Politica
"Murgia avvelenata", domani l'udienza per il rinvio a giudizio di quattro imputati
La vicenda riguarda anche 300 ettari di territorio comunale. Aria Fresca ha chiesto al Comune di costituirsi parte civile
Altamura - martedì 21 giugno 2011
17.50
È stato richiesto il rinvio a giudizio per quattro persone imputate nella vicenda nota come "Murgia Avvelenata". Si tratta di titolari, amministratori e collaboratori della società Tersan Puglia di Modugno. A segnalarlo è il Movimento cittadino Aria Fresca. Domani l'udienza per decidere il rinvio a giudizio. Sulla richiesta si pronuncerà il giudice dell'udienza preliminare Vito Fanizzi.
Il caso ebbe inizio nel luglio del 2003, quando associazioni ambientaliste e di agricoltori segnalarono la presenza di rifiuti e sostanze maleodoranti su circa 300 ettari di territorio comunale, precisamente in Contrada Cervoni. A settembre dello stesso anno intervennero Forze dell'ordine, Enti locali, Magistratura, Commissioni parlamentari. Analogo fenomeno fu scoperto anche in una zona del territorio di Gravina, Contrada Finocchio. I Comuni di Altamura e Gravina vietarono il pascolo e la coltivazione sui terreni che, dalle prime analisi, risultarono contaminati da rifiuti di ogni genere. Nella richiesta di rinvio a giudizio si parla di «fanghi e rifiuti non autorizzati». Non solo. Fra i fatti contestati, anche attività di smaltimento «mai autorizzate». Ne seguì la denominazione di "Murgia avvelenata", anche perché parte dei fondi altamurani su cui veniva abbandonato questo materiale (plastica, siringhe, lacci emostatici, tubi di dentifricio) erano destinati alla coltivazione di grano. Le indagini furono avviate e coordinate dai pubblici ministeri baresi Roberto Rossi e Renato Nitti e si sono concluse con la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal Sostituto Procuratore Nitti a carico delle quattro persone citate.
I fatti accertati e contestati dagli inquirenti agli imputati - «gravissimi» per Aria Fresca - sono stati compiuti nel periodo 1999-2003. «Naturalmente dovranno essere verificati nel processo, se ci sarà, con tutte le garanzie per la difesa», sottolinea il Movimento cittadino.
«Si tratta di una vicenda che abbiamo seguito con attenzione dal primo momento - continua - e su cui abbiamo sempre evidenziato le due esigenze avvertite con forza dalla comunità altamurana, l'accertamento delle responsabilità e il ripristino, per quanto possibile, di condizioni ambientali normali attraverso la messa in sicurezza e la bonifica del sito inquinato o, almeno, la mitigazione dell'inquinamento causato».
Aria Fresca ha chiesto al Comune di Altamura di costituirsi parte civile. «Che lo faccia ora - scrive - sin dall'udienza preliminare del 22 giugno, così da far sentire l'esigenza e le ragioni di giustizia che la comunità altamurana da anni ha espresso su questa vicenda».
Una vicenda che «ha prodotto un doppio danno, all'integrità dell'ambiente e del nostro territorio, con tutte le possibili implicazioni con la salute delle persone, e all'economia murgiana, duramente colpita dal clamore dei fatti che hanno messo in cattiva luce le produzioni agricole e zootecniche locali, insinuando il dubbio sulla loro genuinità e sicurezza alimentare».
Sulla questione Enzo Colonna, consigliere comunale del Movimento cittadino Aria Fresca, ha presentato un'interpellanza urgente.
Il caso ebbe inizio nel luglio del 2003, quando associazioni ambientaliste e di agricoltori segnalarono la presenza di rifiuti e sostanze maleodoranti su circa 300 ettari di territorio comunale, precisamente in Contrada Cervoni. A settembre dello stesso anno intervennero Forze dell'ordine, Enti locali, Magistratura, Commissioni parlamentari. Analogo fenomeno fu scoperto anche in una zona del territorio di Gravina, Contrada Finocchio. I Comuni di Altamura e Gravina vietarono il pascolo e la coltivazione sui terreni che, dalle prime analisi, risultarono contaminati da rifiuti di ogni genere. Nella richiesta di rinvio a giudizio si parla di «fanghi e rifiuti non autorizzati». Non solo. Fra i fatti contestati, anche attività di smaltimento «mai autorizzate». Ne seguì la denominazione di "Murgia avvelenata", anche perché parte dei fondi altamurani su cui veniva abbandonato questo materiale (plastica, siringhe, lacci emostatici, tubi di dentifricio) erano destinati alla coltivazione di grano. Le indagini furono avviate e coordinate dai pubblici ministeri baresi Roberto Rossi e Renato Nitti e si sono concluse con la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal Sostituto Procuratore Nitti a carico delle quattro persone citate.
I fatti accertati e contestati dagli inquirenti agli imputati - «gravissimi» per Aria Fresca - sono stati compiuti nel periodo 1999-2003. «Naturalmente dovranno essere verificati nel processo, se ci sarà, con tutte le garanzie per la difesa», sottolinea il Movimento cittadino.
«Si tratta di una vicenda che abbiamo seguito con attenzione dal primo momento - continua - e su cui abbiamo sempre evidenziato le due esigenze avvertite con forza dalla comunità altamurana, l'accertamento delle responsabilità e il ripristino, per quanto possibile, di condizioni ambientali normali attraverso la messa in sicurezza e la bonifica del sito inquinato o, almeno, la mitigazione dell'inquinamento causato».
Aria Fresca ha chiesto al Comune di Altamura di costituirsi parte civile. «Che lo faccia ora - scrive - sin dall'udienza preliminare del 22 giugno, così da far sentire l'esigenza e le ragioni di giustizia che la comunità altamurana da anni ha espresso su questa vicenda».
Una vicenda che «ha prodotto un doppio danno, all'integrità dell'ambiente e del nostro territorio, con tutte le possibili implicazioni con la salute delle persone, e all'economia murgiana, duramente colpita dal clamore dei fatti che hanno messo in cattiva luce le produzioni agricole e zootecniche locali, insinuando il dubbio sulla loro genuinità e sicurezza alimentare».
Sulla questione Enzo Colonna, consigliere comunale del Movimento cittadino Aria Fresca, ha presentato un'interpellanza urgente.