Associazioni
La parola come forma della vita e l'importanza dell'ascolto
Incontro con Franco Arminio nel progetto di "Vento in movimento"
Altamura - sabato 20 novembre 2021
10.54
Ieri, presso la chiesa Sant'Agostino di Altamura, si è tenuto un incontro alla presenza dello scrittore meridionale Franco Arminio – una delle voci poetiche più inusuali e originali del panorama letterario contemporaneo. La serata, mediata dal parroco Don Vincenzo Lopano e da Michele Denora e parte di un percorso culturale intitolato "In principio" articolato in tre appuntamenti (ieri, 26 novembre e 3 dicembre), ha visto la partecipazione numerosa della comunità cittadina, interessata dal valore del progetto "Vento in movimento", del quale fanno parte i tre incontri sopracitati.
Protagonista dell'intervento di Arminio è stata la parola, intesa come mezzo per sondare le potenzialità dell'umano soprattutto in una società, qual è la nostra, assuefatta da una comunicazione rapida e fugace. Incastonate tra due interventi musicali a cura del maestro Michele Vulpio – il cui coro ha aperto e chiuso l'incontro intonando due brani di derivazione biblica (Shema Izrael e Parlami, o cuore) –, le parole di Arminio hanno ripercorso la storia del nostro Sud e, con esso, di tutti i Sud del mondo, luoghi ormai abbandonati che riflettono la graduale indifferenza di chi dimentica la propria storia. La poesia, dunque, nella sua forma pura e nel suo essere - secondo l'autore - ha veleggiato tra le volte della Chiesa mostrando la propria capacità aggregativa e la sua tenuta essenziale nella conoscenza di sé e degli altri. Nulla, all'interno della sala, pareva discostarsi dal movimento, tacito e silenzioso, dei sentimenti colti e consegnati dalle riflessioni degli intervenuti, i quali hanno saputo ricordare il valore del dialogo, dello scambio di opinioni, della riflessione critica sul tempo e sulla società a cui apparteniamo. Le parole, pare ricordarci Arminio, sono macigni che pesano e con cui occorre costruire abitazioni sicure e strade da utilizzare per approdare a nuove consapevolezze, a una nuova forma di rispetto; le parole, pare ripetere ancora il poeta, non sorgono solo dal silenzio e dalla solitudine, ma soprattutto dalla condivisione e dall'esperienza attiva nel mondo, da un assenso totale alla vita.
Va da sé che, nella serata di ieri, la parola si è consegnata a tutti nella sua limpidezza, nel suo essere essenza scoperta nel fondo delle cose, nella sua capacità di dare tempo al tempo. Non resta che ascoltarla e viverla.
di Filippo Casanova
Per la foto si ringrazia Zelio Cutecchia
Protagonista dell'intervento di Arminio è stata la parola, intesa come mezzo per sondare le potenzialità dell'umano soprattutto in una società, qual è la nostra, assuefatta da una comunicazione rapida e fugace. Incastonate tra due interventi musicali a cura del maestro Michele Vulpio – il cui coro ha aperto e chiuso l'incontro intonando due brani di derivazione biblica (Shema Izrael e Parlami, o cuore) –, le parole di Arminio hanno ripercorso la storia del nostro Sud e, con esso, di tutti i Sud del mondo, luoghi ormai abbandonati che riflettono la graduale indifferenza di chi dimentica la propria storia. La poesia, dunque, nella sua forma pura e nel suo essere - secondo l'autore -
Va da sé che, nella serata di ieri, la parola si è consegnata a tutti nella sua limpidezza, nel suo essere essenza scoperta nel fondo delle cose, nella sua capacità di dare tempo al tempo. Non resta che ascoltarla e viverla.
di Filippo Casanova
Per la foto si ringrazia Zelio Cutecchia