Eventi e cultura
“Lourdes”, ieri sera in programma per la rassegna Millenium Mambo
Il film della regista austriaca Jessica Hausner sulla “fabbrica dei miracoli”
Altamura - venerdì 26 febbraio 2010
12.14
Lourdes è la metafora del miracolo. Quello che si spera per il fisico, per lo spirito, magari per se stessi o per una persona cara. Lourdes è un polo di contraddizioni: sacro e profano, serio e grottesco, magico e reale. Lourdes è anche il titolo dell'ultimo film della regista austriaca Jessica Hausner, ieri sera in programma al Cinema Grande per la rassegna cinematografica "Millenium Mambo".
La storia di una giovane donna, Christine, costretta sulla carrozzella dalla sclerosi multipla. Ormai rassegnata nella condizione di inferma, partecipa a uno di quei tantissimi "viaggi della speranza" a Lourdes, in cerca non del miracolo ma di un po' di fiducia nella vita. Preghiere, confessioni, veglie, bagni in piscina, visite alla grotta con toccatine alla roccia santa, baci alla Madonna, ogni rituale è compiuto da Christine senza una fede profonda e autentica, ma solo perché "si deve fare". Alla fine del pellegrinaggio, ecco il miracolo: Christine nel cuore della notte si sveglia e riprende a camminare, a usare le braccia e le mani. Tutto senza scomporsi più di tanto, senza avvertire nessuna sensazione travolgente. I compagni di viaggio sono stupiti, i colleghi infermi invidiosi, le false bigotte ne trovano sempre una su cui sparlare.
Un film che scorre asciutto, essenziale, minimalista, quasi da documentario, senza nessuna concessione a scena patetiche o esilaranti. Tanti luoghi comuni della religiosità vengono passati in rassegna, un po' con verità, un po' esagerando, ma portando a galla l'aspetto straniante, surreale e paradossale di un certo tipo di sacralità. Christine ritorna a camminare, si innamora di un volontario dell'Ordine di Malta, riceve il premio come "miglior pellegrino", canta, balla, cade per terra. "Sara vero che sarà guarita?" – si chiedono tutti in giro. Su una pazzesca versione karaoke di Felicità di Al Bano e Romina, si chiude il film. Christine si apparta in un angolo, i suoi occhi di velano di tristezza e perplessità, non riesce a capire bene cosa Dio vuole da lei. L'ultima scena, la più bella e significativa di tutto il film, vede la miracolata sedersi sulla sua sedia a rotelle e guardarsi attonita in giro. Sarà poi vero che da miracolati si vive meglio?
Appuntamento a giovedì prossimo con Il canto di Paloma della regista cilena Claudia Llosa. Sempre al Cinema Grande, sempre "Mlillenium Mambo"
La storia di una giovane donna, Christine, costretta sulla carrozzella dalla sclerosi multipla. Ormai rassegnata nella condizione di inferma, partecipa a uno di quei tantissimi "viaggi della speranza" a Lourdes, in cerca non del miracolo ma di un po' di fiducia nella vita. Preghiere, confessioni, veglie, bagni in piscina, visite alla grotta con toccatine alla roccia santa, baci alla Madonna, ogni rituale è compiuto da Christine senza una fede profonda e autentica, ma solo perché "si deve fare". Alla fine del pellegrinaggio, ecco il miracolo: Christine nel cuore della notte si sveglia e riprende a camminare, a usare le braccia e le mani. Tutto senza scomporsi più di tanto, senza avvertire nessuna sensazione travolgente. I compagni di viaggio sono stupiti, i colleghi infermi invidiosi, le false bigotte ne trovano sempre una su cui sparlare.
Un film che scorre asciutto, essenziale, minimalista, quasi da documentario, senza nessuna concessione a scena patetiche o esilaranti. Tanti luoghi comuni della religiosità vengono passati in rassegna, un po' con verità, un po' esagerando, ma portando a galla l'aspetto straniante, surreale e paradossale di un certo tipo di sacralità. Christine ritorna a camminare, si innamora di un volontario dell'Ordine di Malta, riceve il premio come "miglior pellegrino", canta, balla, cade per terra. "Sara vero che sarà guarita?" – si chiedono tutti in giro. Su una pazzesca versione karaoke di Felicità di Al Bano e Romina, si chiude il film. Christine si apparta in un angolo, i suoi occhi di velano di tristezza e perplessità, non riesce a capire bene cosa Dio vuole da lei. L'ultima scena, la più bella e significativa di tutto il film, vede la miracolata sedersi sulla sua sedia a rotelle e guardarsi attonita in giro. Sarà poi vero che da miracolati si vive meglio?
Appuntamento a giovedì prossimo con Il canto di Paloma della regista cilena Claudia Llosa. Sempre al Cinema Grande, sempre "Mlillenium Mambo"