Politica
Nicola Dambrosio resta presidente del Consiglio comunale
Sospesa la mozione di sfiducia e la revoca della carica. Le motivazioni del Consiglio comunale a sostegno della revoca, il Tar risponde
Altamura - giovedì 2 dicembre 2010
17.51
Nicola Dambrosio resta presidente del Consiglio comunale. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia (Tar) ha accolto e sospeso l'atto impugnato da Dambrosio, che aveva presentato ricorso contro il Comune di Altamura per l'annullamento della mozione di sfiducia, della revoca della carica di Presidente del Consiglio comunale e "di ogni altro atto connesso, consequenziale e presupposto ancorché non conosciuto".
L'ordinanza del Tar sospende la deliberazione n. 68 del 22 ottobre 2010, avente ad oggetto la mozione di sfiducia e la revoca della carica di Presidente del Consiglio comunale, e la deliberazione n. 67 del mese di ottobre 2010, avente ad oggetto la richiesta avanzata dal Sindaco e da diciannove consiglieri comunali (prot. 46425 del 14 ottobre 2010) di sfiduciare Dambrosio e di revocargli la carica di Presidente del Consiglio comunale. Per il Tribunale Amministrativo Regionale "non appaiono, prima facie, elementi che facciano dubitare della correttezza del ricorrente nell'espletamento delle funzioni istituzionali".
L'istanza cautelare presentata da Dambrosio è stata discusa ieri in camera di consiglio, davanti ad un collegio giudicante, alla presenza dei magistrati Doris Durante, Giuseppina Adamo e Giacinta Serlenga. A difenderlo, l'avvocato Aldo Loiudice. Difensore del Comune di Altamura, l'avvocato Gennaro Notarnicola.
Il Tar ha accolto e sospeso l'atto impugnato da Dambrosio "considerato che la revoca del presidente del consiglio comunale a norma delle disposizioni statutarie e regolamentari del Comune di Altamura può essere disposta solo per ragioni di carattere istituzionale connesse all'esclusivo espletamento delle funzioni".
"Ritenuto che la manifestazione resa dal ricorrente alla stampa di una opinione personale su fatti estranei all'attività dell'ente istituzionale (dichiarazioni sul presunto boss Bartolomeo Dambrosio, ndr) e alle funzioni esercitate di presidente del consiglio - si legge nell'Ordinanza - per quanto possa essere giudicata inopportuna dall'Amministrazione, non integra presupposto per la disposta revoca".
Nell'Ordinanza vengono considerate anche le "altre motivazioni addotte (e votate da tutti i consiglieri presenti in aula nella seduta consiliare del 22 ottobre scorso, ndr) a sostegno della revoca". Alla gestione personalistica del ruolo per non aver aderito all'invito delle dimissioni, il Tar risponde che "essa è irrilevante, non sussistendo alcun obbligo di dimissioni a carico di colui che sia invitato a presentarle". Alla omessa convocazione tempestiva del consiglio comunale per ratifica delle variazioni di bilancio, il Tar risponde che "è circostanza superata dall'approvazione in sanatoria degli emendamenti". L'assenza da una sola seduta consiliare "non integra di per sé violazione di obblighi istituzionali". Alla motivazione di aver intrattenuto rapporti amichevoli con il figlio del concessionario dell'appalto di raccolta e smaltimento rifiuti, il Tar risponde che, "trattandosi di concessione affidata nel 2008, non assume significato alcuno all'attualità".
L'ordinanza del Tar sospende la deliberazione n. 68 del 22 ottobre 2010, avente ad oggetto la mozione di sfiducia e la revoca della carica di Presidente del Consiglio comunale, e la deliberazione n. 67 del mese di ottobre 2010, avente ad oggetto la richiesta avanzata dal Sindaco e da diciannove consiglieri comunali (prot. 46425 del 14 ottobre 2010) di sfiduciare Dambrosio e di revocargli la carica di Presidente del Consiglio comunale. Per il Tribunale Amministrativo Regionale "non appaiono, prima facie, elementi che facciano dubitare della correttezza del ricorrente nell'espletamento delle funzioni istituzionali".
L'istanza cautelare presentata da Dambrosio è stata discusa ieri in camera di consiglio, davanti ad un collegio giudicante, alla presenza dei magistrati Doris Durante, Giuseppina Adamo e Giacinta Serlenga. A difenderlo, l'avvocato Aldo Loiudice. Difensore del Comune di Altamura, l'avvocato Gennaro Notarnicola.
Il Tar ha accolto e sospeso l'atto impugnato da Dambrosio "considerato che la revoca del presidente del consiglio comunale a norma delle disposizioni statutarie e regolamentari del Comune di Altamura può essere disposta solo per ragioni di carattere istituzionale connesse all'esclusivo espletamento delle funzioni".
"Ritenuto che la manifestazione resa dal ricorrente alla stampa di una opinione personale su fatti estranei all'attività dell'ente istituzionale (dichiarazioni sul presunto boss Bartolomeo Dambrosio, ndr) e alle funzioni esercitate di presidente del consiglio - si legge nell'Ordinanza - per quanto possa essere giudicata inopportuna dall'Amministrazione, non integra presupposto per la disposta revoca".
Nell'Ordinanza vengono considerate anche le "altre motivazioni addotte (e votate da tutti i consiglieri presenti in aula nella seduta consiliare del 22 ottobre scorso, ndr) a sostegno della revoca". Alla gestione personalistica del ruolo per non aver aderito all'invito delle dimissioni, il Tar risponde che "essa è irrilevante, non sussistendo alcun obbligo di dimissioni a carico di colui che sia invitato a presentarle". Alla omessa convocazione tempestiva del consiglio comunale per ratifica delle variazioni di bilancio, il Tar risponde che "è circostanza superata dall'approvazione in sanatoria degli emendamenti". L'assenza da una sola seduta consiliare "non integra di per sé violazione di obblighi istituzionali". Alla motivazione di aver intrattenuto rapporti amichevoli con il figlio del concessionario dell'appalto di raccolta e smaltimento rifiuti, il Tar risponde che, "trattandosi di concessione affidata nel 2008, non assume significato alcuno all'attualità".