Cronaca
Operazione antimafia: 14 arresti
La banda operava anche in territorio altamurano
Altamura - mercoledì 2 ottobre 2013
11.53
Operavano anche su Altamura, contando un buon numero di acquirenti del posto e stringendo legami con la criminalità locale. Sono finiti in manette per traffico di droga 14 persone (13 in carcere e 1 ai domiciliari). Ad ordinare il loro arresto, il Giudice per le indagini preliminari di Bari che ha accolto la richiesta della Procura barese. Uno degli indagati è tuttora ricercato.
Questa mattina i carabinieri della Compagnia di Gioia del Colle, supportati da un velivolo del 6° Elinucleo di Bari e da unità cinofile del Nucleo di Modugno, hanno portato a termine un'importante operazione antimafia coordinata dalla Direzione distrettuale di Bari. Sgominata, dunque, un'associazione a delinquere di tipo mafioso, operante nella zona sud della provincia barese ed affiliata al potente clan barese "Palermiti", dedita al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, aggravata dall'utilizzo di armi ed esplosivi attraverso i quali il clan imponeva la propria supremazia sul territorio.
Il gruppo degli arrestati era capeggiato da Barbetta Vincenzo. Il mercato di stupefacenti messo in atto dalla banda si radicava principalmente in una vasta area compresa tra i comuni di Casamassima, Cellamare e Altamura.
L'attività principale del gruppo criminale era il traffico di eroina, cocaina e hashish, attraverso il quale si garantiva guadagni ingentissimi che servivano anche a mantenere le famiglie degli affiliati che si trovavano in carcere. Un dato che appura la strutturazione mafiosa dell'organizzazione, infatti numerosi sono gli episodi in cui sono stati documentati finanziamenti alle famiglie di detenuti per decine di migliaia di euro. La connotazione più inquietante del gruppo, che costituisce l'aggravante principale contestata dai magistrati agli arrestati, è la disponibilità di un impressionante arsenale di armi, che andava dai fucili mitragliatori (il famigerato Kalashnikov) a pistole di vario genere, fucili a pompa e anche granate.
Già nel novembre 2006 furono arrestati, nell'ambito di una operazione mirata, due degli odierni colpiti dalla misura cautelare, Cimarrusti Antonio e De Iure Domenico. Nell'occasione, in un garage di loro pertinenza furono rinvenuti un Kalashnikov (utilizzato nell'attentato a Di Cosola, capo dell'omonimo clan mafioso barese), due pistole mitragliatrici (HKMP5 e Micro UZI), quattro fucili, otto pistole e due giubbotti antiproiettile, oltre a numerose munizioni di vario calibro. L'uso della armi è risultato sempre collegato a contrasti per la gestione territoriale del traffico di stupefacenti.
I numeri dello spaccio al dettaglio sono impressionanti: i sequestri effettuati per riscontrare l'effettiva vendita di droga, oltre un chilo di cocaina, quasi mezzo chilo di eroina, ed hashish, purtroppo sono solo una piccola parte dell'enorme traffico gestito dall'organizzazione.
Questa mattina i carabinieri della Compagnia di Gioia del Colle, supportati da un velivolo del 6° Elinucleo di Bari e da unità cinofile del Nucleo di Modugno, hanno portato a termine un'importante operazione antimafia coordinata dalla Direzione distrettuale di Bari. Sgominata, dunque, un'associazione a delinquere di tipo mafioso, operante nella zona sud della provincia barese ed affiliata al potente clan barese "Palermiti", dedita al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, aggravata dall'utilizzo di armi ed esplosivi attraverso i quali il clan imponeva la propria supremazia sul territorio.
Il gruppo degli arrestati era capeggiato da Barbetta Vincenzo. Il mercato di stupefacenti messo in atto dalla banda si radicava principalmente in una vasta area compresa tra i comuni di Casamassima, Cellamare e Altamura.
L'attività principale del gruppo criminale era il traffico di eroina, cocaina e hashish, attraverso il quale si garantiva guadagni ingentissimi che servivano anche a mantenere le famiglie degli affiliati che si trovavano in carcere. Un dato che appura la strutturazione mafiosa dell'organizzazione, infatti numerosi sono gli episodi in cui sono stati documentati finanziamenti alle famiglie di detenuti per decine di migliaia di euro. La connotazione più inquietante del gruppo, che costituisce l'aggravante principale contestata dai magistrati agli arrestati, è la disponibilità di un impressionante arsenale di armi, che andava dai fucili mitragliatori (il famigerato Kalashnikov) a pistole di vario genere, fucili a pompa e anche granate.
Già nel novembre 2006 furono arrestati, nell'ambito di una operazione mirata, due degli odierni colpiti dalla misura cautelare, Cimarrusti Antonio e De Iure Domenico. Nell'occasione, in un garage di loro pertinenza furono rinvenuti un Kalashnikov (utilizzato nell'attentato a Di Cosola, capo dell'omonimo clan mafioso barese), due pistole mitragliatrici (HKMP5 e Micro UZI), quattro fucili, otto pistole e due giubbotti antiproiettile, oltre a numerose munizioni di vario calibro. L'uso della armi è risultato sempre collegato a contrasti per la gestione territoriale del traffico di stupefacenti.
I numeri dello spaccio al dettaglio sono impressionanti: i sequestri effettuati per riscontrare l'effettiva vendita di droga, oltre un chilo di cocaina, quasi mezzo chilo di eroina, ed hashish, purtroppo sono solo una piccola parte dell'enorme traffico gestito dall'organizzazione.