Cronaca
Le riflessioni di alcune associazioni del territorio per la morte di don Cassol
Collaborazione Ente Parco nazionale dell'Alta Murgia e Corpo forestale dello Stato. Le Associazioni chiedono un "maggiore coinvolgimento della società civile"
Altamura - giovedì 2 settembre 2010
10.59
"L'assassinio di don Francesco Cassol, per cui va il nostro più sincero cordoglio, ci spinge a fare delle considerazioni che spero servano ad arricchire dibattiti costruttivi". In un comunicato a firma di diverse Associazioni del territorio (leggi nel box di approfondimento) e inviato alla nostra redazione da Mariano Fracchiolla, dottore di ricerca presso l'Università di Bari (Facoltà di Agraria), si chiede all'Ente Parco nazionale dell'Alta Murgia e al Corpo Forestale dello Stato un maggiore coinvolgimento della società civile "perché, assieme alla compianta anima di Don Francesco, non vadano via anche le nostre speranze, coltivate da circa 30 anni, di un Parco Pulito e Limpido, la nostra Terra tenuta in salvo da qualsiasi disegno empio e autodistruttivo".
Don Francesco cercava Dio camminando dormendo all'aria aperta... Era il bracconiere che non doveva essere lì, che non doveva avere un fucile da caccia di precisione di notte in un parco a caccia chiusa… Rifacendosi a questa nota del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, le Associazioni scrivono: "Sono parole che ci hanno intimamente colpito e che ci hanno fatto subito pensare ai tanti anni dedicati a rendere possibile l'idea Parco Nazionale dell'Alta Murgia. Un Parco che, oltre a proteggere il nostro territorio, abbiamo sempre creduto funzionale a costruire un'idea di Comunità attenta all'intimo legame tra natura e uomo. Non a caso, uno dei primi slogan pronunciati alla fine degli anni ottanta, nel vivo dei dibattiti che riguardavano le aree interne della nostra Regione, recitava: Alta Murgia, spazio anche per l'uomo".
Le Associazioni, "sia pur con dovuto rispetto e delicatezza", rispondono alla nota del Parco delle Dolomiti Bellunesi dichiarando: "Noi, dal Parco, vogliamo allontanare non solo i bracconieri, ma qualsiasi altra idea e/o persona che violi violentemente il patto tra territorio e cittadini che, nei secoli, ha prodotto quella naturalità dalla quale Don Cassol, i suoi compagni e tanta altra gente come noi è stata attratta. Un patto che noi difendiamo da anni, con una convinzione radicata nella cultura atavica della nostra Terra, ma spesso in mala fede definita ingenuità e che, invece, costituisce il nostro orgoglio e la nostra forza di cittadini. Una forza ben diversa da quella espressa dalla carabina di uno scriteriato, o dal potere di numerosi speculatori che, purtroppo, ancora cercano di dettar legge su questo territorio".
Le Associazioni concludono: "Ben venga dunque la ricerca di uno spirito di collaborazione per far fronte alle esigenze di una maggiore e più efficace sorveglianza del territorio del Parco, come dichiarato dalla Direzione dall'Ente Parco Alta Murgia e dal Corpo Forestale dello Stato in una nota diffusa a mezzo stampa. In questo clima libero da polemiche e arricchito dalla voglia di agire, vogliamo invitare i due Enti a coinvolgere anche la società civile".
Don Francesco cercava Dio camminando dormendo all'aria aperta... Era il bracconiere che non doveva essere lì, che non doveva avere un fucile da caccia di precisione di notte in un parco a caccia chiusa… Rifacendosi a questa nota del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, le Associazioni scrivono: "Sono parole che ci hanno intimamente colpito e che ci hanno fatto subito pensare ai tanti anni dedicati a rendere possibile l'idea Parco Nazionale dell'Alta Murgia. Un Parco che, oltre a proteggere il nostro territorio, abbiamo sempre creduto funzionale a costruire un'idea di Comunità attenta all'intimo legame tra natura e uomo. Non a caso, uno dei primi slogan pronunciati alla fine degli anni ottanta, nel vivo dei dibattiti che riguardavano le aree interne della nostra Regione, recitava: Alta Murgia, spazio anche per l'uomo".
Le Associazioni, "sia pur con dovuto rispetto e delicatezza", rispondono alla nota del Parco delle Dolomiti Bellunesi dichiarando: "Noi, dal Parco, vogliamo allontanare non solo i bracconieri, ma qualsiasi altra idea e/o persona che violi violentemente il patto tra territorio e cittadini che, nei secoli, ha prodotto quella naturalità dalla quale Don Cassol, i suoi compagni e tanta altra gente come noi è stata attratta. Un patto che noi difendiamo da anni, con una convinzione radicata nella cultura atavica della nostra Terra, ma spesso in mala fede definita ingenuità e che, invece, costituisce il nostro orgoglio e la nostra forza di cittadini. Una forza ben diversa da quella espressa dalla carabina di uno scriteriato, o dal potere di numerosi speculatori che, purtroppo, ancora cercano di dettar legge su questo territorio".
Le Associazioni concludono: "Ben venga dunque la ricerca di uno spirito di collaborazione per far fronte alle esigenze di una maggiore e più efficace sorveglianza del territorio del Parco, come dichiarato dalla Direzione dall'Ente Parco Alta Murgia e dal Corpo Forestale dello Stato in una nota diffusa a mezzo stampa. In questo clima libero da polemiche e arricchito dalla voglia di agire, vogliamo invitare i due Enti a coinvolgere anche la società civile".