Territorio
No all'ingresso di olio extra vergine di oliva dalla Tunisia
Duro colpo per l’agricoltura pugliese
Altamura - domenica 27 settembre 2015
Dopo il grano dal Canada, l'olio dalla Tunisia.
L'allarme è stato lanciato dal presidente della Cia di Bari, Vito Scalera, dopo la proposta della Unione europea di autorizzare l'accesso temporaneo supplementare nel mercato europeo di altre 35 mila tonnellate di olio tunisino per il biennio 2016 e 2017, che si aggiungono alle 57 mila tonnellate già previste dall'accordo di associazione UE-Tunisia.
"E' una proposta scellerata – commentano dalla Cia - che mette a repentaglio il più importante comparto dell'agricoltura della provincia di Bari, già fortemente penalizzato dall'ultima riforma Pac. L'olivicoltura di qualità della nostra provincia merita rispetto e non può essere penalizzata da una scelta simile. E assurdo pensare che quando c'è da dare sostegno ai paesi in difficoltà gli unici a dover fare sacrifici debbano essere gli agricoltori".
Come Cia chiediamo - continua Scalera- che la regine Puglia, i nostri rappresentanti in parlamento europeo si adoperino attivamente per evitare che a pagare a duro prezzo una scelta del genere siano gli agricoltori pugliesi e della provincia di Bari in particolare".
L'allarme è stato lanciato dal presidente della Cia di Bari, Vito Scalera, dopo la proposta della Unione europea di autorizzare l'accesso temporaneo supplementare nel mercato europeo di altre 35 mila tonnellate di olio tunisino per il biennio 2016 e 2017, che si aggiungono alle 57 mila tonnellate già previste dall'accordo di associazione UE-Tunisia.
"E' una proposta scellerata – commentano dalla Cia - che mette a repentaglio il più importante comparto dell'agricoltura della provincia di Bari, già fortemente penalizzato dall'ultima riforma Pac. L'olivicoltura di qualità della nostra provincia merita rispetto e non può essere penalizzata da una scelta simile. E assurdo pensare che quando c'è da dare sostegno ai paesi in difficoltà gli unici a dover fare sacrifici debbano essere gli agricoltori".
Come Cia chiediamo - continua Scalera- che la regine Puglia, i nostri rappresentanti in parlamento europeo si adoperino attivamente per evitare che a pagare a duro prezzo una scelta del genere siano gli agricoltori pugliesi e della provincia di Bari in particolare".