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Cronaca
Omicidio Dambrosio, ergastolo per Giovanni Loiudice e suo figlio Alberto
E' la richiesta del pm Digeronimo. Dovranno rispondere del reato di omicidio volontario premeditato
Altamura - mercoledì 24 aprile 2013
Ergastolo per il mandante e per l'esecutore dell'omicidio del boss altamurano Bartolomeo Dambrosio. È la richiesta del pm Desirèe Digeronimo nei confronti di Giovanni Loiudice e di suo figlio Alberto.
Dambrosio fu freddato nelle campagne murgiane il 6 settembre 2010 mentre faceva jogging con 30 colpi sparati da un fucile a pompa e da una pistola mitragliatrice modello Skorpion. I due imputati dovranno rispondere dinanzi ai giudici della Corte d'Assise di Bari del reato di omicidio volontario premeditato con l'aggravante di favoreggiamento di un'associazione di stampo mafioso.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'omicidio Dambrosio sarebbe maturato all'interno della guerra di mala fra due clan rivali, Dambrosio e Loiudice, che, nel corso degli anni, si sarebbero contesi il controllo delle attività illecite di Altamura e della Murgia.
Secondo la Procura Antimafia di Bari, Giovanni Loiudice avrebbe ordinato ai suoi due figli (Michele e Alberto), e ad altri giovani del clan, l'omicidio del rivale. Le indagini condotte dai Carabinieri portarono, pochi giorni dopo il delitto, il 20 settembre, all'arresto dei primi due esponenti del commando, Michele Loiudice, 25 anni, e Francesco Palmieri, 21. I militari fecero irruzione in un bed&breakfast di Taviano, nel Salento, dove il commando si era nascosto. E' probabile che, in quell'occasione, con loro ci fossero anche Alberto Loiudice, 20 anni, e Francesco Maino, ma, assenti al momento dell'irruzione, riuscirono a fuggire. I militari, coordinati dalla Dda, arrestarono Alberto Loiudice il 17 novembre 2011 insieme a Rocco Ciccimarra, 21 anni. Infine, il 24 dicembre 2011, l'arresto del presunto mandante dell'omicidio Giovanni Loiudice.
Nel mese di giugno 2012, al termine di un processo con rito abbreviato, sono stati condannati anche Michele Loiudice e Francesco Palmieri (20 anni di reclusione), e Francesco Maino (12 anni e 8 mesi).
Dambrosio fu freddato nelle campagne murgiane il 6 settembre 2010 mentre faceva jogging con 30 colpi sparati da un fucile a pompa e da una pistola mitragliatrice modello Skorpion. I due imputati dovranno rispondere dinanzi ai giudici della Corte d'Assise di Bari del reato di omicidio volontario premeditato con l'aggravante di favoreggiamento di un'associazione di stampo mafioso.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'omicidio Dambrosio sarebbe maturato all'interno della guerra di mala fra due clan rivali, Dambrosio e Loiudice, che, nel corso degli anni, si sarebbero contesi il controllo delle attività illecite di Altamura e della Murgia.
Secondo la Procura Antimafia di Bari, Giovanni Loiudice avrebbe ordinato ai suoi due figli (Michele e Alberto), e ad altri giovani del clan, l'omicidio del rivale. Le indagini condotte dai Carabinieri portarono, pochi giorni dopo il delitto, il 20 settembre, all'arresto dei primi due esponenti del commando, Michele Loiudice, 25 anni, e Francesco Palmieri, 21. I militari fecero irruzione in un bed&breakfast di Taviano, nel Salento, dove il commando si era nascosto. E' probabile che, in quell'occasione, con loro ci fossero anche Alberto Loiudice, 20 anni, e Francesco Maino, ma, assenti al momento dell'irruzione, riuscirono a fuggire. I militari, coordinati dalla Dda, arrestarono Alberto Loiudice il 17 novembre 2011 insieme a Rocco Ciccimarra, 21 anni. Infine, il 24 dicembre 2011, l'arresto del presunto mandante dell'omicidio Giovanni Loiudice.
Nel mese di giugno 2012, al termine di un processo con rito abbreviato, sono stati condannati anche Michele Loiudice e Francesco Palmieri (20 anni di reclusione), e Francesco Maino (12 anni e 8 mesi).