paleosuperficie. Sono stati effettuati pure lavori di messa in sicurezza dei fronti di cava. I primi esiti degli studi sono stati presentati il 19 ottobre in un convegno al Teatro Mercadante. Dopo la ripulitura della paleosuperficie, è stata effettuata una stima di circa 20.000 del numero di orme presenti. Con l'utilizzo di moderne apparecchiature, tra cui i droni, la paleosuperficie è stata interamente digitalizzata e grazie alla tecnologia è possibile meglio comprendere le successioni delle orme.
Le orme risalgono a circa 80 milioni di anni fa, nel Cretaceo, quando gli attuali calcari erano una laguna, quindi superfici acquitrinose e fangose. Le impronte sono state impresse da dinosauri erbivori "Tireofori", vale a dire dinosauri corazzati. Sono state trovate orme di tre morfologie diverse.
Il convegno verterà sia sugli ulteriori risultati degli studi sia sulla tipologia di interventi non invasivi per la protezione delle impronte dalle intemperie climatiche. Una casistica con pochissimi precedenti al mondo.