Libri
"Le nostre vite" di Francesco Carofiglio: un invito che apre al possibile
Libro presentato all'Abmc
Altamura - mercoledì 1 dicembre 2021
19.54
È un lungo percorso, quello descritto nel nuovo romanzo di Francesco Carofiglio, Le nostre vite, edito per i tipi Piemme e uscito nelle librerie nello scorso settembre. È un lungo percorso che l'autore ha tentato di descrivere ieri nell'incontro tenutosi presso i locali della A.B.M.C. di piazza Zanardelli, alla presenza di un pubblico accorso numeroso, mediato da Agnese Loré, rappresentante Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari), e organizzato da La Feltrinelli Point di Altamura.
Per chi già conosce Carofiglio - architetto, illustratore e scrittore come il fratello Gianrico - l'apparizione di un romanzo sulla dimenticanza e sul recupero di un'identità perduta rappresenta, a tutti gli effetti, una novità assoluta, quasi una scommessa. Perché non è da tutti, oggi, affrontare un tema così delicato – oggi, si potrebbe dire, che tutto passa dissolvendosi nell'indistinto, nel confusionario, in una labile zona liquida in cui ogni cosa si confonde e si perde.
La trama parte da un movente comune, un incidente nel quale il protagonista perde tutti i suoi cari e se stesso: svegliatosi dal coma, egli non ricorda chi sia e, quindi, l'uomo che potrà mai essere. Nasce da qui un percorso, duro e difficoltoso, che accompagna, allo stesso tempo, tanto il personaggio quanto il lettore, il quale è chiamato a domandarsi cosa sarebbe la sua vita senza ricordi, senza ancore, senza, cioè, quelle basi su cui si regge ogni vita e ogni coscienza umana. Ed è qui che l'arte di Carofiglio, senza molti di quegli orpelli con cui tanta letteratura contemporanea adorna se stessa, suggerisce una e più risposte agli interrogativi ultimi dell'esistenza, consapevole che nessuna decisione è immutabile, nessun responso unanime, nessuna sconfitta – o perdita – definitiva.
Già la critica si è accorta di questo romanzo; già qualcuno, come ricorda l'autore, parla di un "thriller delle anime". Il libro cammina sui suoi piedi in maniera ferma e decisa: passato e presente, ricordo e avvenire, certezze e prospettive – sono, queste, coordinate esistenziali su cui si muovono le vite di noi tutti, invisibili e potenti, capaci di donare, nei momenti più oscuri, uno spiraglio di luce e amore.
di Filippo Casanova
Per chi già conosce Carofiglio - architetto, illustratore e scrittore come il fratello Gianrico - l'apparizione di un romanzo sulla dimenticanza e sul recupero di un'identità perduta rappresenta, a tutti gli effetti, una novità assoluta, quasi una scommessa. Perché non è da tutti, oggi, affrontare un tema così delicato – oggi, si potrebbe dire, che tutto passa dissolvendosi nell'indistinto, nel confusionario, in una labile zona liquida in cui ogni cosa si confonde e si perde.
La trama parte da un movente comune, un incidente nel quale il protagonista perde tutti i suoi cari e se stesso: svegliatosi dal coma, egli non ricorda chi sia e, quindi, l'uomo che potrà mai essere. Nasce da qui un percorso, duro e difficoltoso, che accompagna, allo stesso tempo, tanto il personaggio quanto il lettore, il quale è chiamato a domandarsi cosa sarebbe la sua vita senza ricordi, senza ancore, senza, cioè, quelle basi su cui si regge ogni vita e ogni coscienza umana. Ed è qui che l'arte di Carofiglio, senza molti di quegli orpelli con cui tanta letteratura contemporanea adorna se stessa, suggerisce una e più risposte agli interrogativi ultimi dell'esistenza, consapevole che nessuna decisione è immutabile, nessun responso unanime, nessuna sconfitta – o perdita – definitiva.
Già la critica si è accorta di questo romanzo; già qualcuno, come ricorda l'autore, parla di un "thriller delle anime". Il libro cammina sui suoi piedi in maniera ferma e decisa: passato e presente, ricordo e avvenire, certezze e prospettive – sono, queste, coordinate esistenziali su cui si muovono le vite di noi tutti, invisibili e potenti, capaci di donare, nei momenti più oscuri, uno spiraglio di luce e amore.
di Filippo Casanova