Territorio
Polveri sottili in Puglia pericolose per le tasche, non per la salute
Lo dimostra uno studio finanziato dalla Regione. Il prototipo è conteso
Puglia - martedì 7 dicembre 2010
10.05
Quello dell'inquinamento atmosferico è un problema a cui le istituzioni stanno cercando in vari modi di far fronte, anche con delle sanzioni, ma i parametri da tenere presenti per individuare una fonte di inquinamento sono molteplici. Per esempio l'Unione Europea applica una sanzione di 10mila Euro al giorno alle Regioni che superano il livello massimo di polveri fini consentito dalle direttive comunitarie. Tra queste regioni c'è la Puglia, ma una ricerca finanziata proprio dalla regione Puglia potrebbe cambiare le cose. Si tratta di un progetto strategico coordinato dall'Università di Bari (Dipartimento di Chimica) e svolto con l'Università del Salento (Dipartimento di Fisica).
La ricerca è durata 48mesi ed è costata in tutto 1milione 168mila euro, si tratta di uno dei 53 progetti strategici sostenuti dalla Regione Puglia (Area Politiche per lo Sviluppo economico, il Lavoro e l?innovazione). Dall'integrazione di metodiche e macchine non nuove ma usate in modo differente - combinando cioè dati e strumenti, integrando modelli, mettendo insieme misure da satellite e misure al suolo – i ricercatori pugliesi sono riusciti ad identificare l'origine delle polveri, un dato fondamentale perché è la provenienza e non il peso a determinare la pericolosità di queste particelle, che i ricercatori chiamano particolato atmosferico (PM). La pericolosità delle polveri può essere persino inversamente proporzionale rispetto al peso.
Buona parte delle polveri presenti in Puglia proviene dal deserto del Sahara, si tratta di polveri molto pesanti ma non pericolose per la saluta. Pericolose sono invece per le casse della Regione in quanto il parametro tenuto presente dall'UE nel comminare le sanzioni è proprio il peso delle polveri e non la provenienza. Da qui l'importanza di questa ricerca su "La vera identità delle polveri sottili" che fa parte della campagna "I Doni della Scienza", ideata dall'Area Politiche per lo Sviluppo economico, il Lavoro e L'Innovazione della Regione Puglia, e che ha un ruolo fondamentale per fornire all'UE prove per ridurre le sanzioni.
La ricerca dimostra che l'Italia, dal punto di vista del particolato atmosferico è divisa in due: polveri fini, più leggere e pericolose, prodotte dal traffico al Nord; polveri più grosse ma meno pericolose al Sud. Le polveri fini del Tavoliere sono diverse da quelle per esempio della Pianura Padana. A Milano le polveri prodotte dal traffico restano lì, come imprigionate in una piccola scatola. La Puglia invece ha capacità disperdenti migliori perché c'è vento, sole, scambi di calore terra-aria, per questo la regione è più soggetta agli eventi transfrontalieri cioè ad apporti di polveri da altre parti del mondo, soprattutto dal Sahara e dal Nord Est dell'Europa. Si tratta comunque di polveri non pericolose come quelle prodotte dal traffico. Il prototipo realizzato dai ricercatori adesso si trova a Bari nel Dipartimento di Chimica ed è già richiestissimo da varie regioni italiane. Presto sarà portato a Taranto dove avrà il compito di svelare la provenienza del benzoapirene.
La ricerca è durata 48mesi ed è costata in tutto 1milione 168mila euro, si tratta di uno dei 53 progetti strategici sostenuti dalla Regione Puglia (Area Politiche per lo Sviluppo economico, il Lavoro e l?innovazione). Dall'integrazione di metodiche e macchine non nuove ma usate in modo differente - combinando cioè dati e strumenti, integrando modelli, mettendo insieme misure da satellite e misure al suolo – i ricercatori pugliesi sono riusciti ad identificare l'origine delle polveri, un dato fondamentale perché è la provenienza e non il peso a determinare la pericolosità di queste particelle, che i ricercatori chiamano particolato atmosferico (PM). La pericolosità delle polveri può essere persino inversamente proporzionale rispetto al peso.
Buona parte delle polveri presenti in Puglia proviene dal deserto del Sahara, si tratta di polveri molto pesanti ma non pericolose per la saluta. Pericolose sono invece per le casse della Regione in quanto il parametro tenuto presente dall'UE nel comminare le sanzioni è proprio il peso delle polveri e non la provenienza. Da qui l'importanza di questa ricerca su "La vera identità delle polveri sottili" che fa parte della campagna "I Doni della Scienza", ideata dall'Area Politiche per lo Sviluppo economico, il Lavoro e L'Innovazione della Regione Puglia, e che ha un ruolo fondamentale per fornire all'UE prove per ridurre le sanzioni.
La ricerca dimostra che l'Italia, dal punto di vista del particolato atmosferico è divisa in due: polveri fini, più leggere e pericolose, prodotte dal traffico al Nord; polveri più grosse ma meno pericolose al Sud. Le polveri fini del Tavoliere sono diverse da quelle per esempio della Pianura Padana. A Milano le polveri prodotte dal traffico restano lì, come imprigionate in una piccola scatola. La Puglia invece ha capacità disperdenti migliori perché c'è vento, sole, scambi di calore terra-aria, per questo la regione è più soggetta agli eventi transfrontalieri cioè ad apporti di polveri da altre parti del mondo, soprattutto dal Sahara e dal Nord Est dell'Europa. Si tratta comunque di polveri non pericolose come quelle prodotte dal traffico. Il prototipo realizzato dai ricercatori adesso si trova a Bari nel Dipartimento di Chimica ed è già richiestissimo da varie regioni italiane. Presto sarà portato a Taranto dove avrà il compito di svelare la provenienza del benzoapirene.