Cronaca
Omicidio Pirro, condannato un altamurano
18 anni di reclusione per il 48enne Lazzari. Due assoluzioni
Altamura - venerdì 23 dicembre 2011
17.36
Il giudice del Tribunale di Bari, Susanna De Felice, ha condannato, in abbreviato, a 18 anni di reclusione Raffaele Lazzari, 48 anni, di Altamura, accusato dalla Procura del capoluogo pugliese dell'omicidio volontario e premeditato di Raffaele Pirro, 73 anni, trovato morto nella sua auto nella notte tra il 15 e il 16 luglio 2010 in una piazzola di sosta sulla strada statale 100, in località Capurso. Raffaele Pirro era un imprenditore barese, fu ucciso con un colpo alla nuca da una pistola calibro 7.65 sparatogli a distanza ravvicinata. Le indagini sono state coordinate dalla pm della Dda, Elisabetta Pugliese.
Il movente, secondo la Procura, la paura che la vittima potesse portare avanti l'azione giudiziaria intentata contro un'impresa edile materana per la quale l'omicida lavorava in subappalto. Pirro, infatti, al tempo, aveva comunicato, anche tramite il suo avvocato, l'intenzione di procedere all'iscrizione di ipoteche su alcuni immobili costruiti a Gioia del Colle dall'impresa materana, impedendo così di fatto la vendita dei manufatti completati. Un disagio economico che si ripercuoteva anche sulle piccole imprese subappaltatrici, in un momento in cui Lazzari si trovava in difficoltà economiche. Di qui la decisione di uccidere l'imprenditore barese.
Assolti, invece, ''per non aver commesso il fatto'' il fratello del presunto killer, Giovanni Lazzari, 44 anni, e Domenico Cristallo, 37 anni, entrambi piccoli imprenditori accusati di concorso in omicidio.
Raffaele Lazzari è stato condannato anche a risarcire i due figli della vittima, che si erano costituiti parte civile: il gup ha stabilito una provvisionale immediatamente esecutiva di 50mila euro per ciascuno.
Il movente, secondo la Procura, la paura che la vittima potesse portare avanti l'azione giudiziaria intentata contro un'impresa edile materana per la quale l'omicida lavorava in subappalto. Pirro, infatti, al tempo, aveva comunicato, anche tramite il suo avvocato, l'intenzione di procedere all'iscrizione di ipoteche su alcuni immobili costruiti a Gioia del Colle dall'impresa materana, impedendo così di fatto la vendita dei manufatti completati. Un disagio economico che si ripercuoteva anche sulle piccole imprese subappaltatrici, in un momento in cui Lazzari si trovava in difficoltà economiche. Di qui la decisione di uccidere l'imprenditore barese.
Assolti, invece, ''per non aver commesso il fatto'' il fratello del presunto killer, Giovanni Lazzari, 44 anni, e Domenico Cristallo, 37 anni, entrambi piccoli imprenditori accusati di concorso in omicidio.
Raffaele Lazzari è stato condannato anche a risarcire i due figli della vittima, che si erano costituiti parte civile: il gup ha stabilito una provvisionale immediatamente esecutiva di 50mila euro per ciascuno.