Eventi e cultura
La stampa locale intervista Desirée Digeronimo e Roberto Pennisi
Digeronimo: «Un modo per avvicinarsi alla cittadinanza». Pennisi: «Il problema è capire che cos'è la mafia»
Altamura - lunedì 20 dicembre 2010
16.14
Prima dell'incontro "Mafia, Affari, Politica", il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari Desirée Digeronimo e il sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Roberto Pennisi sono stati intervistati dalla stampa locale.
La Digeronimo ha posto l'accento su ciò «che il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari Antonio Laudati chiama antimafia sociale». Laudati «ci ha chiamati a questo impegno che io condivido, di andare cioè nella società civile per portare un messaggio che sia anche cultura della legalità. Da parte degli addetti ai lavori – ha aggiunto – è anche un modo per avvicinarsi alla cittadinanza».
Mafia, affari, politica… in che senso ad Altamura? Alla domanda di Altamuralife, il Pubblico Magistrato ha risposto «nel senso di fenomeno mafioso che assume connotazioni di infiltrazione anche nella società civile non solo ad Altamura, ma in tutto il territorio nazionale. Quindi come richiamo ad una legalità che sia anche trasparenza nell'attività della pubblica amministrazione, che sia attenzione al territorio e alle possibili infiltrazioni da parte della criminalità organizzata».
Sui nomi dati alla mafia e sul volto che oggi assume si è soffermato Pennisi. «Gli incontri con i cittadini servono perché questi comprendano che le istituzioni sono vicine e che sono per loro. I cittadini sono noi, noi siamo i cittadini, noi rappresentiamo e curiamo i loro interessi. Io appartengo ad un ufficio che si chiama Direzione Nazionale Antimafia, se c'è il termine nazionale vicino alla parola antimafia, significa che la mafia è un fenomeno criminale globale, significa che non si limita ad un singolo territorio, ma investe tutta la Nazione. Territorializzare il fenomeno spesso vuol dire fare l'interesse del crimine organizzato. Lo si cerca in un posto, si presenta in un altro, poi continua indirettamente ad operare dove lo si è cercato all'inizio senza trovarlo. Il problema è un altro, capire che cos'è la mafia. Spesso la cerchiamo con forme e con abiti che non corrispondono più a quelli indossati un attimo prima. Se si chiamano mafie, se si chiamano camorra, 'ndrangheta, è secondario».
È stato il terzo appuntamento organizzato dal Circolo delle Formiche nell'ambito della terza edizione del ciclo di seminari "Alla ricerca del Bene Comune - Percorso di formazione per la cittadinanza attiva" della scuola di formazione politica "Tommaso Fiore". Ci sarà una pausa, ma la scuola, come ha affermato il presidente del Circolo Giuseppe Dambrosio, «non abbasserà la guardia. Il tema di stasera è stato scelto perché si sa benissimo che non solo in Puglia, ma in tutta l'Italia, c'è il connubio, l'intreccio tra mafia, affari e politica. Vogliamo capire se ad Altamura questo è vero o no, è tutto da dimostrare».
La Digeronimo ha posto l'accento su ciò «che il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari Antonio Laudati chiama antimafia sociale». Laudati «ci ha chiamati a questo impegno che io condivido, di andare cioè nella società civile per portare un messaggio che sia anche cultura della legalità. Da parte degli addetti ai lavori – ha aggiunto – è anche un modo per avvicinarsi alla cittadinanza».
Mafia, affari, politica… in che senso ad Altamura? Alla domanda di Altamuralife, il Pubblico Magistrato ha risposto «nel senso di fenomeno mafioso che assume connotazioni di infiltrazione anche nella società civile non solo ad Altamura, ma in tutto il territorio nazionale. Quindi come richiamo ad una legalità che sia anche trasparenza nell'attività della pubblica amministrazione, che sia attenzione al territorio e alle possibili infiltrazioni da parte della criminalità organizzata».
Sui nomi dati alla mafia e sul volto che oggi assume si è soffermato Pennisi. «Gli incontri con i cittadini servono perché questi comprendano che le istituzioni sono vicine e che sono per loro. I cittadini sono noi, noi siamo i cittadini, noi rappresentiamo e curiamo i loro interessi. Io appartengo ad un ufficio che si chiama Direzione Nazionale Antimafia, se c'è il termine nazionale vicino alla parola antimafia, significa che la mafia è un fenomeno criminale globale, significa che non si limita ad un singolo territorio, ma investe tutta la Nazione. Territorializzare il fenomeno spesso vuol dire fare l'interesse del crimine organizzato. Lo si cerca in un posto, si presenta in un altro, poi continua indirettamente ad operare dove lo si è cercato all'inizio senza trovarlo. Il problema è un altro, capire che cos'è la mafia. Spesso la cerchiamo con forme e con abiti che non corrispondono più a quelli indossati un attimo prima. Se si chiamano mafie, se si chiamano camorra, 'ndrangheta, è secondario».
È stato il terzo appuntamento organizzato dal Circolo delle Formiche nell'ambito della terza edizione del ciclo di seminari "Alla ricerca del Bene Comune - Percorso di formazione per la cittadinanza attiva" della scuola di formazione politica "Tommaso Fiore". Ci sarà una pausa, ma la scuola, come ha affermato il presidente del Circolo Giuseppe Dambrosio, «non abbasserà la guardia. Il tema di stasera è stato scelto perché si sa benissimo che non solo in Puglia, ma in tutta l'Italia, c'è il connubio, l'intreccio tra mafia, affari e politica. Vogliamo capire se ad Altamura questo è vero o no, è tutto da dimostrare».