La città
La lenticchia di Luigi Lorusso nella classifica del "Gambero Rosso"
Ha ottenuto il terzo posto fra le migliori d'Italia. «Una riscoperta degli antichi sapori»
Altamura - martedì 25 gennaio 2011
10.16
La sua lenticchia, oltre ad essere molto apprezzata a livello locale, viene commercializzata in diverse regioni d'Italia. Ed ora ha ottenuto anche il riconoscimento del Gambero Rosso, che la pone al terzo posto nella classifica delle lenticchie migliori d'Italia 2010. Parametro utilizzato dalla nota rivista dedicata alla cultura del gusto italiano, il rapporto qualità-prezzo. L'azienda agricola dell'altamurano Luigi Lorusso, sita in territorio di Spinazzola, nei pressi del Garagnone - con sede amministrativa ad Altamura, in via Taranto - ha una lunga tradizione. «È stata tramandata dal mio bisnonno a mio nonno, che l'ha affidata a mio padre, che, a sua volta, l'ha data a me», sottolinea Lorusso. «Spero che questa tradizione continui con i miei figli», aggiunge. Nel 2010, l'azienda ha prodotto 120 quintali di lenticchia.
Grande, color verde fieno, la varietà altamurana del noto legume, definita "gigante", stava scomparendo negli anni '70. Luigi Lorusso ne ha ripreso la coltivazione – di fatto biologica – insieme ad alcuni agricoltori del posto con l'intenzione di richiederne la certificazione. La degustazione ha smentito il luogo comune che la lenticchia è tanto più buona, quanto più piccola. «Una volta cotte – scrive il Gambero Rosso - le "lenti" si presentano integre e compatte, di buona masticabilità e di giusta consistenza anche se poco omogenee nel rapporto interno-esterno. Al naso regalano piacevolissime sensazioni caratteristiche, di buona intensità e persistenza, in bocca un sapore dolce ed erbaceo, delicato ma lungo e rotondo, con gradevole retrogusto di bosco».
«Dopo la riforma della Pac (ndr, Politica Agricola Comune), abbiamo potuto rimettere a coltura questo prodotto», spiega Lorusso, «a livello locale è stata una riscoperta degli antichi sapori».
«Apprendere di essere stati inseriti nella classifica del Gambero Rosso e, per di più, al terzo posto, è grande una soddisfazione professionale», sottolinea. «Non so come abbiano fatto a sapere del mio prodotto, ma è un importante riconoscimento alla nostra convinzione di voler puntare su prodotti di qualità».
Grande, color verde fieno, la varietà altamurana del noto legume, definita "gigante", stava scomparendo negli anni '70. Luigi Lorusso ne ha ripreso la coltivazione – di fatto biologica – insieme ad alcuni agricoltori del posto con l'intenzione di richiederne la certificazione. La degustazione ha smentito il luogo comune che la lenticchia è tanto più buona, quanto più piccola. «Una volta cotte – scrive il Gambero Rosso - le "lenti" si presentano integre e compatte, di buona masticabilità e di giusta consistenza anche se poco omogenee nel rapporto interno-esterno. Al naso regalano piacevolissime sensazioni caratteristiche, di buona intensità e persistenza, in bocca un sapore dolce ed erbaceo, delicato ma lungo e rotondo, con gradevole retrogusto di bosco».
«Dopo la riforma della Pac (ndr, Politica Agricola Comune), abbiamo potuto rimettere a coltura questo prodotto», spiega Lorusso, «a livello locale è stata una riscoperta degli antichi sapori».
«Apprendere di essere stati inseriti nella classifica del Gambero Rosso e, per di più, al terzo posto, è grande una soddisfazione professionale», sottolinea. «Non so come abbiano fatto a sapere del mio prodotto, ma è un importante riconoscimento alla nostra convinzione di voler puntare su prodotti di qualità».