Ospedale e sanità
La storia del piccolo Michele
Sospeso il trattamento terapeutico di psicomotricità. Come lui, altri 35 bambini
Altamura - lunedì 21 maggio 2012
12.15
Michele (pseudonimo) è un bambino di 9 anni residente in Altamura affetto da ritardo mentale, cefalea, anomalie eec specifiche, pregresse convulsioni febbrili. Necessita di un trattamento continuo e costante terapeutico di psicomotricità.
Come lui, tanti altri piccoli sono nelle condizioni di dipendere dalla terapia riabilitativa. Risultati faticosamente ottenuti rischiano di dissiparsi a seguito di interruzione del trattamento. È quello che è accaduto al piccolo Michele e ad altri bambini che sono stati affidati alla dott.ssa Daniela Vadalà presso la struttura riabilitativa (UOARP) di Altamura sita in via Palestro e che ora, per ragioni burocratiche (scaduto rapporto di lavoro), si sono visti interrompere il trattamento terapeutico.
Una sospensione della cura si traduce in questi casi inevitabilmente in accentuate difficoltà di recupero. Eppure accade. Ancora senza risposte sono le segnalazioni inviate al presidente Nichi Vendola e all'assessore delle Politiche Salute Regione Puglia, Ettore Attolini.
L'associazione altamurana Anffas onlus, in data 30 marzo, ha inviato un'istanza di riconferma della terapista dott.ssa Vadalà indirizzata al direttore generale Asl Ba Colasanto, al direttore sanitario Colacicco, al coordinatore Dss Lonardelli e al direttore Area Risorse Umane Bari Lippolis. La richiesta porta la firma di 35 genitori di bambini che vivono lo stesso disagio di Michele. E oggi si richiede semplicemente la ripresa delle attività terapeutiche.
Come lui, tanti altri piccoli sono nelle condizioni di dipendere dalla terapia riabilitativa. Risultati faticosamente ottenuti rischiano di dissiparsi a seguito di interruzione del trattamento. È quello che è accaduto al piccolo Michele e ad altri bambini che sono stati affidati alla dott.ssa Daniela Vadalà presso la struttura riabilitativa (UOARP) di Altamura sita in via Palestro e che ora, per ragioni burocratiche (scaduto rapporto di lavoro), si sono visti interrompere il trattamento terapeutico.
Una sospensione della cura si traduce in questi casi inevitabilmente in accentuate difficoltà di recupero. Eppure accade. Ancora senza risposte sono le segnalazioni inviate al presidente Nichi Vendola e all'assessore delle Politiche Salute Regione Puglia, Ettore Attolini.
L'associazione altamurana Anffas onlus, in data 30 marzo, ha inviato un'istanza di riconferma della terapista dott.ssa Vadalà indirizzata al direttore generale Asl Ba Colasanto, al direttore sanitario Colacicco, al coordinatore Dss Lonardelli e al direttore Area Risorse Umane Bari Lippolis. La richiesta porta la firma di 35 genitori di bambini che vivono lo stesso disagio di Michele. E oggi si richiede semplicemente la ripresa delle attività terapeutiche.